Secondo la grande certezza della Chiesa dei primi secoli, Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventasse Dio. Riflessioni sull’Incarnazione.
1. La Redenzione
“Il Verbo si è fatto carne ed abita in mezzo a noi” (Gv 1,14). La grande certezza della Chiesa percorre la storia dell’umanità. Di essa il Catechismo della Chiesa Cattolica ha dato una formulazione di magistrale chiarezza e pregnanza: “Noi crediamo e professiamo che Gesù di Nazaret, nato ebreo da una figlia d’Israele a Betlemme, al tempo del re Erode il Grande e dell’imperatore Cesare Augusto, di mestiere carpentiere, morto crocifisso a Gerusalemme, sotto il procuratore Ponzio Pilato, mentre regnava l’imperatore Tiberio, è il Figlio eterno di Dio fatto uomo, il quale è ‘venuto da Dio’ (Gv 13,3), ‘disceso dal cielo’ (Gv 3, 13; 6,33), ‘venuto nella carne, è da Dio’ (1 Gv 4,2); infatti ‘Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre pieno di grazia e di verità… Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia’ (Gv 1,14-16) (cfr.c. c. c. 423).
Solo nel fatto di Cristo, riconosciuto presente nella vita e nella storia ed accolto nella pienezza della propria umanità, intelligenza ed affezione, sta la salvezza dell’uomo. Cioè la possibilità reale di conoscere la propria natura profonda ed attuarla pienamente: “La più grande risorsa dell’uomo è Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. In Lui si scoprono i lineamenti dell’uomo nuovo, realizzato in tutta la sua pienezza: dell’uomo per sé. In Cristo, Crocifisso e Risorto, si svela all’uomo la possibilità ed il modo secondo cui assumere in profonda unità tutta quanta la sua natura. L’umanità di Cristo, attraverso il mistero della Croce e Resurrezione, è diventata il luogo in cui l’uomo, vinto ma non annichilito dal peccato, ha ritrovato la propria umanità” (Giovanni Paolo II, Ai partecipanti al Meeting per l’amicizia fra i popoli, 29 agosto 1982, La Traccia, a. III, p. 987/VIII).
Ma perché l’uomo ha bisogno di redenzione? Perché l’uomo vive nel suo cuore una contraddizione profonda ed in qualche modo insuperabile. Il cuore dell’uomo è la fonte di tutto il bene dell’uomo, le grandi aspirazioni verso la verità, la bellezza, la giustizia e il bene, l’amore che lo fa solidale con la donna e faticosamente responsabile del proprio lavoro e della polis; ma nel cuore dell’uomo alberga anche una radice di male che sconvolge tutta la tensione alla bellezza e all’ordine e vi sostituisce il disordine e la violenza. L’uomo è la vera, grande questione per l’uomo stesso, come ci ha insegnato S. Agostino.
Cristo, Figlio di Dio, si è fatto solidale sino in fondo con questa umanità contraddittoria, fino a portare nel vivo della sua umanità lo schiaffo orrendo della morte (il potere del nulla), ma per rimettere, con il suo sacrificio di Figlio obbediente, il Padre ancora e definitiva mente in contatto con l’uomo.
“Proprio quest’uomo in tutta la verità della sua vita, nella sua coscienza, nella sua continua inclinazione al peccato ed insieme nella sua continua aspirazione alla verità, al bene, al bello, alla giustizia, all’amore, proprio un tale uomo aveva davanti agli occhi il Concilio Vaticano Il allorché, delineando la sua situazione nel mondo contemporaneo, si portava sempre dalle componenti esterne di questa situazione alla verità immanente dell’umanità.
È proprio all’interno dell’uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una parte, infatti, come creatura, egli sperimenta in mille modi i suoi limiti; d’altra parte, si accorge di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore.
Sollecitato da molte attrattive, egli è costretto sempre a sceglierne qualcuna ed a rinunciare alle altre.
Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe. Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società.
Quest’uomo è la via della Chiesa, via che corre, in un certo modo, alla base di tutte queste vie, per le quali deve camminare la Chiesa, perché l’uomo – ogni uomo senza eccezione alcuna – è stato redento da Cristo, perché con l’uomo – ciascun uomo senza eccezione alcuna Cristo è in qualche modo unito, anche quando quell’uomo non è di ciò consapevole: Cristo, per tutti morto e risorto, dà sempre all’uomo – ad ogni uomo e a tutti gli uomini – luce e forza per rispondere alla suprema sua vocazione”. (Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis, 14).
2. La Verità
La Redenzione è dunque la risposta che Dio ha dato alla grande e fondamentale esigenza dell’uomo che è quella della verità.
La parola “verità” è quella che descrive in maniera definitiva l’antologia dell’uomo e che rivela contemporaneamente l’assoluta e definitiva pertinenza della presenza di Cristo di fronte ad ogni uomo di ogni tempo.
Secondo la grande certezza della Chiesa dei primi secoli: “Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventasse Dio”. Questa certezza accompagna la storia della Chiesa e della umanità ma insieme è fonte di un giudizio esplicito sulla storia dell’uomo caratterizzata anche dopo l’avvenimento di Cristo dalla ritornante tentazione di concepire l’uomo e la “sua realizzazione prescindendo all’avvenimento di Cristo.
