Venerdì 24 Ottobre 2025

Ci pensiamo individualisti ma siamo tutti conformisti

Ognuno si vuol fare da se, anche se nuota in un mare di uniformità. Come l’individualismo ha prodotto l’emotivismo e questo ha ridotto l’etica al sentimentalismo. Dal libro del card. Eijk sul matrimonio e la famiglia

CERIMONIA PER LA PRESA DI POSSESSO DEL CARDINALE WILLEM JOCOBUS EIJK
Per gentile concessione dell’editore pubblichiamo un breve stralcio del libro del cardinale Willem Jacobus Eijk, Sull’amore. Matrimonio ed etica sessuale (Ed. Cantagalli, pag. 464, € 26.00). Il libro espone e spiega in queste pagine l’insegnamento della Chiesa sulla morale matrimoniale e sull’etica sessuale. A partire dall’aumento del benessere nella prima metà degli anni ’60, ampie fasce della popolazione sono state in grado di vivere in modo relativamente indipendente. Questo ha portato a un diffuso individualismo, che è stato solo rafforzato dall’ascesa dei social media nel primo decennio di questo secolo. Certamente i giovani vedono non solo come un diritto, ma anche come una missione, quella di essere se stessi, di scegliere i propri ideali, le proprie convinzioni, i propri valori e le proprie norme, il proprio aspetto e il proprio progetto di vita. Influenzato da questa cultura, qualificata dal filosofo canadese Charles Taylor come cultura dell’individualismo espressivo, l’individuo tende a mettersi, per così dire, in scena e a vedere gli altri come spettatori. Il fatto che allo stesso tempo ci sia un conformismo come mai prima d’ora, dato l’abbigliamento uniforme in tutto il mondo, soprattutto tra i giovani, e l’uniformità di vedute determinata dai mass media e dal mondo pubblicitario, in un certo senso non ha importanza. Al contrario, importante è che l’individuo senta di poter essere sé stesso! […] L’individualismo espressivo, con la sua enfasi unilaterale non solo sul diritto, ma anche sul compito dell’individuo di scegliere la propria religione e la propria filosofia di vita, comporta l’attribuzione di un valore elevato all’autonomia (diritto all’autodeterminazione). Questo spiega l’intensa resistenza all’autorità, compreso il Magistero della Chiesa, e in generale alle istituzioni, e a quelli che sono percepiti come valori e norme imposti dall’esterno. Questo desiderio di libertà si afferma anche nel campo della sessualità. L’individuo è ampiamente libero di scegliere come gestire la propria sessualità e le proprie relazioni sessuali, ma gli è anche attribuita la libertà di scegliere il proprio ruolo di genere e di vivere la vita come eterosessuale, omosessuale, transessuale, transgender o non-binario. […] La società respira un’aria di permissività in questo senso. La legge ha reso possibile questo sviluppo in diversi ambiti, come testimoniano la legalizzazione del divorzio, della contraccezione e della riproduzione artificiale e il riconoscimento di relazioni stabili tra omosessuali e lesbiche attraverso la registrazione del partner e l’equiparazione del matrimonio omosessuale a quello tra uomo e donna. L’individualismo è strettamente legato all’emotivismo. Ciò implica che le dichiarazioni etiche sono in ultima analisi espressioni di preferenze, atteggiamenti e sentimenti. Sbagliato è ciò che scatena sentimenti negativi; al contrario, giusto è ciò che scatena sentimenti positivi. L’emotivismo porta a un relativismo radicale. [...] *Cardinale, arcivescovo di Utrecht Per acquistare il libro e leggere un ulteriore estratto clicca QUI (foto Imagoeconomica)

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