Continua l’opera di don Massimo Astrua, pioniere e apostolo dell’editoria cattolica scomparso nel 2011. Fondatore dell’editrice Mimep-Docete con la preziosa collaborazione di don Angelo Albani. Tra i due sacerdoti, un affiatamento spirituale e pastorale che ha portato molto frutto
«Siamo sulla barca che va verso il Cielo. Questa barca è Gesù. Chiudiamo gli occhi e lasciamoci condurre da Lui». Queste le parole, contenute in uno dei suoi ultimi scritti, che testimoniano il sereno affidamento al Padre di don Massimo Astrua, fondatore e animatore della casa editrice Mimep-Docete, morto a Pessano con Bornago l’8 novembre 2011, a quasi 88 anni, dopo lunga malattia. Mimep sta per «Misit me evangelizzare pauperibus» (dal Vangelo di Luca 4,18) e significa: «Mi ha mandato ad annunciare la buona notizia ai poveri». Docete è tratto da un’altra citazione evangelica, «Euntes, docete omnes gentes» (da Matteo 28,19), ovvero: «Andate dunque, ammaestrate tutte le genti». La Mimep Docete, una delle più interessanti e preziose realtà divulgative nate in Italia nel XX secolo, è una casa editrice piccola ma agguerrita che ha come scopo la promozione dei valori cattolici. Pubblica, tra l’altro, commenti alle Sacre Scritture, catechismi e altri libri religiosi e di apologetica, molti per bambini; diffonde gli insegnamenti evangelici anche tramite Dvd e Cd.
All’inizio, una scuola di grafica
Nato a Milano il 2 gennaio del 1924, don Massimo ha vissuto oltre metà della sua vita a Pessano con Bornago. Risale infatti al 1965 il suo arrivo nel paese alle porte di Milano, al collegio Pro Juventute di don Carlo Gnocchi, come padre spirituale. Sacerdote energico e sempre alla ricerca degli strumenti più adatti a migliorare la vita delle persone, organizza una scuola di grafica per i mutilatini e gli orfani del collegio «che non potevano regolarmente frequentare gli studi». Questa attività è contemporanea alla fondazione della Mimep-Docete, cui ha dato vita con l’allora parroco della chiesa Santi Vitale e Valeria, don Angelo Albani. L’idea di far nascere una casa editrice è legata al sogno, coltivato da sempre da don Massimo, di stampare la Parola di Dio, oltre che dalla concreta esigenza di offrire un’occupazione ai ragazzi e alle ragazze ospiti dello stesso collegio. Un affiatamento spirituale e pastorale, quello tra i due sacerdoti, che non si interromperà mai, fino alla morte di don Angelo, il 31 agosto 2004. Con scarsità di mezzi ma tanto entusiasmo ebbe così inizio la stampa, in un primo tempo quasi artigianale, di testi di carattere religioso ma anche di sussidi didattici: scritti con grande chiarezza e semplicità, adatti a tutte le età e a un prezzo accessibile. Gli autori sono spesso gli stessi don Angelo e don Massimo.
Testi semplici, brevi, a basso costo Cuore pulsante della nuova casa editrice è soprattutto don Massimo. Con geniale intuizione, comprende che i cambiamenti sociali intervenuti nel dopoguerra esigono libri sobri, brevi e destinati a un target di lettori non sofisticati e non ideologizzati: insomma, la base cattolica. Arrivano così anche insperati successi di vendita. Il segreto sta nel fatto che la prima preoccupazione non è tanto quella di trasmettere “cultura”, piuttosto l’amore per Cristo e la Chiesa. Con passione, competenza e intelligenza. Da subito il “marchio di fabbrica” della Mimep-Docete è la più rigorosa fedeltà alla dottrina cattolica. E per rendere più efficace l’apostolato della parola scritta, ecco la scelta coraggiosa e controcorrente di vendere i libri a prezzo di costo. A questo proposito si racconta un aneddoto. Quando, anni fa, durante un’udienza concessa ai responsabili della Mimep, Giovanni Paolo II seppe di questa finalità puramente evangelica, priva cioè di ogni guadagno, Papa Wojtyla esclamò: «Molto bene! Allora guadagneranno le anime!».
I due sacerdoti-editori hanno avuto il merito di aver “inventato” un Vangelo unificato, consistente in un unico racconto che tiene conto delle quattro stesure canoniche di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Fu il loro primo best seller: ne diffusero in tutta Italia centinaia di migliaia di copie.
