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11.12.2024

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Corredentrice: un nuovo dogma?
2 Maggio 2014

Corredentrice: un nuovo dogma?

 

“Corredentrice dell’umanità”: il titolo è legato alle apparizioni di Amsterdam, ma i teologi sono divisi. Deciderà il Papa dopo aver consultato tutti i vescovi del mondo?

 

 

Il vescovo di Haarlem-Amsterdam, monsignor Joseph Punt, nel maggio 2002, approva ufficialmente le apparizioni di Amsterdam. Nei messaggi affidati alla veggente Ida Peerdeman, la Madonna avrebbe chiesto in maniera esplicita un nuovo dogma, che dovrebbe attribuirle il titolo di Maria Corredentrice, Mediatrice e Avvocata. La “Signora di Tutti i Popoli”, come si definisce, promette solennemente che «Ella salverà il mondo sotto questo titolo» (20 marzo 1953). Descrive inoltre cosa accadrà: «Quando il dogma, l’ultimo dogma della storia mariana, sarà proclamato, allora la Signora di Tutti i Popoli donerà la Pace, la vera Pace al mondo» (31 maggio 1954). In realtà questo eventuale quinto dogma, su cui si discute da molti anni, suscita le forti critiche di alcuni settori della Chiesa, i quali ritengono la parola “corredenzione” equivoca e poco adatta per descrivere in modo teologicamente corretto la posizione unica di Maria nel piano salvifico, preoccupati che l’incomparabile, unico ruolo di Gesù come divino Redentore possa esserne sminuito; gli stessi critici temono inoltre che possa compromettere il già difficile dialogo ecumenico con le altre denominazioni cristiane. C’è infine da sottolineare che difficilmente un dogma verrà mai proclamato a causa di una rivelazione privata.

 

Tra i “sostenitori”, Padre Pio e Madre Teresa

Il termine “corredenzione” esprime la particolare cooperazione della Beata Vergine Maria all’opera di redenzione compiuta da Gesù Cristo. Non è una dottrina ancora compiutamente definita e accettata: è infatti oggetto di dibattito tra i teologi. Alla base della corredenzione di Maria ci sono i punti dottrinali seguenti: Maria, in quanto Madre di Cristo, è partecipe della Sua vita e delle Sue opere; nel disegno di Dio Padre, Maria è associata a Cristo per il trionfo sul peccato così come Eva fu associata ad Adamo nel peccato originale; Maria è stata associata alla Passione e morte di Gesù, partecipandovi con il suo dolore di madre.

Riguardo all’uso del termine “corredentrice” da parte del Magistero recente, gli oppositori alla definizione del nuovo dogma fanno notare che tale termine è sì presente in alcuni documenti pontifici, ma essi sono marginali e quindi privi di peso dottrinale. Nei documenti fondamentali di carattere mariano di qualche rilievo dottrinale, il termine “corredentrice” è assente. Nella lista dei sostenitori del dogma di Corredentrice, Mediatrice e Avvocata ci sono nomi importanti come Vincenzo Pallotti, Anna Caterina Emmerich, Leopoldo Mandić, Massimiliano Kolbe, Edith Stein, Padre Pio e Madre Teresa. C’è chi fa notare che lo stesso san Giovanni Paolo II ha usato più volte il titolo “corredentrice”, ad esempio durante l’udienza generale dell’8 settembre 1982 («Maria, pur concepita e nata senza macchia di peccato, ha partecipato in maniera mirabile alle sofferenze del suo divin Figlio, per essere Corredentrice dell’umanità»). Ma è anche vero che l’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Joseph Ratzinger, riferì al giornalista tedesco Peter Seewald, nel libro Dio e il mondo, che la collaborazione di Maria nel piano salvifico «viene meglio espressa tramite altri titoli, mentre la formula “Corredentrice” si allontana troppo dal linguaggio e dagli scritti dei Padri della Chiesa e per questo suscita dei fraintendimenti ». Da notare infine che alcuni mariologi non hanno difficoltà a venerare la Madonna col titolo di “Corredentrice”, ma non vedono la necessità che questa verità sia definita come dogma. Altri invece sono aperti al dogma, ma per l’immediato futuro lo ritengono inopportuno.

Insomma, la discussione teologica, contraddistinta dal massimo rispetto del Magistero autentico, rimane aperta. Se si spiega in maniera teologicamente corretta il termine di “Corredentrice”, risulta chiaro che la Vergine non è equiparata a Gesù, come se Lei fosse Dio. Anzi, la parola “co-redentrice” significa che Maria, come Immacolata e nuova Eva, in unione perfetta con il suo Figlio divino, in piena dipendenza da Lui e vivendo totalmente di Lui, ha sofferto in modo unico per la nostra redenzione.

C’è chi ipotizza che il Santo Padre potrebbe chiedere a tutti i vescovi del mondo la loro opinione al riguardo, e poi decidere. Come fece Pio IX per il dogma dell’Immacolata Concezione.

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