Ma, come in tutte le cose umane, c’è un problema. Che si materializza sottoforma di questa semplice ma scomoda domanda: la maggioranza può decidere qualsiasi cosa? In altre parole: il contenuto della “volontà dei più” è totalmente libero, e può comprendere le più svariate azioni e decisioni? Oppure esistono dei vincoli, dei limiti, dei contenuti appunto, che limitano – anche pesantemente – la volontà di potenza della maggioranza? Sembra una questione molto astratta, ma un esempio potrà chiarire subito la concretezza del problema. Abbiamo detto che in un’isola-Stato abitata da nove persone, cinque d’accordo fra loro possono democraticamente comandare. Ma che cosa possono comandare? Possono, ad esempio, decidere l’eliminazione fisica di tutti gli abitanti dell’isola che abbiano una statura inferiore al metro e settanta? Oppure: possono decidere che su quell’isola i malati non devono essere curati ma eliminati? O ancora: possono decidere l’abolizione del reato di furto? Istintivamente, ognuno risponderà subito di no. Giustamente: perché sarebbe mostruoso che, in nome del principio di maggioranza, in uno Stato venissero legalizzati l’omicidio e la rapina.
Ma in questo modo, noi stiamo introducendo nel metodo democratico un fortissimo elemento di limitazione. Stiamo dicendo che la verità prevale sulla libertà dei singoli. Per impedire che una maggioranza di persone – magari schiacciante – eserciti il potere in maniera indiscriminata, dobbiamo ammettere che esistono alcune verità le quali, è proprio il caso di dirlo, “non si possono mettere ai voti”. L’innocenza di Gesù fu sottoposta a referendum, e sappiamo come andarono le cose. Per impedire che il nostro immaginario abitante dell’isola ammalato venga abbandonato al suo destino per “volontà democratica”, dobbiamo implicitamente ammettere che esiste una verità più forte del voto della maggioranza: la verità in base alla quale far morire un uomo innocente, anche malato, è un’orribile ingiustizia.