E’ scritto che: «Giacobbe chiamò i figli e disse: "Radunatevi, perché io vi annunzi quello che vi accadrà nei tempi futuri"». L'esordio di questo annuncio è veramente solenne: «Radunatevi e ascoltate figli di Giacobbe, ascoltate Israele vostro padre!».
Le parole che Giacobbe sta per pronunciare su ognuno dei suoi figli sono parole di benedizione, solo per alcuni di loro. In realtà, sono profezie sul ruolo che ciascuno avrà in mezzo al suo popolo o sono una chiara definizione delle sue attitudini e delle sue attività predominanti.
Viene così tracciata a grandi linee quella che sarà, nel suo insieme, la realtà storica del popolo di Israele. Giacobbe è profeta: in lui parla la sapienza di Dio. Egli dice di Ruben: «Tu sei il mio primogenito… tu non avrai preminenza, perché hai invaso il talamo di tuo padre». È scritto, infatti, che mentre Giacobbe, dopo la morte di Rachele, abitava al di là di Migdal-Eder, Ruben andò a unirsi con Bila, la schiava che Rachele aveva dato a Giacobbe perché da lei potesse avere un figlio. E così fu.
Da Bila era nato Dan. Questo fu un grande oltraggio che Ruben fece a suo padre. Ruben era un uomo giusto, ma un momento di passione lo travolse. Una volta di più la Bibbia insegna che non si può impunemente commettere un peccato abominevole.
Poi Giacobbe proferì parole gravi su Simeone e Levi che avevano organizzato e compiuto la strage dei sichemiti: «Nel loro conciliabolo non entri l'anima mia… Maledetta la loro ira, perché violenta, e la loro collera, perché crudele. lo li dividerò in Giacobbe e li disperderò in Israele».
La tribù di Simeone fu poco numerosa; ebbe un piccolo territorio presso la tribù di Giuda e non ricevette alcuna benedizione da Mosè. La tribù di Levi, invece, per lo zelo dimostrato contro coloro che avevano fatto il vitello d'oro, ottenne il privilegio del sacerdozio e Mosè la benedisse.
La benedizione proferita su Giuda (nome che significa Lodato) è anche una profezia messianica: «Non sarà tolto lo scettro da Giuda… finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli». Da Giuda discese Davide e da Davide Gesù, il Figlio di Dio.
Di Zabulon e di Issacar viene predetta solo un'attività pacifica e commerciale; di Dan, paragonato a un rettile del colore della terra che quindi si mimetizza facilmente, viene predetta la capacità di vincere i nemici anche con l'astuzia.
Di Gad predice la capacità di assalire e mettere in fuga i nemici; mentre di Aser, che abiterà una terra molto fertile presso la Fenicia, predice abbondanza di cibi squisiti. La tribù di Neftali viene paragonata a «una cerva sciolta che proferisce belle parole».
La benedizione pronunciata su Giuseppe (che implicitamente riguarda le tribù dei suoi primi due figli, Efraim e Manasse) rivela tutto l'amore di Giacobbe per lui. Ma in Giacobbe parla lo spirito stesso di Dio: «Germoglio di ceppo fecondo è Giuseppe, germoglio di ceppo fecondo presso una fonte… Lo hanno esasperato e colpito, lo hanno perseguitato i tiratori di frecce. Ma è rimasto intatto il suo arco e le sue braccia si muovono veloci per le mani del potente di Giacobbe, per il nome del Pastore, Pietra di Israele. Per il Dio di tuo padre – egli ti aiuti. E per il Dio onnipotente – egli ti benedica. Con benedizioni del cielo dall'alto, benedizioni dell'abisso nel profondo, benedizioni delle mammelle e del grembo. Le benedizioni di tuo padre sono superiori alle benedizioni dei monti antichi, alle attrattive dei colli eterni. Vengano sul capo di Giuseppe e sulla testa del principe tra i suoi fratelli». Temiamo di sciupare, con il nostro commento, queste meravigliose parole di Giacobbe, nelle quali vi è tanto amore per il suo figlio prediletto.
Di Beniamino è detto: «Beniamino è un lupo che sbrana: al mattino divora la preda e alla sera spartisce il bottino». Vi furono davvero fatti tremendi nella storia di questa tribù. Anche Saul ne fu protagonista.
Giacobbe, dopo aver proferito queste parole profetiche, morì. Egli aveva chiesto di essere sepolto in Ebron con Abramo e Sara, Isacco e Rebecca e Lia. E Giuseppe fece così. Ma i fratelli di Giuseppe ebbero timore che, morto il loro padre, egli volesse vendicarsi di loro e «si gettarono a terra davanti a lui e dissero: "Eccoci tuoi schiavi". Ma Giuseppe disse loro: "Non temete. Sono io forse al posto di Dio?"». E ancora una volta Giuseppe pianse per la loro incapacità di capire il suo cuore. Egli visse fino a 110 anni. È scritto che «Giuseppe fece giurare ai figli di Israele così: "Dio verrà certo a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa"». E, infatti, questo avvenne al tempo di Mosè. Con questa storia meravigliosa e commovente termina il primo libro della Bibbia: la Genesi.
IL TIMONE – N.39 – ANNO VII – Gennaio 2005 pag. 60