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13.12.2024

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Cristo vince ogni morte
31 Gennaio 2014

Cristo vince ogni morte

 

 

Suor Elvira, don Chino Pezzoli, Chiara Amirante: tre storie di persone che condividono la disperazione degli ultimi. Che scoprono la gioia della vita grazie alla croce di Cristo.

 

«Non abbiamo grandi terapie, ma chiediamo a tutti di vivere il Vangelo», afferma convinta Chiara Amirante, la giovane fondatrice e animatrice della comunità di accoglienza Nuovi Orizzonti che, a partire dall’incontro con i “giovani di strada” della Stazione Termini di Roma, da 13 anni si occupa di barboni, prostitute, drogati.
«La vita cristiana, nella sua pienezza, è la risposta vera a ogni inquietudine dell’uomo», conferma suor Elvira Petrozzi, che 24 anni fa ha creato a Saluzzo, in provincia di Cuneo (e da qui si è irradiata in tutto il mondo) la Comunità Cenacolo, per ridare speranza a tanti giovani smarriti, insoddisfatti, delusi.
«Non basta “recuperare” i nostri ragazzi. Molti di loro non sanno ancora amare: hanno bisogno di attenzione e di leve come educazione, vita, valori». Lo dice don Chino Pezzoli, fondatore della comunità Promozione Umana, che da più di un quarto di secolo si fa carico della sofferenza di tossicodipendenti, stranieri, senzatetto, carcerati e minori in difficoltà, cercando di trovare risposte adeguate e concrete ai loro bisogni più veri.

Una risposta al desiderio infinito di felicità

 
Chiara, suor Elvira, don Chino. Tre storie meravigliose e tre stili di ospitalità diversi, ma tutte e tre le loro straordinarie esperienze partono dall’accettazione e dalla valorizzazione delle persone e dall’amore al loro destino, nella luce di Cristo. Non si affidano a cocktail di farmaci, metodi psicologici, alchimie sociologiche; non si aspettano la fuoruscita dal baratro della solitudine, del disagio e del disadattamento sociale, grazie ad acrobatiche soluzioni politico-legislative, ma puntano dritto al cuore della questione: l’uomo e il suo desiderio infinito di felicità. Dalla morte alla vita. Chiara: «In questi anni centinaia di giovani sono arrivati da me disperati, morti, con la morte nell’anima. È stato incredibile poi vedere la meravigliosa gioia di vivere scoppiata nel loro cuore grazie all’incontro con Cristo Risorto». Suor Elvira: «Propongo uno stile di vita che porta a riscoprire l’Amore che nasce dalla Croce di Cristo e che dà vita ai morti, libera i prigionieri, dona la vita dei cieli». Don Chino: «Sulla frontiera degli ultimi, mi batto per la centralità della persona, che deve riacquistare la sua dignità sottraendosi alle seduzioni del male».

Suor Elvira, la preghiera al centro della giornata

 
Come è nata la vocazione a farsi prossimo? «Mi accorgevo che molti adolescenti erano abbandonati ed emarginati, soli, tristi; nelle loro famiglie non c’era più dialogo né fiducia», racconta suor Elvira. «Di fronte a tanta miseria, cominciai ad avvertire in me una spinta nuova, non mia, sentivo di dover dare qualcosa che Dio aveva messo in me per loro. Così è venuta la chiamata ad aprire le porte agli sbandati, ai tossici, ai disperati che si incontrano nelle stazioni, per strada. La Comunità Cenacolo è nata come risposta della tenerezza di Dio Padre all’urlo di disperazione di tanti ragazzi stanchi, delusi, disperati, drogati e non drogati, tutti alla ricerca della gioia e del senso vero della vita». Oggi la Comunità Cenacolo di suor Elvira, riconosciuta nel 1998 come “associazione privata di fedeli”, conta 52 confraternite sparse in Italia e in tutto il mondo, dalla Croazia agli Stati Uniti (anche a Medjugorje!) e ospita più di mille ragazzi e ragazze. «Propongo uno stile di vita semplice, familiare, alla riscoperta del lavoro e dell’amicizia. Al termine del cammino in comunità nella maggior parte dei ragazzi nasce il desiderio di formare una famiglia, altri si mettono a disposizione come collaboratori». Le giornate iniziano e finiscono con la recita del Rosario, la preghiera è il centro e il cuore della vita comunitaria.

