Il Papa in visita alla diocesi ambrosiana riafferma con forza la centralità della famiglia. Che Dio ha voluto come comunità di vita e di amore. E lancia un forte invito ai cattolici: tornare all’annuncio e alla testimonianza
Oltre un milione i composti partecipanti alla Messa sulla spianatadi Bresso, domenica 3 giugno scorso, più di due milioni gli spettatori sintonizzati su RaiUno per seguire da casa la stessa celebrazione eucaristica.
Oltre tre milioni, invece, gli spettatori sintonizzati su RaiUno la sera precedente (sabato 2 giugno) per la Festa delle Testimonianze.
Ancora: oltre mezzo milione i cittadini milanesi che si sono riversati nelle strade nei vari tragitti percorsi dal Papa nella tre giorni milanese, 80.000 i ragazzi della Cresima incontrati nello stadio di San Siro, oltre 12.000 tra delegati al Congresso Internazionale Teologico a Fiera Milano City e i partecipanti allo stesso Congresso nelle sedi distaccate a Milano e in varie città della Lombardia, più di 5.000 i volontari, 153 le nazioni presenti. I numeri sono del diavolo, diceva qualche curato nei tempi andati, magari per consolarsi e giustificare la scarsa adesione dei fedeli alle iniziative parrocchiali.
Non è il caso del VII Incontro mondiale delle Famiglie. che si è tenuto a Milano a cavallo tra maggio e giugno: i numeri, e abbiamo elencati solo i più significativi, in questo caso danno conto in pieno del successo dell’evento.
Un punto di partenza
Ma al di là della valutazione quantitativa, pur importante, l’appuntamento ambrosiano ha costituito una sorta di pietra miliare nell’annuncio e nella testimonianza della Chiesa sulla famiglia. Quella «grande scuola fondata da Dio per l’educazione del genere umano», come sosteneva Gotthold Ephraim Lessing, scrittore, filosofo e drammaturgo tedesco (1729-1781): non un baciapile, ma un illustre esponente dell’Illuminismo letterario e filosofico tedesco (in un’epoca in cui era ancora vivo il senso della realtà e delle cose che contano). Bene ha osservato l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, che in sede di bilancio del “Family2012” ha sottolineato che è stata riaffermata la centralità della famiglia per la società e per la Chiesa: «un evento straordinario che ha ridato nuovo slancio alla vita ordinaria e i suoi frutti sono destinati a manifestarsi nel tempo». Insomma, quelle giornate sono state un punto di partenza, l’avvio di un lavoro di approfondimento e di evangelizzazione che tocca a tutti i credenti. Lo stesso Benedetto XVI, nell’udienza generale del 6 giugno, tre giorni dopo la conclusione dell’Incontro mondiale, non ha nascosto la sua soddisfazione personale, non avendo timore di manifestarla apertamente e con parole commosse. «Porto ancora negli occhi e nel cuore le immagini e le emozioni di questo indimenticabile e meraviglioso evento, che ha trasformato Milano in una città delle famiglie: nuclei familiari provenienti da tutto il mondo, uniti dalla gioia di credere in Gesù Cristo». Ha poi aggiunto: «Sono profondamente grato a Dio che mi ha concesso di vivere questo appuntamento “con” le famiglie e “per” la famiglia. In quanti mi hanno ascoltato ho trovato una sincera disponibilità ad accogliere e testimoniare il “Vangelo della famiglia”. Sì, perché non c’è futuro dell’umanità senza la famiglia; in particolare i giovani, per apprendere i valori che danno senso all’esistenza, hanno bisogno di nascere e di crescere in quella comunità di vita e di amore che Dio stesso ha voluto per l’uomo e per la donna».
