venerdì 3 maggio 2024
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il Timone N. 235 di Gennaio 2024

Diseducazione sessuale

L’urgenza dell’educazione sessuale o all’affettività o ai sentimenti – che dir si voglia – dopo il tragico delitto di Giulia Cecchettin, sembra una necessità inderogabile. Da quanto infatti la leader del Pd, Elly Schlein, per prima ha attirato l’attenzione su questo tema a questo di questo orrendo fatto di cronaca, pochi a livello politico hanno osato smarcarsi da tale idea. Quasi fosse una matematica certezza che, somministrate tra i banchi di scuola alcune ore di siffatta (e peraltro discutibile) «educazione», la violenza nelle relazioni sia destinata a scemare.

Ma è proprio così? Che cosa sappiamo davvero sulla natura e sull’efficacia dell’educazione sessuale? Si tratta di una iniziativa seria o ideologica? Il Primo Piano del Timone di gennaio prova a rispondere a questi e ad altri quesiti. E lo fa anzitutto con una lunga intervista di Maurizio Caverzan al noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet, il quale considera questa forma di «educazione» scolastica, nelle migliori delle ipotesi, tempo perso. Il Primo Piano continua poi con una riflessione di monsignor Thomas J. Olmsted, vescovo emerito di Phoenix, sull’amore che è chiamato a vivere e dare un uomo cattolico, un amore così diverso da quello violento e ostile alla donna di cui spesso si racconta.

A questo proposito, il giurista Pietro Dubolino – Presidente di sezione a riposo della Corte di cassazione – denuncia con un suo articolo come l’«educazione ai sentimenti» rischi, nei fatti, di tradursi proprio in una demonizzazione del soggetto maschio, cosa del tutto inutile a fini realmente educativi. A seguire, Giuliano Guzzo, caporedattore del Timone e sociologo, e Renzo Puccetti, medico e bioeticista, passano in esame oltre 40 anni di letteratura scientifica sull’argomento, mettendo in luce come le lezioni scolastiche tanto care ai progressisti sono inutili o addirittura pericolose, nel senso che non solo non raggiungono alcuno scopo ma rischiano proprio di fare danni.

Infine, il Primo Piano si conclude con una interessante intervista di Matteo Carnieletto a Mariolina Ceriotti Migliarese, medico neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, la quale evidenzia come il vero patriarcato sta non nel dominio ma nell’eclissi di una figura spesso contestata dalla cultura dominante: quella del padre. In chiusura vera e propria di questo lungo approfondimento, l’attivista pro family Maria Rachele Ruiu firma una profonda riflessione sull’esperienza del pudore, che dovrebbe essere riscoperta delle donne e non solo, e che potrebbe, questa sì, costituire la premessa ad una serie prevenzione a certe forme di violenza.

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