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Il Santuario Nazionale di Maria Regina d’Italia
NEWS 18 Settembre 2019    di Giulia Tanel

Il Santuario Nazionale di Maria Regina d’Italia

«Signore nostro Gesù Cristo accogliete specialmente, in questo giorno solenne, l’atto ufficiale di consacrazione, che noi intendiamo fare a voi, e per voi, alla Trinità santissima, della nostra amata patria, in unione alle intenzioni del Cuore Immacolato e Addolorato della vostra eccelsa Madre Maria, che a noi, come a figli amatissimi, ha voluto suggerire e richiedere quest’atto di riconoscimento del sovrano dominio di Dio sulle Nazioni».

Era il 13 settembre 1959 e, alla conclusione del XVI Congresso Eucaristico Nazionale svoltosi a Catania, il legato pontificio cardinale Marcello Mimmi, a nome dell’episcopato e di tutto il popolo italiano, pronunciò la Consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria. Quest’anno ricorrono dunque i sessant’anni da quel solenne atto fortemente voluto da papa Pio XII, che fu preceduto da un partecipatissimo pellegrinaggio della statua della Madonna di Fatima per i 92 capoluoghi di provincia del nostro Paese, dalla Sicilia a Trieste, al fine di preparare la popolazione all’importante evento. Un itinerario non casuale, come sottolineato dall’allora Arcivescovo di Bologna, Giacomo Lercaro: «L’itinerario mariano si concluderà a Trieste con una cerimonia che riuscirà cara al cuore di ogni italiano: la posa della prima pietra di un Tempio dedicato a Maria Regina d’Italia, in ricordo della Consacrazione e quale atto di riconoscenza della Patria preservata dalla tirannide del comunismo ateo. Trieste manca di un vero e grande Santuario mariano: è quanto mai bello che l’Italia glielo offra in questa occasione! Dalle colline di Trieste la Vergine guarderà e benedirà tutta l’Italia».

La posa della prima pietra di quello che è oggi noto come il Tempio Nazionale di Maria Madre e Regina, situato a 330 metri sul monte Grisa, ha dunque una genesi del tutto particolare. Così come per nulla casuale è la struttura dell’edificio, progettato dall’architetto Antonio Guacci su schizzo dell’arcivescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin, che evoca la lettera “M” come simbolo della Vergine Maria, con la presenza di due chiese sovrapposte. La costruzione dell’edificio si svolse nel periodo conciliare, tra il 1963 e il 1965, mentre l’inaugurazione avvenne il 22 maggio 1966.

Per commemorare l’anniversario della Consacrazione e la posa della prima pietra, da venerdì 13 a domenica 22 settembre la Penitenzieria Apostolica Vaticana concede l’Indulgenza Plenaria alle debite condizioni per tutti coloro che partecipano alle celebrazioni al Tempio. Accanto a questo, presso il Santuario è stato promosso un ciclo di manifestazioni su diversi temi, con interventi di personalità autorevoli. Tra questi segnaliamo la conferenza di domenica 22 settembre alle ore 15.30, che vedrà la partecipazione del collaboratore de Il Timone Saverio Gaeta, chiamato a presentare il suo L’eredità segreta di don Amorth. Così la Madonna ha salvato l’Italia (Edizioni San Paolo 2019, pp. 224, euro 18,00). «La consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, pronunciata a Catania nel 1959 dai vescovi italiani, e le apparizioni di Medjugorje, in corso dal 1981», si legge sul sito dell’editore, «sono per don Amorth una garanzia della costante assistenza della Vergine. Attingendo a documenti originali e a testimonianze ancora inedite, Saverio Gaeta ricostruisce uno dei capitoli più interessanti della vita di don Amorth […]».


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