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13.12.2024

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Dominus Iesus
31 Gennaio 2014

Dominus Iesus

 

 

 

Carissimi lettori,
come negli anni passati, avvicinandosi la testa del S. Natale vi scrivo una lettera, che troverete subito dopo questa pagina. Sono certo – ormai vi conosco bene – che la leggerete con attenzione: vi troverete qualche notizia sullo stato di salute del nostro mensile, che grazie a Dio e a Voi va molto bene, e qualche novità che, spero, non mancherete di apprezzare. Per questo motivo, e per non tediarvi oltre con il mio editoriale, cedo la penna al cardinale Joseph Ratzinger; Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Nell’anno giubilare 2000, il suo dicastero ci ha offerto un documento di straordinario valore dottrinale e apologetico: la dichiarazione Dominus Iesus. Papa Giovanni Paolo II lo ha ratificato e confermato «con certa scienza e con la sua autorità apostolica». Da quella Dichiarazione estraggo qualche perla, offrendola alla vostra meditazione, e ringrazio anche a nome Vostro il cardinale Ratzinger per questo dono, assicurandogli la mia preghiera e quella di tutti i lettori del Timone.

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«Il perenne annuncio missionario della Chiesa viene oggi messo in pericolo da teorie di tipo relativistico, che intendono giustificare il pluralismo religioso, non solo de facto ma anche de iure (o di principio)» (n. 4).

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«Per porre rimedio a questa mentalità relativistica, che si sta sempre più diffondendo, occorre ribadire innanzitutto il carattere definitivo e completo della rivelazione di Gesù Cristo. Deve essere, infatti, fermamente creduta l’affermazione che nel mistero di Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, il quale e “Ia via, la verità e la vita” (Gv 14,6), si dà la rivelazione della pienezza della verità divina» (n. 5).

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«La risposta adeguata alla rivelazione di Dio e “I’obbedienza della fede” (cf. Rm 1,5; 16,26; 2Cor 10,5-6), per la quale l’uomo si abbandona a Dio tutto intero liberamente, prestando il “pienoossequio dell’intelletto e della volontà a Dio che rivela” e dando il proprio assenso volontario alla rivelazione fatta da Lui» (n. 7).

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«Deve essere, quindi, fermamente ritenuta la distinzione tra la fede teologale e la credenza nelle altre religioni. Se la fede e I’accoglienza nella grazia della verità rivelata, “che permette di entrare all’interno del mistero, favorendone la coerente intelligenza”, la credenza nelle altre religioni e quell’insieme di esperienza e di pensiero, che costituiscono i tesori umani di saggezza e di religiosità, che l’uomo nella sua ricerca della verità ha ideato e messo in atto nel suo riferimento al Divino e all’Assoluto» (n. 7).

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«Perciò, in connessione con l’unicità e l’universalità della mediazione salvifica di Gesù Cristo, deve essere fermamente creduta come verità di fede cattolica l’unicità della Chiesa da lui fondata. Così come c’e un solo Cristo, esiste un solo suo Corpo, una sola sua Sposa: “una sola Chiesa cattolica ed apostolica”» (n. 16).

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«I fedeli sono tenuti a professare che esiste una continuità storica – radicata nella successione apostolica – tra la Chiesa fondata da Cristo e la Chiesa cattolica» (n. 16).

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«Innanzitutto, deve essere fermamente creduto che la “Chiesa pellegrinante e necessaria alla salvezza. Infatti, solo Cristo e il mediatore e la via della salvezza; ed egli si rende presente a noi nel suo corpo che e la Chiesa”” (n. 20).

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«(…) e chiaro che sarebbe contrario alla fede cattolica considerare la Chiesa come una via di salvezza accanto a quelle costituite dalle altre religioni, le quali sarebbero complementari alla Chiesa, anzi sostanzialmente equivalenti a essa, pur se convergenti con questa verso il regno di Dio escatologico» (n. 21).

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«II dialogo, perciò, pur facendo parte della missione evangelizzatrice, e solo una delle azioni della Chiesa nella sua missione ad gentes. La parità, che e presupposto del dialogo, si riferisce alla pari dignità personale delle parti, non ai contenuti dottrinali ne tanto meno a Gesù Cristo, che e Dio stesso fatto Uomo, in confronto con i fondatori delle altre religioni» (n. 22).

 

 

 

IL TIMONE N. 38 – ANNO VI – Dicembre 2004 – pag. 3

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