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12.12.2024

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Hanno scritto… hanno detto
31 Gennaio 2014

Hanno scritto… hanno detto

 

Il Timone n. 7 – anno 2000 –

 

“L'allontanarsi delle genti dalla religione non rappresenta un mero fenomeno sociologico di un'abitudine che viene meno; sono invece andati distrutti i preambula fidei come dire i “fondamenti” del pensare e del credere, faticosamente conquistati in millenni di civilizzazione greco-romana e cristiana. Tant'è: senza di essi è arduo riconoscere le tracce che Dio lascia a ognuno nell'anima. Lo smarrimento dell'amore verso i segni divini riposti in ciascun attimo della vita è cosa grave: se ne accorgeranno i nostri discendenti”.
(Andrea Sciffo, La cerca senza tempo. