In seguito al 1989, la Chiesa si prepara ad affrontare una svolta epocale, come dopo la Riforma protestante. Il Concilio di Trento e il Vaticano II, con i rispettivi catechismi, generano una nuova missione evangelizzatrice in un mondo ostile.
L’insegnamento di Papa Benedetto XVI.
Ogni grande riforma è legata, in qualche modo, alla riscoperta della fede nella presenza eucaristica del Signore in mezzo al suo popolo». Così scrive Benedetto XVI nella esortazione apostolica Sacramentum caritatis, che riprende i lavori del Sinodo dei vescovi sull’Eucaristia e li presenta, rivisti e commentati dal Pontefice, a tutti i fedeli.
La riforma protestante e quella cattolica
La Riforma invece non si fondò sull’Eucaristia e lacerò la Chiesa. Il movimento religioso del monaco agostiniano Martin Lutero (1483-1546) cominciò da un’esigenza di riforma che attraversava la Chiesa del suo tempo, un’epoca segnata da profondi mutamenti culturali, dal passaggio dall’epoca medievale a quella rinascimentale, da una lunga e persistente crisi nella Chiesa, crisi di santità anzitutto.
La vera riforma, di cui la Chiesa aveva necessità, si compì nel Concilio di Trento (1545-1563), il XIX nella storia della Chiesa, che non solo rispose ai dubbi insinuati dal protestantesimo, ma preparò la Chiesa a vivere e operare in una società profondamente mutata rispetto a quella medievale. La Chiesa della cosiddetta Contro-Riforma introdusse una particolare attenzione nella formazione dei sacerdoti, con l’istituzione dei seminari, ribadì e approfondì le verità di fede messe in discussione dall’eresia di Lutero e diede un enorme impulso al rilancio della preghiera e della vita mistica con i santi Ignazio di Loyola (1491-1556), Teresa d’Avila (1515-1582) e Giovanni della Croce (1542-1591), per ricordare solo i più conosciuti. Ma fu anche e soprattutto una Chiesa missionaria che porterà il Vangelo dove non era stato ancora predicato, per esempio nelle Americhe, e una Chiesa di santi e fondatori che in numero elevatissimo diedero vita a una nuova stagione, in Europa, di evangelizzazione e di inculturazione della fede, in opere letterarie e artistiche e in monumenti che ancora rimangono a testimonianza della grandezza della nuova stagione della fede cattolica.
La «nuova evangelizzazione» dopo la svolta del 1989
Anche oggi la Chiesa, nel mondo occidentale, attraversa una fase storica simile. L’umanità sta assistendo a un passaggio di civiltà dopo il fallimento dei tentativi di costruire un mondo che sostituisse la religione con le ideologie, tentativo avvenuto nel corso dei duecento anni che separano la Rivoluzione francese dalla caduta del Muro di Berlino (1789-1989). In questa nuova epoca, segnata dal relativismo e dal nichilismo, la Chiesa cattolica italiana è rimasta viva e visibile, seppure minoritaria, ma ha bisogno di una riforma che la prepari a rispondere alle domande della nuova epoca e la aiuti a essere missionaria in un contesto culturale in via di continuo mutamento. Era questo il senso del Concilio Vaticano II che, come il Tridentino, ha cercato di preparare la Chiesa a una nuova stagione della sua storia, con tutte le difficoltà che sempre seguono un Concilio della Chiesa universale: per questo il discorso inaugurale di papa Giovanni XXIII è stato definito da Giovanni Paolo II l’inizio della nuova evangelizzazione.
Vorrei così collocare gli ultimi e importanti interventi del Magistero, relativi ai primi mesi del 2007, nel contesto dell’attuazione del Vaticano II, al quale il Pontefice regnante, come i suoi due predecessori, continuamente si richiama e richiama i fedeli cattolici.
Anzitutto, l’attenzione all’Eucaristia, come già detto, cuore di ogni riforma che voglia la Chiesa saldamente unita alla radice, a Cristo. Non è un modo di dire nell’intenzione dei Papi: già il culmine del Magistero di Giovanni Paolo II era stata l’enciclica, l’ultima, Ecclesia de Eucharistia (17 aprile 2003), ma anche la prima di Benedetto XVI è incentrata su Dio amore che adoriamo nella Sua presenza reale nel tabernacolo e nelle adorazioni eucaristiche, che il Papa invita e raccomanda di estendere il più possibile nella vita liturgica e di pietà della Chiesa, dopo la parentesi durante la quale erano state accantonate per falsi motivi teologici e liturgici, come spiega lo stesso Benedetto XVI (cfr. Sacramentum caritatis, n. 66 ).
Anche i recenti e ripetuti interventi di Benedetto XVI su matrimonio e famiglia non rispondono soltanto all’esigenza di combattere la “buona battaglia” contro la legalizzazione delle unioni di fatto e di quelle omosessuali proposta dal governo italiano. Si tratta anche e soprattutto, da un certo punto di vista, di promuovere il valore inestimabile del matrimonio fra un uomo e una donna come condizione di sopravvivenza dell’umanità, battaglia cruciale del nostro tempo nella società europea. A quest’ultima, il Papa ha dedicato uno splendido e preoccupato discorso in occasione del 50° anniversario della firma dei Trattati di Roma del 25 marzo 1957 nell’ambito del processo di unificazione, nel quale il Papa ha ripreso un antico concetto a lui particolarmente caro e chiaro: l’Europa rischia veramente di scomparire in seguito al declino demografico e non si risolleverà senza quei principi che costituiscono la sua storia e la sua identità (24 marzo 2007). Ma ci sono altri interventi magisteriali, meno conosciuti, ma importanti, soprattutto in un’ottica apologetica, che meritano di essere letti, meditati (cioè letti più volte) e diffusi.
I Padri apostolici
Nel mese di marzo, il Santo Padre ha cominciato a presentare nelle udienze del mercoledì le figure dei Padri apostolici del I e II secolo, cioè della prima e della seconda generazione successiva agli Apostoli. Così, ha presentato quattro fra i principali protagonisti di questa fase della vita della Chiesa. Il primo è San Clemente romano, terzo successore di Pietro do-po Lino e Anacleto, che aveva conosciuto gli Apostoli. Dopo di lui, la settimana successiva, il Papa ha trattato di sant’Ignazio, il terzo vescovo di Antiochia, martire e grande apostolo dell’unità della Chiesa. Quindi è stata la volta di san Giustino filosofo e martire, nato attorno all’anno 100 e decapitato a Roma nell’anno 165, il più importante dei padri apologisti, come ricorda papa Ratzinger, perché testimone della scelta della Chiesa antica per la filosofia e la ragione, contro i miti della religione pagana, definito da Giovanni Paolo II «pioniere di un incontro positivo col pensiero filosofico, anche se nel segno di un cauto discernimento». L’ultimo Padre della Chiesa presentato nel mese di marzo è stato sant’Ireneo, nato a Smirne, nell’at-tuale Turchia, verso il 135-140 e morto forse martire a Lione, dove era diventato vescovo, nell’anno 202 o 203. Fu un modello di Pastore del quale, scrive Benedetto XVI, «ha il senso della misura, la ricchezza della dottrina, l’ardore missionario», ma fu anche un campione della lotta contro le eresie, in particolare quella gnostica.
Una catechesi edificante e appassionante, anche perché ricorda ai cattolici le loro origini e la passione apologetica e missionaria dei Padri della Chiesa.
Bibliografia
L’esortazione apostolica postsinodale Sacramentum caritatis porta la data del 22 febbraio 2007, festa della Cattedra di san Pietro. Si divide in tre parti, dopo l’Introduzione; I. Eucaristia, mistero da credere; II: Eucaristia, mistero da celebrare; III: Eucaristia, mistero da vivere.Va letta tutta, più volte, per poterne cogliere il valore e l’importanza. Soprattutto bisogna capire una affermazione ricorrente del Papa, che la verità non è cosa astratta ma si incarna nella vita; quindi, il mistero eucaristico va anzitutto vissuto e compreso nell’adorazione del Corpo di Cristo e nella trasmissione della fede e dell’amore che nascono dalla contemplazione del santissimo sacramento.
Le udienze del mercoledì nelle quali il Santo Padre ha presentato le figure dei Padri apologisti sono state tenute il 7, il 14, il 21 e il 28 del mese di marzo.
Gli interventi di papa Benedetto XVI su matrimonio e famiglia sono stati raccolti nel Quaderno de «L’Osservatore Romano» n. 77 col titolo La verità sulla famiglia. Matrimonio e unioni di fatto nelle parole di Benedetto XVI, 2007.
Un utile strumento per ricostruire cronologicamente la storia della Chiesa è Roland Fröhlich, Breve storia della Chiesa per date , Queriniana, 2006.
IL TIMONE – N.63 – ANNO IX – Maggio 2007 pag. 58-59