Banner_Il Sabato del Timone_14 dic 24_1920x280

13.12.2024

/
Digitale terrestre e tv celeste
31 Gennaio 2014

Digitale terrestre e tv celeste

 

 

Oggi si aprono molte possibilità per promuovere una visione cattolica della vita perché gli spazi ormai ci sono. Bisogna però produrre i contenuti. Tre le strade possibili… 

 
 
 
In Italia ormai è quasi totale il passaggio del segnale televisivo da analogico a digitale: al di là del cambiamento tecnico, questo significa soprattutto che, senza bisogno di parabole, ma con un segnale terrestre “normale” captato dalle normali antenne, laddove un tempo c’era spazio solo per dodici canali nazionali, oggi c’è spazio per almeno sessanta. Ne hanno approfittato soprattutto Rai e Mediaset, che hanno utilizzato la grande quantità di materiale presente nei loro magazzini per costruire reti “minori”, che tanto minori non sono, perché raggiungono share anche dell’1 o 2 per cento, che, sommato per un certo numero di reti, significa raggiungere percentuali di ascolto non trascurabili.
Si tratta in quasi tutti i casi di reti specializzate: canali per bambini come Boing, canali di storia come RaiStoria, o di cinema come RaiMovie o Iris sul digitale Mediaset.
Il risultato è che le grandi reti generaliste (RaiUno e Canale 5 in testa), che già avevano visto diminuire gli ascolti per la presenza di Sky e delle reti ospitate nel suo pacchetto (Fox, National Geographic, History Channel, Disney Channel, ecc.), ora li hanno visti diminuire ulteriormente per la presenza di questi nuovi canali tematici. Ormai i grandi numeri di ascolto in televisione si realizzano solo in occasioni di grandi eventi come le partite di calcio della nazionale, il Festival di Sanremo (la puntata con Benigni è stata seguita da una media di 15 milioni di spettatori, con punte di 19 milioni durante la performance dell’attore toscano) e poco altro.
Non si tratta di grandi e repentini cambiamenti, ma essi indicano una tendenza che si rivelerà probabilmente sempre maggiore in futuro. In America, dove spesso il presente è il nostro futuro, le reti generaliste principali hanno avuto una fortissima riduzione degli ascolti, che si sono sparpagliati su reti locali e reti tematiche a pagamento via cavo, che offrono una grande molteplicità di scelte. Che cosa significa questo per una presenza cattolica nei media e in particolare nel mondo della televisione?
Fino a oggi la presenza di un’identità fortemente cattolica in televisione si trovava soprattutto a due livelli: quello delle grandi fiction religiose prodotte per RaiUno e quella di un canale tematico fortemente identitario come Tv2000 (l’ex Sat2000). A mio parere la trasformazione a cui abbiamo accennato dà un’indicazione interessante e utile, su cui riflettere. In questo panorama di frantumazione dell’ascolto televisivo, diventa meno cruciale di prima trovare spazi sui diversi canali, perché gli spazi oramai ci sono. Diventa invece più importante di prima produrre i contenuti che poi possono andare a “riempire” molti di questi canali.
Da una parte la frantumazione dei canali e la crisi economica stanno impoverendo la televisione generalista: per esempio, la Rai ha molto ridotto il suo investimento sulla fiction (siamo passati da 290 milioni di euro l’anno a solo 200 in tre anni). Questo significa che sarà ancora più necessario di prima arrivare a fare coproduzioni internazionali, se si vuole realizzare prodotti “belli da vedere”, non troppo poveri (pensiamo, per es., alle fiction su Giovanni Paolo II) e che raggiungano il mercato internazionale. Non dobbiamo nasconderci – e possiamo esserne orgogliosi – che negli anni scorsi la Rai (in particolare grazie al lavoro della Lux vide) ha prodotto delle belle fiction a contenuto religioso, alcune delle quali sono state poi vendute in tutto il mondo, o almeno diffuse in molti Paesi (le ultime coproduzioni importanti sono state la fiction su Sant’Agostino e quella su Pio XII, Sotto il cielo di Roma). Questo, fra l’altro, è un ruolo importante che l’Italia ha assunto sul mercato televisivo internazionale.
Dall’altra parte si è affermata la presenza di tanti canali di sfruttamento (le reti tematiche di cui parlavamo prima, ma anche il web) del prodotto audiovisivo, ciascuno dei quali ha però poco potere d’acquisto, perché non può investire tanto sul singolo prodotto.