I secoli più recenti della storia dell’umanità hanno visto rifiorire la pretesa dell’uomo di costruire il proprio destino sulla terra in modo assolutamente autonomo, senza bisogno di Dio e senza apertura del proprio cuore alla verità come livello della ricerca del senso ultimo dell’esistenza. Cristo, che è venuto a dare una risposta definitiva e trascendente la realtà della ragione, ma che pur compie tutta l’istanza della ragione, viene sostanzialmente dimenticato. Alla verità l’uomo moderno sostituisce il potere.
L’uomo vuole costruire il suo destino attraverso l’esercizio del proprio potere, intellettuale, morale, scientifico-tecnologico, politico.
Così nasce l’ideologia: la più formidabile tentazione ateistica nella storia della umanità. L’ideologia è una visione dell’uomo e della realtà ricondotta esclusivamente alla ragione scientifica: il destino umano nella storia lo si costruisce con la ragione scientifica che culmina nel progetto sociale. È dunque la creazione di una società razionale perché scientifica e quindi perfettamente umana, è questo che diviene l’attuazione rigorosa e definitiva del potere dell’uomo, su se stesso e sulla realtà.
Questo è stato il grande e drammatico tentativo della modernità: un uomo ed una società senza Dio.
“Un umanesimo ateo”, secondo l’efficacissima categorizzazione di Padre Henri De Lubac. Ma il progetto ideologico e sociale ha prodotto necessariamente i grandi sistemi totalitari: ed è stato questo il luogo dove milioni di persone sono state sacrificate, nella loro identità, nella loro libertà, nella loro dignità ad un progetto mostruoso.
3. La Felicità
La Chiesa ha tenuto vivo anche in questi secoli il senso della Redenzione opponendosi a tutti gli immanentismi storici: così come ha sempre ribadito la permanenza, nel cuore dell’uomo, di un bisogno di Dio che nessuna forza umana può estirpare.
Entrando in dialettica con le varie forme dell’ideologia laicistica ed ateistica, la Chiesa ha testimoniato e proclamato la presenza di un “altro mondo”, portato da Dio nel vivo del mondo degli uomini. Ma ha anche lavorato per la libertà che anima il cuore di ogni uomo: la libertà di ricominciare a guardare la realtà ogni istante con gli occhi di chi cerca la verità e non di chi si affanna per il proprio potere o per il potere dello Stato. Sta in questo la singolare attualità e la pertinenza del messaggio della Redenzione all’inizio di questo terzo millennio.
Il terzo millennio comincia con le devastanti conseguenze della crisi epocale delle ideologie, ma sente agitarsi sul fondo della coscienza di ogni uomo e nelle stesse nervature della storia una domanda ineludibile di verità e di felicità, cioè di incontro con Dio. Giovanni Paolo II, poeta che ha risentito in profondità e ha espresso l’istanza religiosa di ogni uomo e cristiano, cioè testi” mone di Cristo redentore, ha compiuto, sotto i nostri occhi, una operazione di straordinaria importanza: ha riaperto il dialogo tra Cristo e il cuore dell’uomo.
Questo dialogo è la grande avventura di ognuno di noi e può essere la grandezza del terzo millennio.
“Gesù significa Salvatore. Che può esservi di tanto necessario per chi è perduto, di tanto desidera bile per chi è misero, di tanto utile per chi è senza speranza? Donde ci verrebbe la salvezza o anche soltanto una piccola speranza di salvezza, stretti come siamo dalla legge del peccato, in un corpo di morte, nella malizia di questo giorno e in questo luogo di afflizione, se non ci nascesse questo soccorso nuovo e del tutto impensato?”.
(San Bernardo di Chiaravalle, Sermoni, Pia Società San Paolo, Alba 1946, pp. 147-148).
NOI CREDIAMO
“Noi crediamo in Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio. Egli è il Verbo eterno, nato dal Padre prima di tutti i secoli, e al Padre consustanziale, homoousios to Patri, e per mezzo di lui tutto è stato fatto. Egli si è incarnato per opera dello Spirito nel seno della Vergine Maria, e si è fatto uomo: eguale pertanto al Padre secondo la divinità, e inferiore al Padre secondo l’umanità, ed Egli stesso uno, non per una qualche impossibile confusione delle nature ma per l’unità della persona. Egli ha dimorato in mezzo a noi, pieno di grazia e di verità, e in Sé ci ha fatto conoscere il Padre. Egli ci ha dato il suo comandamento nuovo, di amarci gli uni gli altri com’Egli ci ha amato. Ci ha insegnato la via delle Beatitudini del Vangelo: povertà in spirito, mitezza, dolore sopportato nella pazienza, sete della giustizia. Egli ha patito sotto Ponzio Pilato, Agnello di Dio che porta sopra di sé i peccati del mondo, ed è morto per noi sulla Croce, salvandoci col suo Sangue Redentore. Egli è stato sepolto e, per suo proprio potere, è risorto nel terzo giorno, elevandoci con la sua Resurrezione alla partecipazione della vita divina, che è la vita della grazia. Egli è salito al Cielo, e verrà nuovamente nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, ciascuno secondo i propri meriti; sicché andranno alla vita eterna coloro che hanno risposto all’ Amore e alla Misericordia di Dio, e andranno nel fuoco inestinguibile coloro che fino all’ultimo vi hanno opposto il loro rifiuto. E il suo Regno non avrà fine”.
(tratto da: Il Credo del popolo di Dio, di papa Paolo VI, 30 giugno 1968).
Dossier: Natale
IL TIMONE N. 28 – ANNO V – Novembre/Dicembre 2003 – pag. 35 – 37