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14.12.2024

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Cristianesimo e Islam: cosa diversi
31 Gennaio 2014

Cristianesimo e Islam: cosa diversi

 

 

 

Dopo i tragici eventi di New York ci si interroga sui rapporti tra Cristianesimo e Islam. Il primo, nato dalla incarnazione di Dio in Gesù Cristo, è chiamato a farsi consapevole della sua irriducibilità. Il secondo, creato da Maometto, non distingue tra struttura religiosa e politica. E rischia di sfociare in teocrazia.

Le osservazioni che seguono sono formulate sul piano della dottrina, cioè delle impostazioni fondo ossia delle visioni dell’uomo e della realtà che sono implicate nella posizione cristiana ed in quella mussulmana.
Per quanto riguarda la visione mussulmana, al di là di quello che si sarebbe tentati di pensare, non esiste una visione dottrinale unitaria e “canonica”, ma certo esiste una visione generale, teorica e pratica, che è generalmente diffusa come posizione islamica: è quindi a questa che si riferiscono le nostre osservazioni sull’islamismo.
1) Cristianesimo
II cristianesimo non è la religione del libro o della dottrina, ma è la religione dell’avvenimento: la incarnazione di Dio in Gesù Cristo, la sua vita, passione, morte e risurrezione per la salvezza dell’uomo e la liberazione del mondo. Religione unica e irriducibile a qualsiasi altra: ovviamente in connessione specifica con l’esperienza religiosa del popolo ebraico, e quindi con la storia della salvezza, che in Gesù Cristo, Figlio dell’Uomo e Figlio di Dio, ha il suo compimento trascendente, definitivo e irrevocabile. Questo apre il problema della inevitabile connessione, fondamentale e dialettica insieme, fra cristianesimo ed ebraismo.
Nell’avvenimento di Cristo l’uomo è chiamato a partecipare alla vita stessa di Dio, mediante una reale trasformazione della propria identità umana, già sperimentabile nella esistenza storica e che avrà un compimento definitivo nel passaggio dalla vita storica a quella eterna. La tradizione cattolica ha chiamato questa trasformazione sostanziale della vita dell’uomo, già sulla terra ed in cammino verso la vita eterna, Redenzione.
Cristo è il Redentore dell’uomo, “centro del cosmo e della storia” (Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, 1) “che rivela all’uomo tutta la verità su di lui” (R. H.,10). La Dominus Jesus ha ribadito in modo radicale e pertinente il carattere unico della rivelazione di Cristo, e la sua irriducibilità a qualsiasi altro momento o forma della religiosità umana.
La consapevolezza di tale assoluta specificità del cristianesimo (“II cristianesimo non è la religione dell’uomo che cerca Dio, è la religione di Dio che ha cercato l’uomo”. Cfr. T.M.I.) è la condizione della capacità che il cristianesimo ha avuto in ogni momento della sua storia di incontrare e confrontarsi con le varie formulazioni religiose, filosofiche e culturali. Il dialogo infatti è l’espressione matura della coscienza della propria identità.
Il cristianesimo è caratterizzato da una antropologia della libertà. L’uomo è creato libero ed è redento nella sua libertà.
Libertà significa responsabilità del cristiano di fronte a Dio e di fronte ai propri fratelli uomini. La fede è sempre e solo un fatto “drammatico”, cioè di libertà; non può essere “meccanicamente” collegato ad appartenenze etniche o a condizioni di carattere culturale o socio politico.
L’uomo cristiano è dunque sostanzialmente protagonista della sua esistenza storica, personale e sociale. La fede, personalmente vissuta nell’appartenenza all’organismo ecclesiale, tende, per sua natura, a divenire “storia”: cioè capacità di creazione, di cultura e di civiltà. Cultura e civiltà che sono eminentemente storiche, quindi essenzialmente riformabili; non fruiscono dell’assolutezza della fede, ma ne segnano la verità e l’autenticità: san Giacomo infatti ci insegna che la fede senza le opere è morta. La libertà cristiana si esprime essenzialmente come capacità di giudizio e come carità, cioè come capacità di condivisione dell’uomo e della sua vita, nella certezza della comune appartenenza al mistero di Cristo.
La fede cattolica non può essere imposta a nessuno e influisce attivamente nella storia degli uomini, generando un movimento di rispetto della libertà umana e delle stesse strutture in cui si attua la convivenza umana: società, stato, ecc.
La Chiesa cattolica non ha mai superato la preziosa distinzione gelasiana fra coscienza religiosa e strutture della vita sociale. Il confessionalismo delle strutture è teoria estranea alla coscienza cristiana.
La missione cristiana è un impeto comunicativo della fede agli uomini, nelle condizioni obiettive della vita e della storia dell’uomo. Non è mai una imposizione, non comincia mai con la distruzione di niente: la fede si comunica “con forza e dolcezza” e si documenta in una straordinaria capacità di valorizzazione, in cui vibra l’autentica dimensione della cattolicità.

