Venerdì 24 Ottobre 2025

Berlino, stop al teatro per i bimbi: è troppo «per famiglie»

Via i fondi pubblici, hanno deciso i Verdi. I soldi per le toilette eco gender però ci sono

teatro per bambini
La cultura dominante funziona così: tutto ciò che le è congeniale viene elogiato, pubblicizzato e naturalmente finanziato, mentre quel che sfugge ai canoni del politicamente corretto, ecco, semplicemente non merita di esistere. E viene ostacolato: perfino se si tratta di una innocua e storica iniziativa destinata all’intrattenimento dei bambini. Ne è un esempio quanto recentemente accaduto a Berlino, precisamente nel quartiere Friedrichshain‑Kreuzberg, il distretto guidato dai Verdi, dove si è deciso di tagliare i fondi pubblici all’associazione «KiT – Kinder im Theater e.V.», che allestisce da 25 anni un teatro per bambini assai radicato nella comunità locale. Il motivo? Il programma sarebbe «troppo tedesco», «classico», e identificato come un «Familienverein», un club per famiglie – insomma, old‑school e – peggiore infrazione – nazionale. Secondo quanto denunciato dal consigliere Cdu Marita Fabeck, una «giuria verde» avrebbe giudicato il teatro come «qualcosa di vecchio stampo», escluse dal programma perché non allineate ai criteri progressisti. Fabeck definisce l’istituzione «una meravigliosa realtà culturale con grande slancio per i più piccoli», e condanna la decisione come un’operazione «puramente politica». Certo, si potrebbe pensare che questo stop sia dovuto anche a ragioni economiche. Tuttavia, questa ipotesi non regge. Sì, perché mentre si penalizza la cultura infantile, continuano le spese generose in progetti green a dir poco spiazzanti. Si pensi, per esempio, ai 56.000 Euro spesi per toilette eco‑gender al Kottbusser Tor, o addirittura al milione e mezzo di euro per la manutenzione di 13 servizi igienici nel Görlitzer Park, una delle piazze di spaccio più rilevanti della zona. Chiaro? Va bene che si investa qualcosa come ben 1,6 milioni di euro in un progetto pilota per la supervisione la «sorveglianza dei bagni» in un punto di distribuzione di droga, ma non per un teatro per bambini che da un quarto di secolo offre intrattenimento culturale ai più piccoli. Insomma, dove si vuole e se si vuole, i fondi ci sono, ci sono eccome. Eppure, là dove un’associazione non fa che intrattenere in modo divertente i piccoli, ecco che allora questo non va più bene. Se infatti «KiT – Kinder im Theater e.V.» avesse promosso qualcosa di queer anche solo di femminista, ecco, siamo più che certi che quel taglio di fondi pubblici non sarebbe mai e poi mai arrivato. Scommettiamo? Intanto c’è chi non ci sta e sui media tedeschi si legge: «Tagliare i fondi per il teatro per bambini è più di una decisione politica locale: è un attacco alla nostra identità culturale. Se non interveniamo presto, i nostri figli cresceranno in un Paese in cui le fiabe tedesche sono considerate problematiche». A meno che non siano arcobaleno, ovvio. (Foto: Pexels.com/Pexels.com)

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