Martedì 04 Novembre 2025

Charlie Kirk e quella fissazione dem per la «violenza delle parole»

Dopo l’omicidio di Charlie Kirk, è partito questo curioso tormentone. Che vuole minimizzare la sua morte e sa di bavaglio

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La pigrizia, come vizio capitale, è tra i più sdoganati dei nostri giorni, reso simpatico dallo stile di vita contemporaneo che ci vuole attratti dal divano come da un centro di gravità più o meno permanente, a meno che non si debba comprarne uno nuovo (e allora affrettiamoci perché la promozione "termina domenica"). Sì, bastava non essere pigri, non troppo almeno, e chiedere a ChatGPT versione free se davvero le affermazioni inaccettabili attribuite a Charlie Kirk fossero vere o no. No, non sono vere, praticamente nessuna di quelle impugnate a giustificare vergognosamente la soddisfazione per il suo brutale assassinio. Ma anche senza dover verificare l'autenticità di quelle false citazioni che rimbalzano indisturbate da un feed all'altro, come è possibile che così largamente tanti spocchiosetti intellettuali, giornalisti o signor nessuno si sentano tranquilli nell'affermare, previa qualche premessa di circostanza morbida come un soufflé, che in fondo se lo sarebbe meritato? E avanti con le citazioni, questa volta bibliche o pseudo tali: chi semina vento, raccoglie tempesta, chi di spada ferisce, di spada perisce. Questa tecnica, invece, è una ben nota fallacia logica che manipola il senso di un testo scegliendo solo le piccole parti che confermano la nostra tesi. Ecco, con la Bibbia non si deve fare, e nemmeno con la vita delle persone. Favorevole alla lapidazione dei gay? Mai detta una cosa del genere e di sicuro mai pensata, ma sul foro interno lasciamo a chi di dovere. Ciò che Charlie ha detto spesso, invece, è che l'orientamento e le pratiche sessuali di una persona non dovrebbero definirla così tanto, che per lui ogni persona è degna e preziosa anche se non condivideva lo scelte di vita in nome della visione cristiana della famiglia e della dignità umana. Ed erano cose che diceva guardando negli occhi chi lo interrogava anche polemicamente sulle sue posizioni. Insomma, sapeva dialogare, argomentare, dare ragione di ciò per cui si batteva. Nostalgico della segregazione razziale e razzista della peggior specie tout court? Nemmeno. Sempre rispondendo a domande di giovani, in questo caso un ragazzo nero, accetta di argomentare spiegando come la ratio positiva della legge per l'uguaglianza di tutti i cittadini e il divieto di discriminare i cittadini in base al colore della pelle, il credo, l'orientamento politico (e ora anche sessuale) è più che positivo, mentre la sua applicazione recente ha conosciuto abusi, disparità ed enormi rischi per la libertà dei cittadini. I civili, spesso bambini o ragazzi, uccisi in assalti con armi da fuoco sarebbero stati per Kirk un prezzo non solo accettabile ma addirittura giusto per difendere il secondo emendamento? Non è ciò che ha detto, e si può in ogni caso dissentire dalle sue posizioni; ma anche stressare i capi di un ragionamento altrui per fargli dire ciò che non ha detto è una manipolazione. Dove si esercita dunque la tanto additata "violenza delle parole", di cui parla anche la De Gregorio su Repubblica, che secondo troppi giustificherebbe addirittura il suo omicidio? E ora non è nemmeno qui per spiegarsi. Lo ha fatto però rispondendo a una domanda specifica, ricordando la ratio originale del testo di legge e il suo scopo di difesa da un governo tirannico indicando anche come, a fronte di una beneficio desiderato, ci sia però un costo relativo assai spiacevole e che, a suo dire, si potrebbe ridurre. Gli esempi sarebbero ancora molti; gli è stata attribuita anche l'affermazione secondo cui i bambini dovrebbero assistere ad esecuzioni capitali pubbliche o che a Gaza nessuno soffre la fame. Nessuna delle due ha riscontri nelle sue dichiarazioni pubbliche. Ciò che è pubblico, sbandierato e sostenuto senza il minimo pudore è la pretesa di decidere a priori chi può parlare e chi no. Può solo chi è d'accordo con i soliti animali più uguali degli altri nella solita vecchia asfissiante fattoria descritta come una profezia che non accenna a passare di moda da George Orwell. E se non sei d'accordo allora sei "violento". Se questa non è violenza cha dalle parole invita a passare ai fatti, allora... (Foto: Ansa) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

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