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10.12.2024

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Che cos’è la filosofia?
31 Gennaio 2014

Che cos’è la filosofia?

 

 

La filosofia è l’amore-ricerca della verità, specialmente circe le grandi questioni essenziali dell’uomo di sempre. E’ una scienza rigorosa, con delle caratteristiche particolari. Eccone alcune.

Che cos'è la filosofia? Nel corso di 2.600 anni i filosofi hanno dato molteplici e talvolta divergenti definizioni della loro disciplina. Noi qui recepiamo la trattazione al riguardo della maggior parte dei più grandi filosofi greci e medievali (seguendo molto da vicino la ricostruzione che ne fa Antonio Livi), e avvertendo che su questo tema si potrebbero scrivere intere biblioteche.

 

Ricerca della verità, specialmente sulle grandi domande
Etimologicamente il termine viene dal greco, da ?????????, cioè amore-ricerca (????) della sapienza (?????), la quale è la conoscenza della verità.
Quindi la filosofia è l'amore, ricerca della verità.
In particolare, è la ricerca della verità intorno alle grandi domande: «chi sono?», «da dove vengo?», «dove vado?», «esiste Dio?», «se c'è Dio perché esiste il male?», «che cos'è il bene/male?», «siamo liberi?», ecc.

 

È una ricerca scientifica
Che tipo di ricerca? È una ricerca scientifica, intendendo per scienza un passaggio dall'ignoranza alla conoscenza, dal non sapere al sapere, quindi è un'indagine conoscitiva che presenta le seguenti quattro caratteristiche:
1) è rigorosa, sistematica, accurata;
2) aspira alla certezza;
3) aspira all'universalità: a) chiunque studierà i medesimi oggetti; b) se applicherà lo stesso metodo di indagine; c) se partirà dagli stessi postulati; d) arriverà alle medesime conclusioni (per es., in geometria, chiunque studia i triangoli, se parte dai postulati della geometria euclidea, se applica le regole della deduzione, arriva al teorema di Pitagora; e, in filosofia, chiunque indaga gli animali e l'uomo, se parte con la stessa nozione di ciò che è più/meno degno, se applica in modo identico le regole per confrontare le cose, arriva a concludere che l'uomo è superiore all'animale);
4) è esplicativa: non si limita a descrivere il proprio oggetto, ma cerca di spiegarne le cause (per es. l'astronomia non si limita a descrivere un'eclissi, ma cerca di indagarne le cause).

 

Caratteristiche peculiari della filosofia come scienza
Se queste sono le caratteristiche comuni ad ogni scienza, vediamo adesso le caratteristiche peculiari di quella scienza che è la filosofia.
1) Ogni scienza si distingue per il suo oggetto (i numeri per la matematica, i corpi celesti per l'astronomia, i fenomeni naturali per la fisica, ecc.) e circoscrive un ambito, una «zona» della realtà. Ebbene, la filosofia ha per oggetto la totalità della realtà, l'intero: studia, anche se in un modo diverso dalle altre scienze, tutte le cose (per esempio studia la causa di tutte le cose e già in questo senso studia tutte le cose);
2) la filosofia non soltanto investiga la causa della cose, ma anche il fine, lo scopo di ciò che analizza (per esempio, non si interroga solo sulla causa dell'uomo, ma anche sul suo finescopo);
3) mentre le altre scienze si servono di vari strumenti tecnici (le provette, il microscopio, il telescopio, la calcolatrice, il computer, ecc.), la filosofia si avvale di un solo strumento: la ragione, cioè di quell'equipaggiamento di cui ogni uomo (salvo patologie) è fornito. A tale riguardo, in senso un po' ampio, si può anche dire che filosofare significa ragionare, argomentare.
4) La filosofia, sia detto senza timore di sembrare presuntuosi, tra quelle scienze che l'uomo coltiva senza partire da conoscenze rivelate da Dio (che sono invece il punto di partenza della teologia), è la più nobile ed importante:
4.1. la totalità è più importante della parte che la compone, non foss'altro perché contiene sia quella parte, sia qualcos'altro (l'orchestra è più importante del singolo musicista, perché contiene sia il singolo musicista, sia gli altri; nel caso dell'uomo questo discorso non autorizza a schiacciare la parte per il bene del tutto, ma qui il discorso sarebbe lungo…).
Dunque, la scienza che si occupa della totalità della cose è più nobile di tutte le altre, che si occupano solo di una parte della realtà;
4.2. la filosofia si occupa (dovrebbe farlo) prevalentemente degli oggetti più nobili, cioè l'uomo e Dio.
5) La filosofia è una ricerca disinteressata del sapere per amore del sapere e per poter orientare l'agire, e non ha il fine di produrre direttamente qualcosa: non costruisce case, non progetta automobili, non guarisce malattie, ecc. La filosofia è una ricerca disinteressata della verità (questo tuttavia non vuoi dire che la filosofia sia inutile: su il Timone, n. 56 (2006), pp. 32-33, a cui rimando, ho cercato di mostrare che è utilissima perché risponde – come abbiamo visto anche in questo articolo – alle grandi domande, perché insegna a ragionare, perché aiuta ad essere liberi, perché ricerca i requisiti di una società giusta, perché investiga sulla felicità).

 

Differenza con l'ideologia
Per questa sua caratteristica la filosofia si distingue nettamente dal pensiero ideologico, che non mira a disvelare la verità, bensì ad ottenere un sapere, di cui non importa la verità o la falsità, ma solo la sua capacità di far guadagnare potere, ricchezza, successo, ecc. Espressione tipica del pensiero ideologico è, per esempio, la tesi di Francesco Bacone: «sapere è potere»; o l'undicesima tesi di Marx su Feuerbach: «fin'ora i filosofi si sono variamente sforzati di interpretare il mondo; si tratta [piuttosto] di cambiario».

