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14.12.2024

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Generazione Giovanni Paolo II
31 Gennaio 2014

Generazione Giovanni Paolo II

 

 

 

«Juan Pablo segundo te quiere todo el mundo!». Uno slogan ripetuto infinite volte, dal Messico a Roma, da Santiago di Compostela alle Filippine. A fargli da eco, nella lingua più famigliare ai giovani, «John Paul two, we love you!». Slogan scanditi, ritmati, cantati da ragazzi di ogni continente, con un chiaro significato: Giovanni Paolo II, noi ti amiamo.
Giovanni Paolo II ha avuto una grande predilezione per i giovani. Per loro il Papa ha inventato le GMG (Giornate Mondiali della Gioventù).
E i cori che venivano alzati in queste oceaniche adunate esprimevano l’amore, la gratitudine e la riconoscenza verso un Papa sentito come un padre, un maestro e un amico.
Quando si diffuse la notizia della sua morte, tutti videro che il Papa era morto circondato dall’affetto di milioni di giovani, quasi tutti nati dopo la sua elezione al soglio pontificio. Ci si accorse che esiste un’intera generazione di giovani cristiani la cui vita è stata segnata dal magistero, dall’esempio, dalla guida di Papa Wojtyla: esiste quella che si potrebbe chiamare una Generazione Giovanni Paolo II. Una generazione che non ha fatto del Papa un guru o una superstar, ma che ne ha riconosciuto l’autorevolezza, la capacità di amare i giovani, senza arruffianarseli, dicendo loro anche cose scomode. Nel suo volto stanco e sofferente, ma segnato dalla fede e dalla bontà che trapelava dal suo sguardo, questa generazione ha incontrato il suo santo. Diceva lo scrittore inglese G.K. Chesterton che ogni tempo ha bisogno del suo santo, quello che è capace di testimoniare più efficacemente la fede.
Cosa hanno incontrato in Giovanni Paolo II i giovani? La Verità coniugata alla misericordia. Dives in misericordia fu il titolo di una delle sue prime e più importanti encicliche: Dio è ricco di misericordia, Egli si china sull’uomo per risollevarlo e condurlo a Lui. Questo annuncio che Dio esiste, ci ama e ci perdona perché ci vuole con Lui è uno degli aspetti di quel pontificato che più sono rimasi impressi nel cuore dei giovani.
Occasioni privilegiate per fare questa esperienza furono le GMG, la cui storia è stata ricostruita in un libro del vaticanista di Avvenire Mimmo Muolo, intitolato Generazione Giovanni Paolo II. Papa Wojtyla ai giovani ha dedicato il meglio di sé e della sua opera di pastore della Chiesa universale. «Voi siete la speranza della Chiesa! Voi siete la mia speranza!» disse loro il giorno dell’inizio del suo pontificato. Non era retorica. In quelle parole era palese un preciso progetto pastorale, portato avanti con slancio e amore fino alla fine. Il Papa della Nuova Evangelizzazione ha inviato la Chiesa, e in particolare i giovani, in missione nel mondo, con straordinaria spinta: non abbiate paura. Anni fa, uno dei primissimi biografi del Papa, lo scrittore francese Frossard disse: «Sì, il cristianesimo è morto in molti sensi, ma si è dovuto attendere il ventesimo secolo per vederlo morire di paura. Di paura davanti al mondo. Il mondo vuole un cristianesimo smorto e pusillanime, ansioso di ottenere diritto di cittadinanza in una società che lo disprezza». Ebbene, la Chiesa è stata chiamata da Giovanni Paolo II a non arrendersi, a non morire. All’inizio del suo pontificato gridò con forza: «non abbiate paura! (…) Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! (…) Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita eterna».
Una responsabilità recepita dai cosiddetti papa-boys di tutto il mondo. Non un fenomeno di costume, al limite del folkloristico, ma i segni di una nuova primavera della Chiesa. Un Papa in cui i giovani si riconoscevano e che non poteva non affascinarli, nel suo invito a volare alto, come quando a Tor Vergata, in occasione del Giubileo del 2000, davanti a due milioni di ragazzi, definì questa generazione «sentinelle del mattino nell’alba del Terzo Millennio», o di quando a Toronto, nel luglio del 2002, durante una giornata mondiale della gioventù, disse: «cari giovani, voi siete il sale della terra, la luce del mondo e a voi affido la mia Chiesa».
Il pontificato epocale di Giovanni Paolo II sta tutto in questo programma, umile e certo, forte e misericordioso, centrato sull’accogliere nella propria vita Cristo e nel testimoniarlo al mondo, nel suo invito a tutti i papaboys ad essere «sale per questo mondo e luce per le generazioni. Perché se anche il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si salerà?».

Bibliografia

Mimmo Muolo, Generazione Giovanni Paolo II. La storia della Giornata Mondiale della Gioventù, Ancora 2005.

TIMONE – N. 45 – ANNO VII – Luglio-Agosto 2005 – pag. 10

 

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