Banner_Il Sabato del Timone_14 dic 24_1920x280

14.12.2024

/
Differenze? Molte. E gravi
31 Gennaio 2014

Differenze? Molte. E gravi

Le confessioni non cattoliche hanno rifiutato via via l’importanza delle opere, il Magistero, l’intercessione della madonna e dei Santi, cinque sacramenti, la transustanziazione, la Messa come sacrificio, il celibato ecclesiastico e introdotto il sacerdozio femminile.

La tempesta, esplosa nel XVI secolo al tempo di Lutero, Zwingli, Calvi no ed Enrico VIII re d’Inghilterra, era nell’aria fin dal tempo delle eresie popolari del XIII secolo (Catari e Valdesi), fin dalle eresie a sfondo nazionalista di John Wycliffe e Jan Hus del XIV secolo, fin dal movimento umanistico che inaugurò una critica impietosa della cultura medievale.
È innegabile una crisi della Chiesa cattolica di quell’epoca alle prese con la cultura nuova. I Papi rinascimentali cercarono di imbrigliare il movimento umanistico, divenendo i maggiori committenti d’arte perchéla nuova cultura si ponesse al servizio della fede, anche a costo di tollerare alcuni risvolti neopagani. Essi culminano nelle decorazioni della Cappella Sistina dove, accanto ai Patriarchi dell’Antico Testamento compaiono le Sibille, celebrazione della sapienza pagana. Questo sbilanciamento verso la cultura nuova operò il distacco dalla religiosità popolare, da secoli diffusa dagli Ordini mendicanti, a loro volta travagliati dall’impietosa critica di Erasmo da Rotterdam.
Martin Lutero (1483-1546) fu un genio della comunicazione, colui che ha plasmato la lingua tedesca. Fu esegeta della Sacra Scrittura e tenace polemista. Iniziò con la celebre questione delle indulgenze, colpendo un reale abuso. Forte del sostegno politico del langravio Federico di Sassonia, Lutero affermò che la Chiesa romana aveva errato. Occorreva dunque un fondamento indefettibile e ritenne d’averlo trovato nell’Epistola ai Romani, quando san Paolo afferma: Justus ex fide vivit (Rm 1,17). L’uomo è giustificato in forza della sola fede, e a nulla valgono le opere buone (pellegrinaggi, digiuni, elemosine). Ma dal momento che nella Lettera di san Giacomo si afferma, al contrario, che «la fede senza le opere è morta» (Gc 2,26), la dichiarò apocrifa, relegandola in appendice alla sua traduzione della Bibbia. Inoltre, tra Dio e l’uomo, si pone solo Cristo che accoglie su di sé i peccati di tutti gli uomini. L’intercessione della Madonna e dei Santi non ha alcun valore. Poiché, secondo Lutero, l’insegnamento di Cristo è stato adulterato dalla Chiesa cattolica, l’unica autorità è la Sacra Scrittura. All’obiezione che occorre un interprete autentico della Scrittura, perché le interpretazioni sono numerose quanto gli esegeti, Lutero e gli altri riformatori risposero che i lettori sono assistiti dallo Spirito Santo. La Riforma, perciò, è condannata al pluralismo delle comunità di fedeli, perché diversamente non sarebbe nata.
A ben vedere, gli altri passi compiuti da Lutero appaiono obbligati da questo principio. La Chiesa cattolica proponeva sette sacramenti. Lutero li ridusse a due, battesimo ed Eucaristia. Lutero diffidava della filosofia scolastica e perciò si rifiutò di ammettere che nell’Eucaristia avviene la transustanziazione, ossia che prima della consacrazione c’è la realtà del pane e del vino, e, dopo, c’è il Corpo e il Sangue di Cristo, nascosti sotto le apparenze del pane e del vino. Affermò, invece, che dopo la consacrazione c’è la realtà del Corpo e del San gue di Cristo insieme con la realtà del pane e del vino (consustanziazione). Accogliendo la protesta di Zwingli che non voleva essere «macellaio di Dio», Lutero tolse alla Messa il carattere di rinnovamento del sacrificio della Croce, ritenendola solamente commemorazione dell’Ultima Cena.
Tali novità furono seguite dall’abolizione del celibato ecclesiastico, dalla confisca dei monasteri con le loro terre a favore dei principi, dalla sollevazione dei cavalieri e poi dei contadini. Lutero reagì con estrema durezza, assegnando ai principi il compito di reprimere senza pietà i disordini. Dopo il 1525 praticamente cessò l’attività di Lutero.
La guida del movimento protestante fu assunta fino al 1531 da Ulrico Zwingli, il riformatore di Zurigo e di Berna, la mente politica della Riforma che avrebbe voluto coalizzare tutti i riformati per guidarli con una energica azione politica contro il papato. Zwingli rimase ucciso nella battaglia di Kappel, combattuta tra cantoni svizzeri riformati e cantoni rimasti cattolici.
Dopo il 1536 la guida dei protestanti fu assunta da Giovanni Calvi no, il riformatore di Ginevra. Il calvinismo si presenta come una rigorosa dogmatica, per instaurare una società cristiana definitiva. Il potere politico, totalmente laicizzato, è affidato agli Anziani, designati da elezioni popolari. La guida religiosa e liturgica, ridotta al minimo, spetta ai Pastori; il compito di insegnare ai Dottori, i professori dell’Accademia di Ginevra. I compiti assistenziali sono devoluti ai Diaconi. Le chiese furono private di ogni arredo, comprese le pitture e le statue, considerate usi pagani. Laltare doveva essere di legno. LEucaristia era celebrata solamente quattro volte l’anno (Natale, Pasqua, Pentecoste e dedicazione della chiesa). Nell’Eucaristia, finché dura l’assemblea dei fedeli c’è la presenza spirituale di Cristo, che cessa con la fine del rito (in tutte le chiese protestanti non c’è presenza eucaristica) .
La Comunione anglicana nacque per decisione di Enrico VIII che si fece proclamare capo della “Chiesa” anglicana. Essa, in un primo tempo si presentò come Chiesa scismatica, ossia senza differenze dogmatiche rispetto a quella cattolica, ma presto furono introdotti molti usi luterani. La Chiesa anglicana ritenne a lungo di essere una via media tra cattolicesimo e luteranesimo. Fu il movimento di Oxford, guidato da John Henry Newman, a scoprire, mediante un rigoroso esame storico-critico, che solamente nella Chiesa cattolica si era conservato nella sua interezza il messaggio di Cristo.
In occasione del Concilio Vaticano Il avvennero alcuni cordiali incontri tra i papi e gli arcivescovi anglicani che sembravano avviare felicemente il dialogo ecumenico, ma nuove difficoltà sono insorte con la decisione presa dalle comunità anglicane di promuovere al sacerdozio le donne, in seguito alle proteste del femminismo che le riteneva discriminate. Un fatto del genere poteva accadere solamente in seno al protestantesimo. Per i cattolici, infatti, la più eccellente tra tutte le creature è la Madonna che, col titolo di Madre di Dio, si pone al di sopra di ogni uomo. Il sacerdozio è una diaconia, un servizio che deve identificare chi ne è insignito con Cristo, il quale si è incarnato assumendo l’identità maschile. Si tratta di un dato di fatto, non di un privilegio.