Le “sorelle” venute dalla Polonia
Nel 1980, come “dono” per festeggiare i 15 anni della casa editrice, vengono invitate a collaborare le Suore della Beata Vergine di Loreto. I due fondatori della Mimep fanno la scelta giusta. Le sorelle polacche sono infatti esperte della parola stampata perché lavorano sul campo da quando sono state fondate, a Varsavia, nel 1920, dal beato Ignazio Klopotowski (1866-1931), avendo come carisma proprio la diffusione della stampa cattolica. L’arrivo delle suore fa sorgere la necessità di creare ambienti di lavoro più adeguati, oltre a un convento dove le stesse suore possano vivere e pregare. Così, gradualmente, la Mimep trasloca dai locali della parrocchia di don Angelo, dove era ospitata, nell’attuale ampia sede di via Papa Giovanni XXIII, sempre a Pessano. Qui attualmente si trovano anche tipografia, legatoria e fotocomposizione. E qui verrà stampato per molti anni la nostra rivista, Il Timone.
Persona di vasta cultura e intelligenza e di ancor più profonda umiltà, don Astrua ci ha lasciato una testimonianza di grande spessore umano e spirituale. Possedeva una fede disarmata e disarmante che stupiva tutti, perché spesso era capace di trasformare il travaglio interiore di chi lo avvicinava in occasione di riconciliazione con i fratelli e con Dio. Chi l’ha conosciuto, lo ricorda come «bravissimo confessore e amabile conversatore». Pur consapevole delle proprie capacità nell’utilizzare i mezzi di comunicazione al servizio dell’apostolato, non se ne vantava, certo che è il Signore ad operare misteriosamente attraverso gli uomini, secondo i suoi disegni e i suoi tempi.
Lucido e coerente sempre
La fede vissuta e proclamata di don Massimo aveva le sue radici nella tradizione ambrosiana, risalente a san Carlo Borromeo e prima ancora allo stesso sant’Ambrogio. Amico di molti vescovi e cardinali “milanesi”, come Giacomo Biffi e Alessandro Maggiolini, don Astrua era legato in modo particolare al grande biblista monsignor Enrico Galbiati (1914-2004). Come ha ricordato Marco Invernizzi su La Bussola Quotidiana a pochi giorni dalla morte, la visione del cattolicesimo che possedeva il co-fondatore di Mimep-Docete lo rese «inviso a chi, nella stagione degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, non aveva capito nulla del Concilio Vaticano II e lo considerava l’inizio di una sorta di rivoluzione permanente». Ma don Massimo invece comprese la mistificazione, «capì il gioco e lo combatté con tutte le sue forze per circa trent’anni, guardato con supponenza» da un certo establishment ecclesiale e curiale.
Tuttavia, pur nell’amarezza e nella sofferenza, don Astrua rimase sempre fedele alla Chiesa e alla gerarchia, «senza mai cedere ad alcuna tentazione di arroccamento». Ancora Marco Invernizzi: «Quante volte ne abbiamo parlato e quante volte la sua serenità, la sua speranza, la sua fedeltà forte e convinta a Pietro, chiunque esso sia, sono apparse in tutta la loro forza».
Le suore polacche di Maria Vergine di Loreto sono ora le eredi di don Angelo e di don Massimo: del loro spirito, del loro entusiasmo, del loro scopo apostolico. In questo compito non facile, le religiose restano fedeli ai principi dei due fondatori, continuando a testimoniare Cristo attraverso la pubblicazione di testi biblici e patristici, catechismi, opere di spiritualità, cercando di rimanere al passo con i tempi. Inserite in un contesto di amicizia e di solidarietà che accompagna il loro cammino e la loro opera.
IL TIMONE Dalla viva voce di don Massimo Astrua, accompagnata da immagini toccanti e significative, questo dvd della Mimep-Docete racconta la vita e i momenti salienti di questo sacerdote che, in solidale e fraterna collaborazione con don Angelo Albani, ha dato vita a importanti opere di divulgazione della fede e della verità del cristianesimo. Ma ciò che emerge è innanzitutto la profonda spiritualità che ha segnato la vita di don Massimo e mosso le iniziative che ha realizzato, e che si può riassumere in ciò che nel cristianesimo più conta: l’amore a Dio perché è Dio e al prossimo per amore di Dio. Questa è la vera carità, di cui don Massimo ha dato vera testimonianza. Per richieste: Mimep-Docete – tel. 02-95741935 – e-mail: info@mimep.it .
N. 110 – ANNO XIV – Febbraio 2012 – pag. 50 – 51
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