«[...] Il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono» (Matteo 11,12). Il problema vero di chi è ancora tutto impastato della farina del mondo è che non riesce a portarsi, armi in pugno, nel solo campo di battaglia davvero decisivo. Che è il nostro stesso cuore, la nostra carne. Quello che la moglie di Charlie Kirk ha fatto ai funerali del marito è un atto di guerra, combattuta nella sua anima, in obbedienza a Cristo che ha amato fino alla fine e sulla croce ha perdonato i suoi carnefici. «Quell'uomo, quel giovane uomo - dice con voce sussurrata per sottrarla alle lacrime - lo perdono». Lo State Farm Stadium a Glendale, a Phoenix in Arizona, trabocca di persone, più di 200 mila dicono le fonti, e a queste parole si alzano in piedi. Serve una forza indicibile per trascinare la propria piccola, ferita volontà umana dentro a quella del Padre, insieme a Cristo, esattamente come ha fatto Lui e questo è il movimento che la giovane vedova Kirk ha mostrato al mondo. «Il nostro Salvatore sulla croce ha detto "Padre perdonali perchè non sanno quello che fanno". Io lo perdono. Lo perdono perché È quello che ha fatto Cristo. È quello che avrebbe fatto Charlie. La risposta all'odio non è l'odio. La risposta che conosciamo dal Vangelo è l'amore e sempre l'amore. Amore per i nostri nemici e amore per quelli che ci perseguitano».Il piano politico non c'entra con queste dichiarazioni poiché si colloca ad un altro livello e lo dice la stessa Erika: è una battaglia spirituale. Ciò che la ex miss Arizona - come si premurano di sottolineare più spesso di quanto sia necessario e utile quasi tutti gli organi di stampa nazionali con malcelata insofferenza per la sua bellezza unita a evidente statura morale - ha mostrato al mondo è che essere cristiani esige una conversione radicale, un cambiamento totale e continuo di mentalità, un modo di pensare assolutamente contro intuitivo, l'unico capace di portare la pace. Love is love ha senso solo così: l'amore che Dio ha portato e nel quale ci chiede di seguirlo è quello totale, radicale, duro come addentare un blocco di granito, dolce come il miele ed esige che amiamo i nostri nemici e persecutori, destinati a loro volta a godere della salvezza che Cristo ci ha comprato. Tra di loro può sempre nascondersi un San Paolo o un cristiano qualunque come siamo in tanti, chiamato alla santità esattamente come l'apostolo delle genti.
Per Trump l'assassino di Charlie Kirk è un mostro, per Erika è una giovane anima perduta che il Suo Signore le comanda di amare e lei obbedisce perché così avrebbe fatto anche suo marito e perché non intende precludersi la strada per il Paradiso dove è certa di ricongiungersi con l'amato Charlie. E' uno dei giovani per i quali Charlie si dava tanto da fare, che voleva raggiungere con la sua forza dialettica ma soprattutto con la sua fede per mostrare loro quanta bellezza, virilità, umanità e avventura ci sono nelle scelte radicali come il matrimonio e nella fede in Cristo.
Nel suo discorso, Erika racconta quanto Charlie credesse nel disegno di Dio per l'uomo e la donna, sprona gli uomini ad essere veri leader, a servire le proprie mogli, a proteggere i propri figli: non ha dubbi a riguardo. Ruoli diversi, uguale dignità. Il fatto che sia anche bella, ben truccata, ben vestita e capace di tenere un discorso ben costruito in che modo potrebbe negare la grandezza di ciò che ha detto? Forse solo nel polveroso immaginario di tanti che pretendono i cristiani bruttini, malvestiti e possibilmente dimessi.
Non è questione di santificare nessuno, a quello ci pensi Dio per mezzo della Chiesa o per altre misteriose vie di Grazia che solo Lui conosce. Si tratta di prendere atto di ciò che è successo: un atto di perdono totale a chi sembrerebbe meritare solo la morte; Erika non lo vuole il sangue dell'assassino di Charlie, le basta quello preziosissimo di Cristo versato per la salvezza di tutti; e intende dare seguito alla missione del marito che già anche sua. Invitare quanti più giovani possibili a scoprire la fede: «La vita di Charlie è stata un punto di svolta per questo Paese. È stato un miracolo. Lasciate che il miracolo della sua vita sia anche il vostro punto di svolta. Scegliete la preghiera. Scegliete il coraggio. Scegliete la bellezza. Scegliete l’avventura. Scegliete la famiglia. Scegliete una vita di fede. Ma soprattutto, scegliete Cristo. Ti amo, Charlie, amore mio. E ti renderò orgoglioso. Dio vi benedica tutti. E Dio benedica l’America».Sì, abbiamo capito, non siamo il take away delle santificazioni rapide, non è questo l'intento. Chi conosce la vita e il cuore delle persone, Charlie ed Erika inclusi, è solo Dio e al suo sguardo li rimettiamo come rimettiamo noi stessi. Ucciso in odium fidei, sebbene non cattolico, Charlie è fratello nel martirio, come diceva anche Papa Francesco e si augurava di essere ricordato soprattutto per la sua fede in Cristo. Erika ha compiuto pubblicamente un atto di perdono come la nostra fede ci chiede di fare e di questo e della potenza che da quello si sprigiona non possiamo che essere grati testimoni. (Foto: Screenshot CBS News, YouTube)
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