Questo panorama crea e sempre più creerà spazio per tre tipi di prodotto.
Il primo sono le produzioni originali che ottimizzano il rapporto costo/qualità: si tratta, per esempio, dei documentari, delle docu-fiction, di alcune forme audiovisive con forte base teatrale (che possono quindi ridurre i costi di produzione perché girate in studio, in interni, ecc.). In Italia, il mercato del documentario è ancora molto povero, ma con tutta probabilità si andrà a consolidare. Alcune produzioni interessanti sono state fatte ultimamente da Rete4, che – pur con budget limitati – ha realizzato dei prodotti con formule innovative (la serie Vite straordinarie, un documentario su Medjugorje mandato con successo in prima serata, un ciclo di documentari sui santi, curato da Antonio Sicari e mandato in onda la domenica mattina, poi venduto in dvd con Oggi, ecc.). È invece stata prodotta direttamente dalla filiale italiana di Turner per Boing 6, In cammino, un’interessante docufiction a puntate del 2010 che racconta un viaggio di sei adolescenti in Terrasanta.
Il secondo tipo sono i prodotti che hanno già qualche anno di vita, ma possono essere di nuovo “sfruttati” su canali che hanno obiettivi ridotti di share, inferiori all’1%. In questo senso Tv2000 usa molto le fiction religiose prodotte anni prima da Lux vide per RaiUno, ma ci sono tutta una serie di prodotti italiani e stranieri che, pur avendo qualche anno, possono essere ancora valorizzati in questi canali.
Il terzo tipo di prodotti sono quelli che non avrebbero la forza “commerciale” di arrivare in Italia per le reti generaliste, ma che ora è possibile utilizzare per questi nuovi canali. Nel mondo esistono molti film e documentari di valore e interessanti, che potrebbero essere doppiati e utilizzati sulle reti minori, magari dopo una certa circolazione anche cinematografica. Film come La última cima, storia di un sacerdote “normale” che è diventato un caso in Spagna, con un buon successo anche nelle sale, ma che in Italia non è ancora arrivato; film come Bella, su una ragazza che decide di non abortire, ecc. A nostro parere su questo fronte c’è uno spazio molto ampio di intervento. Non parliamo solo di casi eclatanti come il film The Blind Side, storia di una donna cristiana che accoglie in casa un orfano nero, e che – nonostante 260 milioni di incasso in Usa e l’Oscar alla protagonista Sandra Bullock –, in Italia non è stato distribuito nelle sale, ma solo in dvd. Pensiamo anche a film meno importanti ma molto meritevoli come Fireproof (una coppia che supera una crisi) o Amazing Grace (sul deputato inglese che fece abolire la schiavitù), che si trovano solo in dvd, o diversi altri che potrebbero arrivare in dvd e sulle reti tematiche.
Sappiamo che un tentativo di questo tipo è allo studio dei promotori del Fiuggi Family Festival che stanno coinvolgendo Famiglia cristiana per la distribuzione in dvd e qualche distributore per raggiungere reti televisive e sale cinematografiche. Si tratterebbe di un’attività che, con pochi rischi e pochi costi, potrebbe ottenere risultati molto significativi di diffusione di buoni prodotti.

 
 
 
 
 
Ricorda

«I progressi tecnologici nel campo dei media hanno vinto il tempo e lo spazio, permettendo la comunicazione istantanea e diretta tra le persone, anche quando sono divise da enormi distanze. Questo sviluppo implica un potenziale enorme per servire il bene comune e “costituisce un patrimonio da salvaguardare e promuovere”».
(Benedetto XVI, Messaggio per la XVI Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, www.vatican.va).

 
 
Per saperne di più…

Gianfranco Bettetini – Armando Fumagalli, Quel che resta dei media. Idee per un’etica della comunicazione, nuova edizione rivista, Franco Angeli, 2010.
Spencer Lewerenz – Barbara Nicolosi, Cristiani a Hollywood, Ares, 2007.

 

 
 
 
 

 

IL TIMONE  N. 102 – ANNO XIII – Aprile 2011 – pag. 50 – 51

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Per leggere l’articolo integrale, acquista il Timone

Acquista una copia de il Timone in formato cartaceo.
Acquista una copia de il Timone in formato digitale.

Acquista il Timone

Acquista la versione cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Acquista la versione digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Resta sempre aggiornato, scarica la nostra App:

Abbonati alla rivista