 

Differenza con la teologia
Se la filosofia si occupa anche di Dio, qual è la differenza con la teologia? La teologia dice su Dio cose che ricava dalla Rivelazione e che la ragione non è da sola in grado di trattare, perché le sono inaccessibili; anche se la ragione può intuirne qualche aspetto (per esempio, la filosofia non può da sola arrivare a dire che Dio è Trinità, ma questa nozione non è assurda, bensì le è comprensibile, in una certa parte: cfr. per es., il De Trinitate di S. Agostino).
Ci sono poi delle verità teologiche rivelate che sono anche accessibili-dimostrabili dalla ragione (per esempio l'esistenza di Dio) e nell'indagine su questi temi la teologia e la filosofia coincidono (questa parte della filosofia si chiama teologia razionale o teologia filosofica).

 

Differenza con la religione
Che cosa poi distingue la filosofia che si occupa di Dio dalla religione? La filosofia, come la teologia, è un'indagine, un'investigazione che è distaccata dal suo oggetto, che è Dio; invece la religione è una forma di relazione personale con Dio, in cui il soggetto non deve essere distaccato, bensì profondamente coinvolto, con tutto se stesso, come lo è una persona che sta insieme ad un'altra persona.

 

Cenni su fede e ragione
Sul rapporto tra fede e filosofia si potrebbero leggere moltissimi libri, perciò limitiamoci, in breve, alla loro differenza:
come dice Joseph Pieper, ragionare con la ragione è come vedere coi propri occhi e apprendere con la fede come udire da qualcun altro: la filosofia consegue le sue certezze da sola, vede le cose con i propri occhi; la fede consegue le sue certezze attraverso altri, ascoltando ciò che gli altri hanno visto coi loro occhi e prestando loro fiducia (la fede cristiana è la fiducia, per esempio, ma non solo, nella testimonianza degli apostoli che hanno visto e hanno tramandato i fatti concernenti Gesù Cristo).
Ma se c'è differenza tra filosofare e credere, allora un filosofo non può essere credente? Sì, può esserlo, perché un filosofo può conoscere mediante la filosofia alcune cose (per esempio l'esistenza di Dio), e conoscerne altre mediante la fede (per esempio la Trinità). L'unica cosa impossibile è che un uomo conosca con la filosofia e nello stesso momento creda con la fede esattamente la stessa cosa: ad esempio, io posso credere che Dio esista oppure posso saperlo con la filosofia, ma non posso nello stesso momento (in momenti successivi invece sì) credere con la fede e sapere con la filosofia che Dio esiste, perché l'atto di fede e l'atto di conoscenza filosofica non sono atti che possano darsi simultaneamente rispetto allo stesso oggetto.
Infine, secondo Martin Heidegger un credente non può essere un buon filosofo, perché ha già delle precomprensioni, prima di cominciare a filosofare, riguardo a Dio, all'anima, al bene, al male, ecc. Per questa ragione, per Heidegger il filosofo cristiano sarebbe un «legno di ferro», cioè una contraddizione in termini.
In realtà, però, Heidegger non considera che prima di cominciare a filosofare ogni uomo ha delle precomprensioni sulla vita, sul bene, sul male, ecc. Anche l'ateo ne ha: per quanto riguarda Dio, ha la precomprensione secondo la quale Dio non esiste. Il buon filosofo non è colui che non ha precomprensioni prima di cominciare a filosofare, perché questo è impossibile, bensì chi le mette tra parentesi quando comincia a fare filosofia, colui che cerca di verificarne-dimostrarne il contenuto e non dice di conoscere con la filosofia ciò che invece ha conosciuto solo attraverso altre fonti.

 

 

 

RICORDA

 

«L'attività filosofica ha un grande vantaggio rispetto a tutte le altre; non si ha cioè bisogno di un particolare strumento, né di una sede particolare per esercitarla, ma in qualunque punto della terra uno si ponga all'opera con il pensiero, dovunque gli sarà allo stesso modo possibile afferrare la verità, perché in ogni luogo è raggiungibile, Cosi, dunque, è provato che è possibile dedicarsi alla filosofia, che è il maggiore di tutti i beni, e che è facile conseguirla. Per tutti questi motivi, vale la pena di coltivarla con passione».
(Aristotele, Protreptico. Esortazione alla filosofia, nn. 56-57).

 

«Essa [la filosofia], infatti, fra tutte, è la più divina e la più degna di onore, […] Tutte le altre scienze saranno più necessarie di questa, ma nessuna sarà superiore».
(Aristotele, Metafisica, 983a 10-12).

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

Antonio Livi, La filosofia e la sua storia, Dante Alighieri, 1996, vol. I, pp. 1-14.
Antonio Livi, Perché interessa la filosofia e perché se ne studia la storia, Leonardo da Vinci, 2006.
Tomas Melendo Granados, Un sapere a favore dell'uomo. Introduzione alla filosofia, Edusc, 2002.
Joseph Pieper, Per la filosofia, Ares, 1976.
Giovanni Paolo Il, Enciclica Fides et Ratio, 14 settembre 1998.
Aristotele, Protreptico. Esortazione alla filosofia.
Corrado Gnerre, Studiare la filosofia per rafforzare la fede, voI.1°: Dall'antichità al Medioevo, Studi apologetici Joseph oboedientissimus, Benevento, 2005.
Corrado Gnerre, Studiare la filosofia per rafforzare la fede, vol.2°: Dall'età della ragione all'età contemporanea, Studi apologetici Joseph oboedientissimus, Benevento, 2008.

 

 

 

 

Dossier: La grandezza della filosofia

 

IL TIMONE  N. 71 – ANNO X – Marzo 2008 – pag. 36-38

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