Segnaliamo un nuovo manuale di storia della filosofia per la scuola secondaria. Non fornisce solo un’esposizione ma si impegna nella critica delle varie correnti filosofiche. E cerca di imparare da tutte.
Il nuovo manuale di Storia della filosofia (in 4 tomi: disponibile il primo, in uscita gli altri tre) di cui è autore Antonio Livi, Preside della Facoltà di Filosofia dell’Università Lateranense di Roma nonché collaboratore de «Il Timone», si presenta per molti aspetti pregevole e originale.
Un primo gruppo di motivi di originalità balza agli occhi sin dalla lettura del titolo: Storia sociale della filosofia. La filosofia è intesa difatti come scienza che si pone al centro della vita dell’uomo, dove cioè egli decide del proprio destino e agisce di conseguenza. E l’uomo se ne serve perciò nella morale e nella religione, nello studio della natura e in quello della società, nella politica, nella letteratura, nell’arte. La filosofia entra insomma attivamente nella costituzione del mondo in cui viviamo. Ma ciò non al modo di un «sistema» di idee già pronto, solo da applicare dopo essere stato elaborato a tavolino. Certo, è vero che l’autore – seguendo in ciò eminenti filosofi quali soprattutto Étienne Gilson (del quale fu allievo) e Augusto Del Noce – sostiene e mostra che le idee della filosofia (così come la realtà alla quale esse si riferiscono) hanno una loro propria logica, al di là dei desideri e della volontà di chi se ne serve (che è come dire che la realtà non si può manipolare a piaci mento). Ma è pure sua convinzione che vanno considerate le condizioni di svolgimento della filosofia, per cui la personalità umana dei singoli pensatori, la cultura e la società nella quale si sono formati risultano elementi essenziali per la comprensione della storia della filosofia. Perciò il testo, sebbene si impegni nella discussione critica e non solo in un’impersonale esposizione delle diverse correnti filosofiche, non cade nel semplicismo di assegnare voti in pagella. Certo, le filosofie vengono confrontate tutte con un’unica realtà oggettiva rispetto a cui possono dire, seppure in modi diversi, il vero oppure il falso. Ma persino in quest’ultimo caso si può imparare in che cosa si è sbagliato e fare insomma tesoro dell’esperienza dell’errore.
La realtà oggettiva a cui ho appena fatto riferimento è quella del senso comune, ossia delle certezze che sono nella coscienza di tutti. La tecnica didattica di fondo del testo consiste difatti nel confronto continuo delle teorie filosofiche con ciò che è esperienza universale: ciò perché ogni teoria filosofica deve partire dall’esperienza comune, e rispetto ad essa deve svilupparsi in maniera coerente, cercando – è questo il suo compito – di spiegarla e di capirla, e non di occultarla, come invece talvolta è accaduto e ancora accade.
Dallo scavo attento e coscienzioso che viene compiuto nei riguardi di tutte le filosofie deriva un altro interessante carattere dell’opera: il rifiuto di considerare la modernità, secondo un vezzo purtroppo diffuso, quale irrimediabilmente anti-cristiana. Viene cioè rilevato ciò che ormai dovrebbe essere considerato un dato acquisito di una corretta storiografia filosofica, e cioè che non solo sono stati numerosi i filosofi che hanno svolto la propria opera in pieno accordo con la dottrina cristiana, ma che persino l’opera di Cartesio, Kant, Hegel, per non citare che qualcuno dei più fortunati esponenti della filosofia moderna, risulterebbe inimmaginabile senza un riferimento costitutivo al cristianesimo. Semmai, e qui ritorna l’attenzione alla dimensione puramente socio-politica della filosofia, è in termini di dominio culturale che si spiega l’immagine – propagandata da chi ne ha l’interesse oltre che il potere per farlo – di una filosofia che nel tempo si sarebbe sempre più allontanata dalle radici culturali cristiane della nostra civiltà.
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«Lo studio della filosofia non serve per sapere che cosa gli uomini abbiano pensato, ma per scoprire quale sia la verità delle cose».
(Tommaso d’Aquino, In Aristotelis libros de coelo et mundo expositio, L. I, l. XXII, 228).
Bibliografia
Antonio Livi, Storia sociale della filosofia. 1: La antica e medioevale, Società Editrice Dante Alighieri (via Timavo, 5 – 00197 RM; e-mail: info@dantealighieri it), Roma 2004.
IL TIMONE – N. 41 – ANNO VII – Marzo 2005 pag. 10