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11.12.2024

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Embrioni congelati: quale destino?
31 Gennaio 2014

Embrioni congelati: quale destino?

 

 

 

 
La fecondazione artificiale lascia dietro di sé innumerevoli vittime e un dilemma morale che divide anche i cattolici: l’adozione degli embrioni congelati. Ecco una sintesi degli argomenti pro e contro questa soluzione.
 
 
Embrioni congelati: quale destino? È una domanda tragica, che prende origine da una condotta intrinsecamente cattiva: la fecondazione artificiale. Anche quando il legislatore tende a limitare il numero di embrioni, e a scoraggiare la crioconservazione – come in Italia con la legge 40 – il congelamento di embrioni non può mai essere escluso del tutto, perché i fatti possono “obbligare” il tecnico a farvi ricorso: pensiamo, per esempio, al caso in cui la donna rifiuti l’impianto. Questo stato di cose ha determinato l’esistenza di centinaia di migliaia di embrioni (400.000 nei soli Stati Uniti) che non saranno più richiesti dai loro genitori. Intorno al loro destino si è aperto un acceso dibattito, che è possibile riassumere in alcune posizioni, secondo le quali gli embrioni congelati:
a. devono essere usati per la ricerca scientifica
b. devono essere distrutti
c. devono essere conservati a tempo indeterminato
d. devono essere affidati a qualcuno che voglia adottarli
e. devono essere scongelati e lasciati morire.

a. Gli embrioni devono essere usati per la ricerca. Questa posizione è evidentemente inaccettabile. Essa presuppone la riduzione dell’essere umano a oggetto, a cavia di laboratorio, a vittima da vampirizzare per trarne vita utile a qualcun altro. Non esiste ragione al mondo che possa permettere di curare qualcuno uccidendo un uomo innocente.
b. Gli embrioni devono essere distrutti. Anche questa strada è gravemente illecita. Essa presuppone l’intenzione di togliere la vita a un essere umano, anche se la condizione materiale in cui si trova l’embrione – un oggetto invisibile a occhio nudo e privo dell’aspetto tipico di un uomo – rende epidermicamente impercettibile la gravità del gesto che si sta compiendo. Per uccidere parecchi embrioni basta svuotare una provetta in un lavandino. Ma la gravità morale di un atto non coincide con la percezione psicologica che esso implica: anche gli addetti alle camere a gas di Mauthausen si erano abituati a compiere quello che ormai consideravano un lavoro come un altro.
c. Gli embrioni devono essere conservati a tempo indeterminato. È una soluzione che di fatto sceglie di attendere la morte degli embrioni congelati.
d. Gli embrioni devono essere affidati a qualcuno che voglia adottarli. Il fronte dei favorevoli all’adozione degli embrioni vede schierati due “tipi umani” che non hanno fra loro nulla in comune: da un lato, i sostenitori della fecondazione artificiale, abortisti e in genere “permissivisti” in materie di bioetica, i quali caldeggiano la donazione a coppie adottanti, semplicemente come strumento per avallare moralmente la fivet agli occhi dell’opinione pubblica. Ci sono cliniche della riproduzione in provetta che si sono fatte pubblicità offrendo embrioni congelati a donne che chiedono l’adozione. Sul fronte opposto, invece, sono schierati sinceri difensori della vita umana innocente, che portano a sostegno dell’adozione questi argomenti:
1. è l’unica speranza, seppure remota, per gli embrioni.
2. è una testimonianza del riconoscimento giuridico della umanità dell’embrione.
3. l’adozione non viola l’integrità del vincolo matrimoniale, ma è un atto di carità cristiana: coloro che adottano non hanno voluto né incoraggiato la fecondazione artificiale.
4. gli embrioni sono paragonabili a bambini abbandonati dai genitori naturali; adottandoli nessuno vuole giustificare l’abbandono dei bambini.
5. secondo la bioeticista cattolica Claudia Navarini, non c’è alcuna obiezione etica in sè all’adozione di embrioni: essi possono essere adottati come qualunque bambino.
6. D’altra parte, non esiste un obbligo morale all’adozione di embrioni, e si possono anzi portare serie obiezioni sul piano della opportunità (Navarini).
7. Se si condanna l’adozione di embrioni, si lancia un messaggio contraddittorio rispetto alla sacralità della vita umana: si condanna l’aborto, ma poi si rifiuta di aiutare gli embrioni già esistenti. È la tesi del teologo Padre Thomas Williams.
8. Secondo alcuni studiosi cattolici, possono adottare soltanto coppie sposate, che escludano la selezione eugenetica degli embrioni, e solo dopo una moratoria nel congelamento di ulteriori embrioni (F. Pascual); secondo altri, invece, possono lecitamente adottare anche donne single (T. Williams).