“Fondata sul matrimonio tra uomo e donna”
Nella medesima udienza, Papa Ratzinger, ripercorrendo i momenti salienti della sua trasferta milanese, ha precisato quali sono i punti essenziali di questo “Vangelo della famiglia”. Innanzitutto «la famiglia va riscoperta quale patrimonio principale dell’umanità ». Infatti «è in famiglia che si sperimenta per la prima volta come la persona umana non sia creata per vivere chiusa in se stessa, ma in relazione con gli altri; ed è in famiglia che si inizia ad accendere nel cuore la luce della pace perché illumini questo nostro mondo». Nell’incontro con le rappresentanze delle autorità istituzionali, degli imprenditori e dei lavoratori, del mondo della cultura e dell’educazione, il Papa ha evidenziato «l’importanza che la legislazione e l’opera delle istituzioni statali siano a servizio e a tutela della persona nei suoi molteplici aspetti, a cominciare dal diritto alla vita, di cui non può mai essere consentita la deliberata soppressione, e dal riconoscimento dell’identità propria della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna».
“La domenica è il giorno del Signore”
Rispondendo alle domande di alcune famiglie, domande scaturite dalla loro vita e dalle loro esperienze, il Papa ha riconosciuto il «dialogo aperto che esiste tra le famiglie e la Chiesa, tra il mondo e la Chiesa», colpito dalle testimonianze toccanti di coniugi e figli di diversi Continenti sui temi scottanti dei nostri tempi: la crisi economica, la difficoltà di conciliare i tempi del lavoro con quelli della famiglia, il diffondersi di separazioni e divorzi, come anche interrogativi esistenziali che toccano adulti, giovani e bambini. In particolare Benedetto XVI ha difeso il «tempo della famiglia, minacciato da una sorta di “prepotenza” degli impegni lavorativi », perché «la domenica è il giorno del Signore e dell’uomo, un giorno in cui tutti devono poter essere liberi, liberi per la famiglia e liberi per Dio». Perciò, «difendendo la domenica, difendiamo la libertà dell’uomo! ».
“La forza dell’amore vissuto”
Nella Messa davanti a un milione di persone, a Bresso, papa Benedetto XVI ha lanciato un appello a «edificare comunità ecclesiali che siano sempre più famiglia, capaci di riflettere la bellezza della Santissima Trinità e di evangelizzare non solo con la parola, ma per irradiazione, con la forza dell’amore vissuto, perché l’amore è l’unica forza che può trasformare il mondo ». Inoltre, ha rimarcato l’importanza della «triade» famiglia, lavoro e festa: «Sono tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio per costruire società dal volto umano».
Ma è possibile rivitalizzare e rilanciare la famiglia «a immagine di Dio» in questo momento così difficile per la Chiesa? Per Benedetto XVI sì. E l’ha precisato nell’ultimo discorso pronunciato a Milano, alla fine del pranzo di domenica 3 giugno con cardinali, vescovi e alcune famiglie. «Qualche volta », ha detto, «si può pensare che la barca di Pietro sia realmente in mezzo a venti avversari difficili – è vero –; tuttavia vediamo che il Signore è presente, vivo, che il Risorto realmente è vivo e ha in mano il governo del mondo e il cuore degli uomini. Questa esperienza che la Chiesa è viva, che vive dall’amore di Dio, che vive da Cristo Risorto, è il dono di questi giorni».
Ricorda
«Voi ben sapete quanto sia urgente immettere nell’attuale contesto culturale il lievito evangelico. La fede in Gesù Cristo, morto e risorto per noi, vivente in mezzo a noi, deve animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria, privata e pubblica, così da consentire uno stabile e autentico “ben essere”, a partire dalla famiglia, che va riscoperta quale patrimonio principale dell’umanità, coefficiente e segno di una vera e stabile cultura in favore dell’uomo».
(Benedetto XVI, Discorso alla città di Milano, 1 giugno 2012).
Per saperne di più…
Con la prefazione del cardinale Angelo Scola, è in libreria una pubblicazione con il titolo stesso del VII Incontro mondiale delle famiglie: La famiglia: il lavoro e la festa. L’istant book, pubblicato dal Centro ambrosiano (64 pagine, € 3,40), propone tutti gli interventi del Papa durante la visita pastorale alla Diocesi di Milano e all’Incontro mondiale delle famiglie. La raccolta è disponibile anche in formato ebook, acquistabile su tutti gli store on line al prezzo ridotto di € 1,99.
IL TIMONE N. 115 – ANNO XIV – Luglio/Agosto 2012 – pag. 12 – 13
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