Fu uno dei maggiori intellettuali dei primi secoli cristiani. A lui si deve la prima esposizione organica e sistematica della fede. Importanti i suoi contributi ai Concili di Antiochia e di Costantinopoli. Nel suo pensiero è chiara l'influenza neoplatonica, ma con rielaborazioni originali.
«Nessun altro Padre del secolo IV fece un così largo uso della filosofia come Gregorio Nisseno, nei suoi sforzi per accostare i misteri della fede all'intelligenza umana. Egli paragona la filosofia alla Sposa del Cantico dei Cantici, perché ci insegna quale atteggiamento adottare di fronte al divino. Ma non esita tuttavia a criticare la filosofia pagana e a paragonarla alla figlia sterile e infeconda del re egiziano (Es 2,1-10)». Queste considerazioni del celebre patrologo Johannes Quasten ben ci introducono alla figura di uno dei maggiori intellettuali dei primi secoli cristiani, mettendone in luce, fra l'altro, la notevole sensibilità culturale e, in particolare, la stima da lui nutrita nei confronti del sapere filosofico.
Gregorio di Nissa, che insieme al fratello maggiore Basilio di Cesarea e a Gregorio di Nazianzo costituisce il celebre trio dei grandi dottori della Cappadocia, nacque in questa regione dell'Asia Minore, situata nella parte orientale dell'odierna Turchia, fra il 335 e il 340. Educato cristianamente sotto la guida illuminata del fratello Basilio e della sorella Macrina, manifestò ben presto notevole interesse per gli studi filosofici. Dopo alcune esperienze mondane, rimasto vedovo, decise di entrare nel monastero fondato da Basilio nella regione del Ponto e nel 371 venne consacrato Vescovo di Nissa, una borgata del distretto metropolitano di Cesarea. Pochi anni più tardi, Gregorio fu deposto da un sinodo di vescovi ariani; ma nel 378, scomparso l'imperatore filoariano Valente, poté rientrare trionfalmente nella sua diocesi. Alla morte del fratello, alla cui ombra aveva sempre vissuto, Gregorio diventò un vero e proprio leader del partito che sosteneva i deliberati del Concilio di Nicea: di sicuro rilievo furono i contributi da lui recati ai Concili di Antiochia del 379 e di Costantinopoli del 381 e del 382, e non casualmente l'imperatore Teodosio lo designò come uno dei garanti dell'ortodossia. A testimonianza del notevole prestigio di cui godette, si ricorda che toccò a lui tenere le orazioni funebri in occasione della morte della principessa Pulcheria e dell'imperatrice Flacilla. Si ritiene che il Nisseno sia morto nel 394. È noto che Giovanni Crisostomo pronunciò un panegirico in suo onore e anche Gregorio di Nazianzo ne fece un appassionato elogio.
Le opere di Gregorio di Nissa, scrittore assai fecondo e versatile, rivelano una mente speculativa di prim'ordine, capace di confrontarsi con le grandi correnti culturali dell'epoca. Non sempre il suo stile appare impeccabile, ma negli scritti egli manifesta costantemente valida profondità di pensiero e solide convinzioni religiose. Tra le sue opere sono annoverati alcuni trattati dogmatici, vari scritti esegetici e ascetici e numerosi discorsi e sermoni. Di lui possediamo pure un'interessante raccolta di lettere. A proposito del corpus dei testi gregoriani, così si esprime ancora Johannes Quasten: «Se confrontiamo Gregorio Nisseno come teologo con gli altri due Cappadoci, Basilio e Gregorio Nazianzeno, ci balza subito evidente la sua superiorità. Egli è, dopo Origene, l'autore della prima esposizione organica e sistematica della fede cristiana. Le sue speculazioni dottrinali superano considerevolmente i limiti delle controversie contemporanee, e sono un cospicuo contributo al progresso della teologia».
Gregorio seppe fare un uso intelligente e discreto della sapienza pagana e, come si è accennato, si dimostrò molto disponibile al dialogo con la filosofia greca. Si legge, a questo proposito, nella Vita di Mosè, uno dei suoi lavori più importanti: «C'è infatti nella cultura profana qualcosa che non bisogna rifiutare nella formazione della virtù. La filosofia morale infatti e la filosofia della natura possono aiutare quelli che le amano e le coltivano ad elevarsi più in alto, a patto però che il loro frutto non conservi nulla della contaminazione estranea». Gregorio sa bene che per il cristiano è la Sacra Scrittura a indicare i limiti e le caratteristiche dell'autentico sapere: essa è il criterio della verità e la guida della ragione. A volte eccessivamente enfatizzata, nelle dottrine del Nisseno è presente una chiara influenza platonica, filtrata attraverso il neoplatonismo di Plotino: egli tuttavia non si ferma mai all'acritica ripresa delle tesi dei grandi pensatori del passato, ma è sempre capace di proporre interpretazioni personali e rielaborazioni originali.
Gregorio manifesta una forte fiducia nella ragione e, per quanto possibile, ricorre a essa al fine di presentare i misteri della fede, senza mai però perdere di vista la tradizione autentica: "Se il nostro ragionamento – egli scrive nell'opera Non ci sono tre dei – si dimostra impari al problema, dobbiamo mantener sempre ferma e immutata la tradizione che abbiamo ricevuto dalla successione dei Padri».
Nel contesto dell'incontro fra platonismo e cristianesimo si collocano le principali dottrine del Nisseno, tra cui quella dell'infinità di Dio che, come afferma Manlio Simonetti, «egli ereditò da Plotino e ambientò nella dottrina specificamente cristiana. È su questo concetto che si fonda anche la sua dottrina ascetica e mistica, esposta non soltanto in scritti specifici, ma anche in ambito esegetico: dato che Dio è infinito, anche il progresso dell'anima verso di lui è senza fine, e proprio in questo tendere a lui, pur senza mai arrivare alla meta finale, consiste la beatitudine dell'uomo».
RICORDA
Per Gregorio «Il cristiano non ha che da mettere in pratica il consiglio già seguito da Socrate: "conosci te stesso perché conoscersi come Immagine di Dio è conoscere Dio"».
(Étienne Gilson, La filosofia nel medioevo, La Nuova Italia, 1973, p. 84).
BIBLIOGRAFIA
Gregorio di Nissa, L'uomo, Città Nuova, 1982.
Gregorio di Nissa, Omelie sul Cantico dei Cantici, EDB, 1995.
Francesca Moscatelli, Di gloria in gloria. Gregorio di Nissa, libreria Editrice Vaticana, 2004 (con ampia antologia di testi mistici di Gregorio).
Enrico Peroli, Il platonismo e l'antropologia filosofica di Gregorio di Nissa, Vita e Pensiero, 1993.
IL TIMONE N. 83 – ANNO XI – Maggio 2009 – pag. 32 – 33
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