L’Italia non è purtroppo il solo Paese in cui sono in atto delle spinte eutanasiche, come racconta ampiamente il Primo pianodel Timone di settembre fresco di stampa (qui per abbonarsi e riceverlo). Anche nel nord Europa si stanno registrando pressioni di questo genere e, proprio per questo, la piccola ma vivace Chiesa norvegese ha deciso di far sentire la propria voce su tale, delicatissima frontiera bioetica. A farsi avanti sono in particolare stati i vescovi cattolici della Norvegia i quali hanno diffuso una lettera pastorale - pubblicata anche in spagnolo – nella quale cui invitano i fedeli a lasciarsi guidare dall'insegnamento della Chiesa sulla vita e la dignità umana nelle elezioni parlamentari del Paese, previste tra pochissimi giorni - per l'esattezza per l'8 settembre. Va ricordato che nel Paese nordico i cattolici rappresentano una netta minoranza, risultando appena il 3,5% della popolazione.
Questo però non ha scoraggiato il vescovo Erik Varden di Trondheim e il vescovo Fredrik Hansen di Oslo dallo scrivere una lettera ai 160.000 cattolici norvegesi, che si apre ricordando come il voto alle urne non sia un gesto puramente formale e, quindi, privo di rilevanza. Tutt’altro: «Ogni decisione importante dovrebbe essere presentata a Dio nella preghiera. Questo vale anche per il nostro voto alle elezioni parlamentari. Pertanto, preghiamo per l'illuminazione e l'aiuto dello Spirito Santo». Fatta questa premessa, i due vescovi hanno inteso ricordare un aspetto fondamentale, e cioè come «la dignità e la vita della persona umana, dal concepimento alla morte naturale» sia da ritenersi «inviolabili» in quanto «provengono da Dio. Nessun essere umano – che si tratti del nascituro, del malato terminale, del rifugiato appena arrivato o della vittima di violenza o tratta di esseri umani – può essere relegato o considerato meno importante dei ricchi, dei potenti e dei famosi».
A seguire – ricollegandoci a quanto si diceva in premessa -, Varden e Hansen hanno fatto un potente richiamo contro l’eutanasia: «Siamo preoccupati per il crescente sostegno all'eutanasia nel nostro Paese e tra i nostri politici. Ogni persona che soffre di dolore e malattia dovrebbe ricevere tutto l'aiuto possibile. Lo stesso vale per le sue famiglie e per coloro che sono responsabili della sua cura e del suo trattamento. "Aiutare" qualcuno a morire non giova a nessuno». Parole davvero chiare ed inequivocabili, che non abbisognano che di essere ascoltate. Va detto come, nella loro lettera, i due vescovi abbiano toccato anche altri argomenti (a partire da quello della povertà: «ogni anno sentiamo parlare di persone che non riescono a pagare il riscaldamento in inverno o il cibo a Natale, e di bambini esclusi perché le risorse familiari sono insufficienti»), ma certamente è la sottolineatura contro l’eutanasia, senza e se e senza ma, quella più forte.
Staremo a vedere quale sarà l’esito elettorale del prossimo 8 settembre, e se la lettera «preoccupata» dei due vescovi sortirà qualche effetto. Nel frattempo, non possiamo che ammirare il coraggio con cui i due pastori norvegesi sono scesi in campo contro la “dolce morte”. Un coraggio che, forse, non caratterizza solo loro bensì un’intera comunica che, a differenza di molte altre, fa segnare una forte e netta crescita. In effetti, sono le statistiche a dirlo, i Norvegia i fedeli cattolici sono passati da 28.000 che erano nel 1993 ai 160.000 attuali: è una crescita superiore al 470%. Alla base di cotanta crescita c’è sicuramente e soprattutto l’immigrazione (di qui la scelta ecclesiale di pubblicare la lettera succitata anche in spagnolo...), ma non solo. Gioca a favore di questo fenomeno in netta controtendenza, viene da pensare, anche una fede vissuta, per quanto in netta minoranza, a volto aperto e senza tanti complessi di inferiorità. Molto di quel che resta dell’Europa cattolica, su questo, ha probabilmente molto da imparare (Foto: Sreenshot Bishop Erik Varden – Katolsk no, YouTube)
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