Regia Mario Monicelli e Steno (Stefano Vanzina)
Con Totò, Aldo Fabrizi, Ave Ninchi.
1951 – b/n 101’
In concomitanza con le festività natalizie, e l'uscita delle prime visioni nelle sale cinematografiche, si è tornati a parlare di commedia all'italiana. Non avendo mai nascosto la mia passione per il cinema nostrano, non mi faccio sfuggire l'occasione per consigliare un film che, forse, si può considerare uno dei capostipiti del genere. Infatti se con "Guardie e ladri" non si può ancora parlare di vera e propria commedia all'italiana, troviamo sì già tutti gli elementi che contribuiranno a far apprezzare questo tipo di cinema nel mondo. Era il periodo in cui le storie venivano costruite nei minimi dettagli, le sceneggiature erano racconti scritti non solo per far sorridere e i grandi nomi della letteratura partecipavano senza riserbo a questo particolare lavoro. Guardie e ladri, è l'esempio perfetto: una sceneggiatura firmata da Flaiano, Brancati, Maccari, Fabrizi, Monicelli e Steno. Una regia a quattro mani, Monicelli e Steno, attenta ai minimi particolari. Un'interpretazione straordinaria dei due protagonisti, Totò e Aldo Fabrizi. E un gruppo di attori secondari perfettamente inseriti nel contesto della storia. Qualsiasi cosa venisse raccontata, la si raccontava senza la volgarità che impera oggi, ma con l'umanità e la generosità che contraddistingue le persone normali. Certo, erano film che facevano ridere o forse meglio dire, sorridere, visto che poggiavano su un dolce strato di malinconia. Questo però voleva solo essere il modo intelligente di mostrare la nostra vita. Da vedere per poter spiegare com'era la commedia all'italiana.
IL TIMONE – N.49 – ANNO VIII – Gennaio 2006 – pag. 63