Venerdì 24 Ottobre 2025

Crisi Francia: Macron e la democrazia svuotata

La Francia affonda in una crisi politica senza via d’uscita: Macron senza maggioranza, la democrazia svuotata dalla tecnocrazia

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Con 364 voti contrari, 194 favorevoli e 15 astensioni, i rappresentanti del popolo francese hanno costretto François Bayrou a dimettersi. Un passaggio formale, certo, ma con un peso simbolico enorme: non è solo il quarto governo Macron a cadere dal 2022, è un intero sistema che si sfarina sotto gli occhi di un Paese sempre più furioso e disilluso.

Dopo Borne, Attal, Barnier, anche Bayrou non ha resistito alla doppia pressione che stringe l’Eliseo come in una morsa: da un lato un popolo tradito troppe volte, dall’altro un presidente machiavellico e ottuso, più attento a sopravvivere politicamente che a rispondere al grido dei francesi.

Ma questa crisi va oltre le sorti personali di Macron. Non è solo l’ennesima frattura nella fragile democrazia rappresentativa: è il segno di un impoverimento più radicale della politica stessa. I cittadini votano, scelgono un leader, ma quel leader non dispone più degli strumenti per governare davvero. Dagli anni Novanta in poi, la politica è stata progressivamente svuotata, schiacciata da logiche economiche, vincoli giuridici e da una tecnocrazia sempre più pervasiva. Il risultato? Il voto resta, ma ha perso efficacia trasformativa.

Il paragone storico è inevitabile: l’Impero Romano non cadde in un giorno, ma si consumò lentamente, tra illusioni e resistenze. Così oggi i partiti che da decenni gestiscono il potere si aggrappano l’uno all’altro come naufraghi, trascinandosi verso il fondo. Ogni alleanza di salvataggio diventa un nuovo passo verso l’abisso. Lo si è visto nelle ultime legislative, quando la grande coalizione di “tutti contro il RN” ha dato solo l’illusione di stabilità. Ora i francesi hanno capito di essere stati ingannati ancora una volta.

Emmanuel Macron, al potere dai tempi di Hollande, si trova di fronte alla sua nemesi. Sa che la sfiducia inflitta a Bayrou è in realtà rivolta a lui. Ma non sembra voler abbandonare le stesse false ancore che lo hanno condotto a questo disastro. C’è in lui qualcosa del Sansone biblico, che crolla insieme al tempio che scuote.

Tra pochi giorni la Francia avrà probabilmente un nuovo Primo Ministro senza vera maggioranza. Un presidente indebolito, senza rappresentanza reale, cercherà di guidare un Paese che rischia di implodere. Perché a una domanda di più democrazia non si può rispondere con più tecnocrazia.

(Foto Ansa)

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