Ecco una selezione di pellicole che possono aiutarci a rivivere la vita di Cristo e i momenti drammatici del suo processo. Dal “Re dei re” a “The Passion”, pregi e difetti dei film dedicati al Salvatore.
Nell’analizzare una pellicola è indubbio che sia fondamentale valutarne l’aspetto tecnico e artistico, ma c’è una variabile emotiva che può influire notevolmente su un giudizio finale. Vedere sullo schermo personaggi che rappresentano la nostra Fede, crea un valore aggiunto che deve essere preso in considerazione.
Così, parallelamente a una aderenza storica, è assolutamente doveroso guardare lo spirito, “l’essenza” che il film vuole trasmettere. Spirito che risulta ampiamente percepibile in “The Passion”. Nel film di Mel Gibson è evidente la cura e l’attenzione che il regista ha posto per la realizzazione, e se su un paio di scene si può discutere, da un punto di vista artistico gli spunti positivi, per non dire addirittura di riflessione, sono in assoluta abbondanza. Anche i tagli “diplomatici” che sono stati fatti, per non urtare la sensibilità di alcuni paesi, non vengono ad inficiare su un’opera nel suo complesso davvero molto bella. Discorso decisamente diverso dev’essere fatto per il “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli. Il film prende in considerazione, e ci mostra, tutta la vita di Gesù, ma ha una prerogativa nella sua realizzazione. Infatti si volle fare un lavoro che comprendesse un’ampia co-produzione di svariati paesi (con diversi “credo religiosi”), che portò a confezionare un prodotto che accontentasse un po’ tutti. Questo non toglie che l’opera, anche se appuntabile sotto alcuni aspetti, è senza dubbio apprezzabile in molti momenti anche perché diretta da un grandissimo maestro quale è Zeffirelli. Fa discutere ancora oggi, invece, la personalissima versione del “Vangelo secondo Matteo” che fece Pasolini. Un film che nell’esasperata ricerca “dell’umano” passa, una volta di più, un messagio di ostentato degrado che si vorrebbe far percepire invece come qualche cosa di umile, il cui unico scopo è quello, evidente, di creare una inevitabile frattura (alcune tecniche di ripresa e la colonna sonora ne sono un’ulteriore conferma), gettando quei prodromi pseudo culturali che il ’68 raccoglierà a piene mani. Film senz’altro da riscoprire è “Il Messia” di Roberto Rossellini. Una pellicola girata in totale austerità di mezzi che, grazie alla grande maestria del regista, riesce a raggiungere un eccellente valore.
Così l’asciuttezza della scena del processo, non impedisce in nessun modo di far percepire quegli elementi di stupidità, invidia, gelosia, ipocrisia e codardia che risultano essere caratteristiche dell’umanità che ha condannato Gesù. Non è per niente un caso che ne “Il Re dei re” di Cecil B. De Mille, con una scena altamente commovente ed emozionante, la figura del Salvatore ci venga mostrata riflessa nell’occhio del ragazzo cieco: in mezzo a tanti che vedono, è il giovane non vedente che trova lo sguardo di colui che gli ridarà la vista.
È interessante notare come pellicole di totale fantasia possano talvolta trasmettere bene alcuni elementi di riflessione. Ne “L’inchiesta” di Damiano Damiani, partendo da un cammino a ritroso, si arriva a conclusioni sorprendenti se si pensa, anche, che il regista non fa della religione una sua bandiera. Così, grazie a un ottimo soggetto (Flaiano!), si può perdonare una visione totalmente “romana” del film e un finale decisamente eccessivo (e forse un po’ superficiale).
In “Ben Hur” di William Wyler, si fa una scelta molto suggestiva: si punta sulla centralità della figura di Gesù che pure, nel contesto del film, è un elemento apparentemente marginale. Si vuole trasmettere un contenuto che moderne trasposizioni cinematografiche non sono riuscite a comunicare. La scelta del regista è di non fare mai vedere il volto del Signore durante la sua passione, ma di trasmettere attraverso lo sguardo dei personaggi le emozioni e le sensazioni che sono protagoniste in quei determinanti momenti. La ricerca del Suo sguardo e del Suo volto, il nostro desiderio di trovarlo, sono il vero e unico motivo di vita. Alla fine, è questo il segreto: aver spiegato in pochi secondi di film l’essenza di tutto.
FILMOGRAFIA
La Passione di Cristo, regia Mel Gibson, 2004.
Gesù di Nazareth, regia Franco Zeffirelli, 1977.
Il Re dei re, regia Nicholas Ray, 1961.
Il vangelo secondo Matteo, regia Pier Paolo Pasolini, 1964.
Il Messia, regia Roberto Rossellini, 1972.
Il Re dei re, regia Cecil B. De Mille, 1927.
L’inchiesta, regia Damiano Damiani, 1986.
Ben Hur, regia William Wyler, 1959.
Dossier: Processo a Gesù
IL TIMONE – N.51 – ANNO VIII – Marzo 2006 – pag. 46