2) Islamismo
L’islamismo è la religione della dottrina di Maometto, che è considerato l’ultimo e definitivo profeta di Allah, Dio unico e trascendente, di cui la dottrina di Maometto proclama l’assoluta signoria sull’uomo e sulla realtà.
L’islamismo, nato in un contesto culturale e storico, caratterizzato da movimenti di evoluzione di realtà etniche, ha cercato di collegarsi con la religione ebraica e con quella cristiana. Con l’ebraismo, attraverso la filiazione da Abramo per tramite di Ismaele, e considerando comunque la profezia dell’Antico Testamento preparazione della profezia di Maometto. Analogamente si è collegato al cristianesimo, considerando Gesù di Nazareth il più grande dei profeti, prima di Maometto. Ma la connotazione etnico-razziale per cui l’islamismo è diventato il fattore unificante del mondo arabo, ha dato al rapporto con l’ebraismo e il cristianesimo una connotazione fortemente dialettica.
L’impostazione dottrinale ha teso a diventare la base di una ideologia religioso-politica, base della formazione di vere e proprie teocrazie. L’islamismo si è sempre presentato come un fenomeno religioso fortemente esclusivo, strettamente connesso con la tradizione e l’etnia araba, proteso a investire il mondo degli “infedeli”, utilizzando lo strumento della guerra santa.
Nelle società islamiche, che fanno riferimento esclusivamente alla religiosità islamica, non esiste spazio per differenze religiose nella società; non esiste distinzione fra struttura religiosa e struttura socio politica; è stata assolutizzata una immagine di famiglia in cui i coniugi vivono una strutturale disuguaglianza, con la totale soggezione della donna all’uomo. Il confronto che abbiamo operato, nel rigoroso rispetto dei dati essenziali delle due posizioni cattolica e islamica rende ancora più urgente l’impegno dei cristiani a vivere questo momento così intensamente drammatico nell’unico orizzonte possibile: quello della missione.

DOTTRINE A CONFRONTO

Dio
Cristianesimo. Esiste un solo Dio, che è Padre, Figlio e Spirito Santo.
Islam. Esiste un solo Dio. La Trinità cristiana è dottrina politeista

Gesù Cristo
Cristianesimo. È la seconda Persona della Trinità; è vero Dio e vero uomo.
Islam. È un grande profeta.

Maometto
Cristianesimo. È l’inventore della religione islamica. Non è profeta.
Islam. È il profeta di Aliali, è il più grande dei profeti, superiore a Gesù.

Testo sacro
Cristianesimo. Solo la Bibbia è Sacra Scrittura, è Parola di Dio. Il Corano non è testo sacro.
Islam. Il Corano è il Libro, l’unico Libro sacro.

Paradiso
Cristianesimo. È la vita eterna, la gioia senza fine nella contemplazione dell’amore di Dio.
Islam. È il godimento, in giardini fioriti, di piaceri sensuali come le degustazioni di cibi e liquori e di fanciulle.

RICORDA
“(…) per dovere di lealtà, noi dobbiamo manifestare la nostra persuasione essere unica la vera religione ed essere quella cristiana, e nutrire speranza che tale sia riconosciuta da tutti i cercatori e adoratori di Dio”.
(S.S Papa Paolo VI, Enciclica Ecclesiam Suam, 1964).
“Non basta avvicinare gli altri, ammetterli alla nostra conversazione, confermare ad essi la nostra fiducia, cercare il loro bene. Bisogna inoltre adoperarsi affinchè si convertano. Occorre predicare perché ritornino. Occorre recuperarli all’ordine divino che è uno solo”.
(S.S. Papa Paolo VI, Discorso del 27 giugno 1968, cit. in Romano Amerio, Iota unum, Riccardo Ricciardi Editore, Milano-Napoli 1989, p. 310).

BIBLIOGRAFIA
Jean-Marie De La Croix, Le religioni e la Religione, Mimep-Docete, Pessano (MI) 1990.
Silvia Scaranari Introvigne, l’Islam, ElleDiCi, Leumann (Torino) 1998.
Anna Maria Cenci, Perché non tutte le religioni sono uguali, Centro Editoriale Cattolico Carroccio, Vigodarzere (PD) 1992.
Francesco Olgiati, II sillabario del Cristianesimo, l° ed. 1924, Vita e Pensiero, Milano 1980.

IL TIMONE N. 16 – ANNO III – Novembre/Dicembre 2001 – pag. 12-13

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