Venerdì 24 Ottobre 2025

Israele attacca l’Iran, la «Terza guerra mondiale» a pezzi si allarga

Germano Dottori: «Il casus belli sarebbe il programma nucleare di Teheran. Gli Usa non hanno potuto impedire ma nei fatti non hanno approvato»

iran ansa
Ci siamo svegliati con altro rumore di bombe. Israele ha attaccato la capitale iraniana questa mattina, con boati che hanno rimbombato in tutta Teheran. La popolazione si è svegliata al suono delle esplosioni. Purtroppo era nell’aria questo ulteriore fronte di quella che, sempre più profeticamente papa Francesco aveva definito come la “terza guerra mondiale a pezzi”. L’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, preposta a monitorare il nucleare iraniano, questa settimana aveva tenuto una sessione di lavoro cruciale a Vienna. E ieri l’altro il New York Times scriveva che «Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania hanno presentato all’agenzia una risoluzione perché l’Iran sia censurato per il rapido avanzamento del suo programma nucleare e per la violazione di altri impegni previsti dall’accordo sul nucleare del 2015 stipulato con questi paesi, oltre che con Cina e Russia». A questo si aggiungeva l’evacuazione del personale non essenziale delle sedi diplomatiche Usa in Iraq, Bahrein e Kuwait e le restrizioni agli spostamenti del personale diplomatico americano di stanza in Israele. Gli attacchi, che hanno colpito almeno 5 città dell’Iran, avrebbero portato all’uccisione di almeno due scienziati del programma nucleare di Teheran, oltre al capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, Mohammad Bagheri. Abbiamo rivolto qualche domanda a caldo al nostro collaboratore Germano Dottori, esperto di geopolitica e consigliere scientifico della rivista Limes. Dottori, cosa sta succedendo in Iran, quale sarebbe il casus belli di questo ennesimo fronte di guerra? «Il progresso del programma nucleare di Teheran, certificato da numerose fonti e non ignoto ad Israele, per il quale è inaccettabile che un regime votato alla distruzione dello Stato ebraico acquisisca lo strumento che gli permette di farlo». Cosa attendersi ora dalla reazione dell'Iran? «È già in atto. Lanciano droni, che l’Aeronautica israeliana sta abbattendo lungo la rotta di approccio, vedremo quanti ne arriveranno. Probabilmente attiveranno, se ci riusciranno, anche dei loro proxy regionali. Ma Hamas e l’Hezbollah hanno attualmente altro da fare, lottando a loro volta per la propria sopravvivenza». Che ruolo hanno avuto gli Stati Uniti e il presidente Trump? C'è chi dice che abbia ondeggiato tra il via libera all'intervento e il niet? «Gli Stati Uniti non hanno potuto impedire l’attacco, ma nei fatti non lo hanno approvato. Anche ora, dal messaggio di Rubio cogliamo solo preoccupazione per gli interessi e il personale americano in Medio Oriente. Trump perseguiva un accordo. Ora dovremo attendere l’esito di questa prova di forza, che potrebbe avere anche risvolti importanti dentro l’Iran». Come si inserisce questo nuovo fronte sulla questione tra Russia e Ucraina? «È del tutto indipendente, a mio avviso, e per quanto possiamo vedere, anche se i russi potrebbero incontrare maggiori difficoltà a rifornirsi di droni in Iran». (foto Ansa)

LE ULTIME NOTIZIE

Cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

Acquista la copia cartacea
Digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Acquista la copia digitale