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13.12.2024

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Bioetica per tutti
31 Gennaio 2014

Bioetica per tutti

 

 

 

Intervista a p. Ramòn Lucas Lucas, dei Legionari di Cristo, autore di un volume di bioetica destinato a tutti.

 

 

 

Professore, perché ha intitolato il suo libro “Bioetica per tutti”? Questione di marketing, come: la RAI per tutti, meno tasse per tutti…?

Anche la comunicazione ha la sua importanza; tuttavia, la mia idea è offrire a tutti una spiegazione precisa, ma accessibile, di quei problemi che riguardano tutti, e non solo un ristretto gruppo di specialisti.
Il famoso vignettista del Corriere della Sera, Giannelli, gli ha dato una mano.
Giannelli è una persona simpatica e un caricaturista eccezionale.
Ho pensato di invitarlo per le illustrazioni del libro. Veda la copertina. Non sembra un’idea geniale?
L’ingegneria genetica ha grande potenzialità per curare malattie oggi incurabili, ma se non stiamo attenti, i bimbi quando nascono non godranno più l’amore materno accarezzati dai genitori, ma sperimenteranno il freddo della provetta del laboratorio.
Oltre alle vignette, il testo è corredato da fotografie, disegni, diagrammi, e quanto altro una pubblicità di avanguardia possa immaginare.
Il dinamismo delle immagini è molto importante nella comunicazione delle idee. Plasmare un concetto in una foto o in un disegno è coinvolgere più sensi nella comprensione e renderla accessibile a tutti. Poi è anche una questione di educazione.
Di educazione?
Il famoso filosofo Ortega y Gasset diceva che la chiarezza nell’esprimere il proprio pensiero è la cortesia del filosofo. Bisogna rendere superficiali, nel senso etimologico del termine, le cose profonde. Cioè è necessario farle venire a galla, alla superficie, senza che perdano tutto il loro peso e serietà.
Vedo che il suo libro ha un ventaglio molto ampio di temi: sessualità, riproduzione umana, embrione, aborto, clonazione, eutanasia, ecc. Non sembra troppa carne al fuoco?
Dipende dal fuoco dei valori. Per chi ama la vita, non esiste il “troppo”; per chi si china verso il sofferente e lo aiuta invece di ucciderlo, non ci sono limiti; per chi porge la mano con amore e il sorriso del suo volto con generosità ai più indifesi, la carne non è mai troppa. Lo spirito si gonfia e si dilata nella solidarietà verso i nostri simili.
Per alcuni, l’eutanasia è offerta come se fosse un atto d’amore.
Guardi, io non giudico le intenzioni delle persone. I fatti, tuttavia, sono in contrasto con queste buone intenzioni. Non riesco a capire – e se mi permette dico questo dopo un anno passato accanto alletto di un famigliare malato di tumore che un mese fa si è spento – non riesco a capire, dicevo, l’eutanasia praticata per sentimento di pietà. Mostruosa mi appare la figura di un amore che uccide, di una compassione che cancella colui del quale non può sopportare il dolore, di una filantropia che s’intende come liberazione della vita di un altro perché divenuta un peso.
A chi consiglia la lettura del suo libro?
A tutti; è bioetica per tutti. Penso possa essere utile nei licei per introdurre i ragazzi a questi temi; nelle università, per approfondire e ricapitolare i concetti fondamentali; sarà di aiuto a medici, infermieri, assistenti sanitari nel loro lavoro; a giornalisti e operatori dell’informazione per comunicare con la gente; a politici e giuristi perché possano indirizzare le leggi in favore del vero valore delle persone; e a tutti noi che amiamo l’uomo per aiutarlo e difenderlo.

 

 

IL TIMONE N. 22 – ANNO IV – Novembre/Dicembre 2002 – pag. 67

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