LA VERA CHIESA

«Esiste quindi un’unica Chiesa di Cristo, che sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui».
(Dominus Iesus, n. 17)

RICORDA

l«o non ammetto che la mia dottrina possa essere giudicata da alcuno, neanche dagli angeli».
(Martin Lutero, citato in Jacques Maritain, Tre riformatori. Lutero, Cartesio, Rousseau, Morcelliana 20017).

BIBLIOGRAFIA
Hubert Jedin (a cura di), Storia della Chiesa, voI. VI, Riforma e controriforma di Erwin Iserloh, Josef Grazik e Hubert Jedin, Jaca Book 1993.
Francesco Sciuto, UIrico Zwingli, Giannini Editore 1980.
Francesco Diego Tosto, Calvino punto di convergenza, Edizioni Scientifiche Italiane 2003.
Alberto Torresani, Storia della Chiesa, Ares 1999.
Idem, www.paginecattoliche.it/EARLM007.htm. e www.paginecattoliche.it/EARLM009.htm.

Dossier: La vera Chiesa? E’ quella cattolica!

IL TIMONE – N. 40 – ANNO VII – Febbraio 2005 pag. 44 – 45

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Per leggere l’articolo integrale, acquista il Timone

Acquista una copia de il Timone in formato cartaceo.
Acquista una copia de il Timone in formato digitale.

Acquista il Timone

Acquista la versione cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Acquista la versione digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Resta sempre aggiornato, scarica la nostra App:

Abbonati alla rivista