In Germania le partecipatissime elezioni (con affluenza all'84%) sono state vinte dalla Cdu di Merz, ma l'AfD, Alternativa per la Germania, ha registrato un risultato eclatante raddoppiando i consensi rispetto all'ultima tornata elettorale. Responsabile ultima di questo successo, in primo luogo, è la leader del partito, Alice Weidel. Liquidare il trionfo in termini di crescita del partito di destra come sbandata ideologica di una porzione pericolosamente alta di tedeschi è colpevole e supponente superficialità. Le preferenze all'AfD sono arrivate dal 24% degli uomini e dal 38% di lavoratori: proprio i più penalizzati dalle conseguenze economiche delle politiche green degli ultimi anni.
Un voto che dunque dà voce al profondo malessere di tanti lavoratori che è da irresponsabili continuare ad ignorare. Un altro aspetto non ideologico ma culturale e identitario che sarebbe sciocco non considerare è la visione di matrimonio e famiglia che l'AfD sostiene, la più vicina a quella che fonda anche l'antropologia cristiana, come abbiamo spiegato qui, e questo nonostante le scelte personali della sua leader (lesbica, unita civilmente con una donna originaria dello Sri Lanka, due figli). C'è anche un dato geografico da considerare attentamente nel risultato del secondo partito tedesco: il suo grande successo nell'Est del paese: non basta dire, rileva Roberto Vivaldelli su Inside Over, che da comunisti si sono buttati sull'unica alternativa altrettanto ideologizzata a tutt'oggi disponibile, diventando neonazisti.
Piuttosto va considerato quanto la perdita di fiducia nelle istituzioni colpisca più a fondo i tedeschi dell'Est di quelli dell'Ovest. Tra Est ed Ovest ci sono poi tante diseguaglianze: nel 2022, il salario medio annuo a Ovest superava quello dell’Est di oltre 12.000 euro, mentre nel 2021 il risparmio mediano occidentale (127.900 euro) era quasi tre volte superiore a quello orientale. Inoltre, solo 37 delle 500 più grandi aziende tedesche hanno sede nell’Est, segno di una concentrazione di potere economico a Ovest. Aggiungiamoci che più c’è povertà più c’è degrado (e quindi difficile gestione dei problemi migratori e convivenza con essi) e capiamo che AfD, oggi, non trionfa per un supposto ritorno del nazismo, ma per la crescita dell’esasperazione.
A proposito di esasperazione, c'è un dato da considerare. Dalle parole del vincitore della Cdu, Merz - che non è uno qualsiasi essendo l'ex capo tedesco dell'americana BlackRock, il più grande fondo finanziario del mondo - sembra che la Spd (i socialdemocratici del cancelliere Scholz, che hanno perso una marea di voti dalle ultime elezioni) entrerà in maggioranza, con tutto ciò che ne consegue in termini di ministri e potere, per garantire la nascita del nuovo esecutivo. Ma premiare una forza già bocciata alle urne in una sorta di perenne conventio ad excludendum (ai danni della destra) è una scelta miope.
Subito infatti funzionerà, reggerà. Non ci saranno particolari difficoltà a formare un nuovo governo. Ma poi? Il rischio, piuttosto concreto, è che questa scelta non piacerà ai tedeschi. Come possono infatti gli elettori tedeschi guardare positivamente al fatto che la Spd - bocciata nelle urne per le sue politiche disastrose, che hanno creato tanta disoccupazione - resti al potere, dopo la sonora batosta incassata? Non possono, semplicemente. Ecco che allora AfD - non occorre un indovino per capirlo - non potrà che crescere ancora, e tanto, ed è tutto da vedere che le prossime elezioni si terranno tra quattro anni e non prima (foto: Imagoeconomica)
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