L’ecologismo è un grande inganno che pretende di imprigionarci in un mondo nel quale l’uomo è elemento di disturbo. E questa la realtà che emerge dal libro “Le bugie degli ambientalisti” (edizioni Piemme, pp.188, Euro 12,50), scritto a quattro mani da Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari, entrambi giornalisti e studiosi dell’ambiente, che ha acceso un dibattito che è bene non far cadere. Perché nelle pagine di questo saggio c’è molto materiale sul quale riflettere, non solo per rendersi conto di come le sempre più frequenti sciagure annunziate siano in realtà abbagli isterici che, quando non sono motivate da una ignorante buonafede, non sono che la manifestazione di una maliziosa manipolazione per altri fini; ma anche per capire l’ideologia che l’ecologismo nasconde e che per fortuna oggi vanta molte penne dedite al prezioso e impopolare servizio di rivelare gli attacchi alla vita. Mi permetto di iscrivermi a questo partito avendo contribuito nel 1992 con il libro Ecologia 2000 (Ares) che non può non riconoscersi in questo lavoro di Cascioli e Gaspari ammirandone lo scrupoloso perfezionamento.
Può essere dunque divertente, e amaro al tempo stesso, leggere come nel 1973 si minacciava la prossima distruzione del globo per il rapido congelamento prodotto dalla anidride carbonica, meno di 30 anni dopo si attribuisce al medesimo gas la responsabilità del surriscaldamento del globo; oppure di come nell’84 il Worldwatch Institute confermò che di lì a breve le piogge acide avrebbero provocato la morte della metà delle piante giovani del Vermont la cui superficie boscosa si è estesa del 15% a partire dal prematuro annuncio. Può essere una rivincita rileggere i frequenti annunci di sovrappopolazione puntualmente smentiti, neanche fossero le ricorrenti minacce dei testimoni di Geova sulla fine del mondo: proclamate, negate dai fatti e fatte sparire.
Già perché anche per le catastrofi ecologiche questo accade: provate a cercare traccia dei documenti del famoso Club di Roma, che negli anni Sessanta e Settanta profetizzò una rapida fine del pianeta: i documenti sembrano dissolti nel nulla. Per non parlare di notizie che improvvisamente spariscono dai giornali e dai mezzi di comunicazione: avete più sentito parlare del famoso buco dell’ozono a causa del quale il sole ci avrebbe arrostiti tutti come polli allo spiedo? Che cosa ne è stato? Semplicemente si è richiuso come ha sempre fatto con ciclicità annuale: solo che adesso i clorofluorocarburi (CFC) sono stati messi al bando e sostituiti con nuovi prodotti protetti da nuovi brevetti e gli impianti prodotti grazie alle tecnologie che astute società occidentali avevano ceduto ai Paesi in via di sviluppo per produrre CFC si sono ridotti ad ammassi di ferraglia inutilizzabile. Non fosse una sorta di truffa colossale, sarebbe classificabile come una splendida operazione di marketing, pari a quella che negli anni Sessanta definiva come “benefico rossore” la striscia rossa prodotta da una lozione per la crescita dei capelli, la quale in realtà altro non era se non una irritazione cutanea.
Può stupire e stimolare sapere che i famosi OGM, organismi geneticamente modificati, potrebbero apportare favolosi benefici al pianeta e ai suoi abitanti: ad esempio sfamando popolazioni che muoiono decimate dalla carestia grazie alle differenti modalità di coltivazione e resistenza indotte dai ricercatori.
Lascerà sbalorditi sapere che animali e piante crescono più facilmente e volentieri in città che non in campagna e che l’aumento di anidride carbonica, lungi dal produrre la desertificazione, sta aiutando la vegetazione a conquistare ettari di terreno sabbioso.
La cosa più interessante è però capire il filo e lo scopo dell’ecologismo catastrofi sta, che sta nella distruzione della persona umana, come sostengono Cascioli e Gaspari. È l’uomo la piaga da sconfiggere, anzi meglio, sono gli altri uomini la minaccia dalla quale io devo difendermi. Molto ecologismo, dietro la facciata del “salviamo la foca” e “difendiamo le foreste”, in realtà nasconde un profondo razzismo, un disprezzo virulento contro l’uomo, un accanimento nella negazione della vita che non può non avere radici demoniache, che siano consce oppure no. E ciò che preoccupa è la manipolazione di molti giovani, convinti che ripulire le spiagge dalle cartacce sia tutto ciò che certe organizzazioni richiedono, i quali finiscono per divenire asserviti a filosofie contro l’uomo.
Il saggio dimostra che le radici di certe politiche ambientaliste si trovano nell’eugenetica, nella difesa della razza, nell’egoismo del benessere concentrato in una èlite che non vuole avere fastidi specie da questi cattolici paladini della vita. Splendide e terribili le pagine su Greenpeace, tutte dettagliatamente documentate, per mostrare come questa associazione di sedicenti paladini somiglia più ad una associazione con scopo di lucro. Geniale, come spesso capita alle opere maligne – non sono forse i figli delle tenebre più scaltri dei figli della luce? -, la strategia messa in atto: mostrare un apparente bene, celando dietro la maschera il più assoluto dei mali: la lotta contro l’uomo stesso.
Fanno leva sulle paure inconsce ed ancestrali, eredità dei primi uomini, arricchite dalle fobie più moderne: che cosa di più terrificante ci potrebbe essere della paura primordiale della Natura, dalla quale fin dalla preistoria l’uomo ha dovuto difendersi, amplificata dall’irruzione nel conflitto di un alleato tanto potente quanto inatteso schierato a fianco delle sciagure naturali: la tecnologia?
Così l’uomo stesso sembra farsi complice dell’Ambiente per combattere se stesso. La splendida e diabolica follia, come svela questo importante saggio, è che per combattere questa macabra alleanza questi signori non propongono di conoscere e arginare la Natura, quanto di facilitare la distruzione dell’uomo, così Gaia, la Natura Madre, sarà finalmente libera di prosperare su un pianeta finalmente liberato dalla vita umana.
Da sapere… e promuovere
Un aspetto importante del libro “Le bugie degli ambientalisti” è nel fatto che non si tratta di un’opera episodica. I due autori, ben noti ai lettori del Timone, infatti non solo sono da anni impegnati su questi temi con libri e saggi (Gaspari tra l’altro coordina il Master in Scienze Ambientali del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum), ma hanno anche dato vita c. recentemente al “Centro Europeo di Studi su Popolazione, Ambiente e Sviluppo” (CESPAS, di cui Cascioli è presidente) che si avvale del contributo di numerosi esperti: scienziati, economisti e demografi.
Scopo del CESPAS è proprio quello di fornire una continuità di informazione e formazione – controcorrente, come si può facilmente intuire – sui temi dell’ambiente e dello sviluppo, dove oggi si gioca la partita decisiva sul futuro dell’uomo. Il CESPAS ha perciò dato vita dallo scorso 16 settembre a un magazine online, quindicinale, unico nel panorama italiano, che si può trovare all’indirizzo
www.svipop.org. e inoltre organizza incontri, seminari e corsi di formazione per quanti siano interessati ad approfondire un approccio umano a questi temi.
IL TIMONE N. 37 – ANNO VI – Novembre 2004 – pag. 12 – 13