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Gosnell, il film che racconta un serial killer
NEWS 18 Ottobre 2018    di Giulia Tanel

Gosnell, il film che racconta un serial killer

È uscito il 12 ottobre e sta già scalando le classifiche tra i film più apprezzati del momento dal pubblico americano, con ben 1.235.800 dollari di incasso. Si tratta della pellicola Gosnell, che tratta – recita il sottotitolo – del «processo del più grande serial killer della storia americana» e che è stata una vera e propria scommessa da parte del direttore esecutivo Phelim McAleer e di sua moglie Ann McElhinney, che hanno deciso di sfidare il silenzio mediatico e la censura della cultura abortista per raccontare l’angosciante vicenda del ginecologo omicida Kermit Gosnell.

Chi è dunque Gosnell? È un “medico” (le virgolette, in questo caso, sono d’obbligo) classe 1941, che ha diretto per anni la Women’s Medical Society a Philadelphia e che ha ucciso con le sue mani centinaia di bambini, dentro e fuori il grembo materno. Nel maggio 2013, riportava Giuliano Guzzo sulla Verità di ieri, «è stato infine condannato all’ergastolo per aver soppresso tre bambini vivi dopo un tentato aborto e per l’omicidio colposo di Karnamaya Mongar, deceduta a 42 anni, nel 2009, durante un intervento abortivo cui si era sottoposta. In realtà i neonati che Gosnell era accusato di aver ucciso erano sette e, comunque, tra le motivazioni della sua condanna figurano anche 21 aborti eseguiti fuorilegge».

Per quanto è dato di sapere, anche in seguito alla condanna l’uomo non è mai tornato sui propri passi. La figura che emerge infatti dal libro-testimonianza Gosnell Babies: Inside the Mind of America’s Most Notorious Abortionist di Steve Volk è quella di un uomo convinto di essere padrone della vita e della morte, assolutamente sicuro di non aver commesso alcun crimine e, anzi, talmente orgoglioso del proprio operato da conservare quasi come trofei «i piedi recisi di alcuni dei bambini più grandi che aveva abortito fluttuanti nel liquido, in barattoli campione». Un uomo, insomma, probabilmente malato di mente, di certo alieno dalla realtà.

Per Gosnell l’aborto era una «war on poverty» e il suo era dunque un servizio nei confronti del prossimo, il che gli fa affermare di sentirsi «spiritualmente innocente» rispetto alla morte di centinaia di bambini, e non solo. Afferma Gosnell nel testo citato, parlando dei bambini che ha ucciso: «Erano vittime di una guerra più grande, perché la loro nascita e la loro sofferenza avrebbe rappresentato un danno maggiore. Non provo rimpianto per quello che ho fatto».

Ecco, di tutto questo parla il film Gosnell. Una pellicola che, come accennato, è nata a fatica e ancora oggi stenta a imporsi a livello culturale, per via della censura cui è sottoposta.

Dapprima è stato difficile, per i produttori, trovare i finanziamenti: in prima battuta, infatti, McAleer aveva deciso di raccogliere fondi tramite la piattaforma Kickstarter, che tuttavia gli pose delle limitazioni rispetto ai termini da utilizzare nella descrizione della trama del film, per cui “omicidio”, “uccidere i bambini” e altre espressioni simili non dovevano comparire. Al che, McAleer decise di utilizzare un altro sito, Indiegogo, attraverso il quale raccolse nel giro di poco più di un mese 2,3 milioni di dollari, grazie al contributo di 30.000 persone.

Un altro problema è stato poi quello di trovare attori disposti ad accettare la parte: in tanti, in troppi, dopo aver letto la sceneggiatura hanno fatto un passo indietro… forse per non “compromettere” la propria carriera, o forse per una distorta interpretazione di quelli che sono i “diritti civili”.

Superati ad ogni modo entrambi gli ostacoli, Gosnell si è quindi trovato a dover lottare contro la censura operata sui social media. Stando a quanto dichiarato da McAleer alla vigilia dell’uscita del film, infatti, «Facebook sta censurando questa storia e sta distruggendo i nostri tentativi di divulgare al pubblico le notizie su questo film. […] Il pubblico vuole vedere questo contenuto e siamo disposti a pagare per la pubblicità, ma ancora una volta Facebook ci mette i bastoni tra le ruote. Come cineasti indipendenti, abbiamo un budget limitato e Facebook è fondamentale per nostri sforzi pubblicitari».

Eppure, concludendo, è importante rimarcare l’aspetto da cui si è partiti: grazie al grande successo di pubblico registrato durante il primo fine settimana di uscita di Gosnell nelle sale, la verità ha infine vinto e la storia di quello che viene definito il più grande serial killer americano è finalmente emersa.


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