Regia Gene Kelly e Stanley Donen
Con Gene Kelly e Debbie Reynolds, Donald O’Connor, Jean Hagen
1952 – colori
C’è un genere cinematografico che più di altri o lo si apprezza o non lo si sopporta: sto parlando del musical. Avverto che chi scrive è da sempre appassionato di pellicole musicali e sono certo che, proponendo un film come Cantando sotto la pioggia, invoglierò più di una persona ad avvicinarsi a un tipo di cinema che, magari per motivi di scetticismo, si era voluto evitare. Una premessa importante, che bisogna fare, è quella di dire che il musical è fatto per fare emergere la gioia di vivere (più che mai questo lo si vede nei film con Fred Astaire e Ginger Rogers, ma di questo ne riparleremo…) In "Cantando sotto la pioggia", oltre a questa gioia c'è un omaggio al bello che pervade tutta la pellicola . La storia di una coppia di divi del cinema muto, che deve far fronte alle difficoltà del passaggio al cinema sonoro è la scusa, o meglio il pretesto, per mostrare un'epoca passata ma che lascia il posto a nuove speranze e nuovi sogni. Il film nel film permette innanzitutto di fare un omaggio al cinema e alla sua storia, consentendo a tutti i protagonisti di mettere in mostra il meglio del proprio repertorio. Non c'è un attore o un'attrice che sia fuori parte, si possono solo ammirare gli splendidi numeri di danza abbinati in modo mirabile alle meravigliose canzoni e godersi lo spettacolo. Se poi qualcuno riconoscerà alcune sequenze di un altro famoso film con Gene Kelly vorrà dire che… ma anche di questo ne riparleremo. Da vedere, da cantare e da ballare.
IL TIMONE – N. 44 – ANNO VII – Giugno 2005 pag. 63