Il Presidente degli Stati Uniti George Bush nel 2002 ha stanziato un milione di dollari per la campagna “adotta un embrione”. In Italia, don Oreste Benzi e con lui alcune coppie cattoliche si sono apertamente schierati per l’adozione degli embrioni. In senso favorevole all’adozione si sono espressi anche monsignor Ersilio Tonini e il Presidente del Movimento per la vita italiano Carlo Casini.

e. Gli embrioni non devono essere adottati, ma devono essere scongelati e lasciati morire. Non mancano studiosi e moralisti  cattolici – come ad esempio l’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, o il filosofo Adriano Pessina, o la bioeticista Maria Luisa Di Pietro – decisamente contrari all’ammissibilità dell’adozione, per una serie di motivi che proviamo a riassumere:
1. Il concepimento deve avvenire a seguito dell’abbraccio coniugale, e l’adozione di embrioni viola l’integrità del vincolo matrimoniale, così come descritta dalla Donum vitae: «la fedeltà degli sposi, nell’unità del matrimonio, comporta il reciproco rispetto del loro diritto a diventare padre e madre soltanto l’uno attraverso l’altro».
2. L’adozione è una fivet eterologa.
3. L’adozione diventa una forma di giustificazione ex post di procedimenti che producono embrioni in soprannumero.
4. L’adozione incoraggia una logica di «compra-vendita» del figlio allo stadio embrionale che torna a promuovere la sua riduzione a cosa (C. Navarini).
5. L’adozione è paragonabile a una forma di accanimento terapeutico, considerato che tutta la procedura di fivet è sproporzionata rispetto alla modestissima speranza di vita del paziente.
6. Se l’adozione è lecita, allora bisogna ammetterla anche da parte di donne single: ma questo mina alla radice l’impianto essenziale della famiglia.
7. Se l’adozione è un salvataggio, non è solo lecita ma doverosa, e deve essere compiuta dalle coppie con maggiori possibilità di successo, che di solito non sono le coppie sterili.
8. Ci sono gravi implicazioni psicologiche nel rapporto fra genitori e figli adottati da fivet: nel 2004 a Berlino sono stati resi noti dati che documentano la tendenza dei genitori a tacere la verità.

Lo “scacco morale” e il mondo cattolico
Uno degli aspetti più inquietanti di questa discussione è la capacità di “spaccare” il fronte pro life al suo interno. Ci sono persone degnissime e di assoluta affidabilità che sono contrarie all’adozione di embrioni; e altre persone altrettanto degne e affidabili che sono invece favorevoli. Il Magistero della Chiesa non è ancora intervenuto apertamente a sciogliere questo nodo gordiano. Nell’ambito di autorevoli organismi di bioetica cattolici il tema è stato affrontato, ma le posizioni sono apparse inconciliabili fra loro. Se ne può ricavare, mi pare, una importante lezione: la fecondazione artificiale è qualche cosa di veramente mostruoso non soltanto perché provoca la morte di molti innocenti non nati. Essa è anche portatrice di una condizione di “stallo morale”, nella quale permane una sensazione di insoddisfazione, qualunque sia la scelta adottata. Forse una lezione per l’uomo e per il cattolico: è impossibile scendere a patti con il male. È impossibile “regolamentare” una pratica come questa, pensando così di tutelare la persona umana.

 

 
 
IL TIMONE – N. 48 – ANNO VII – Dicembre 2005 – pag. 48 – 49
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