Chiara, accanto ai “rifiuti” della società

 
Nel 1991 Chiara Amirante decide di recarsi di notte nei posti meno raccomandabili della città di Roma per avvicinare i “rifiuti” della società: si sedeva accanto a loro e li ascoltava. «Mi sono detta: voglio dedicare la mia vita ai disperati del mondo, perché possano scoprire che Cristo è la gioia che vince ogni sofferenza». Tre anni dopo, seguita da Loredana e Tonino, apre a Trigoria, in provincia di Roma, la prima comunità di accoglienza Nuovi Orizzonti, con materassi sparsi per terra dappertutto: qui centinaia di giovani, provenienti da esperienze estreme, cominciano a ricostruire sé stessi alla luce dell’Amore di Cristo. Dice Chiara: «In Cristo ho trovato tutto quello che il mio cuore cercava: la pace, la gioia, un senso alla mia esistenza. E quei colori capaci di riempire, di colorare di cielo la mia piccola vita». Pure riconosciuta, nel 1997, come “associazione privata di fedeli”, e l’anno dopo costituita in Onlus, la comunità Nuovi Orizzonti sta conoscendo un’espansione inarrestabile: centri di accoglienza in Italia e all’estero, equipe di strada, missioni nei Paesi in via di sviluppo, cooperative sociali, gruppi di preghiera, corsi di formazione…

Don Chino, no alle scorciatoie facili

Per don Chino Pezzoli, 72 anni, dalle solide radici bergamasche e “arruolato” dal 1965 tra i preti della diocesi di Milano, l’avventura nel mondo dell’accoglienza è cominciata quando ha incontrato Paolo, ragazzo allo sbando, che una sera bussò alla porta della sua canonica. Oggi la sua multiforme presenza si esprime in 32 centri operativi, che ospitano circa 500 ragazzi tossicodipendenti, ammalati di Aids, emarginati e in difficoltà. La Comunità di Promozione Umana dal 1998 è registrata come Fondazione. Chiaro e netto il giudizio sulla realtà che viviamo. Don Chino condivide il fatto che il clima va peggiorando e che c’è in giro molta superficialità. E purtroppo oggi, a differenza di ieri, non c’è più la vicinanza della società civile e della politica. Anzi, le nuove norme liberalizzatici sulla detenzione di stupefacenti ci mostrano che «accanto agli spacciatori di sostanze illecite, ci sono politici che preparano il terreno». Per lui il no alla droga è un fatto di difesa della vita, di cultura, di sicurezza.

Solo il Risorto vince l’angoscia e dona la pace

I termini che più ricorrono, soprattutto nel linguaggio di suor Elvira e Chiara Amirante, sono le parole “Risurrezione” e “Risorto”. E Risurrezione, in particolare, è anche il nome della rivista della Comunità Cenacolo. «Il Signore ci fa spettatori quotidiani della sua Risurrezione, in forza della quale ogni giorno vediamo la vita tornare a sorridere sul volto di chi aveva perso ogni speranza», dice suor Elvira. «Io ho proposto e sto proponendo ai giovani quello che ha salvato me: la croce di Cristo, la vita di Cristo che è vivo oggi». E Chiara: «È dalla consapevolezza della comunione con il Risorto, che ha cambia-to la mia vita in un momento di sofferenza e di dolore, che è nato il desiderio di andare incontro a chi aveva la disperazione sul volto, la siringa nel braccio, le lacrime fermate dall’eroina. Cristo è la vita che vince ogni morte, Cristo è la pace che vince ogni angoscia». 

Dossier: Fatti di vita

IL TIMONE – N.64 – ANNO IX – Giugno 2007 pag. 40-41

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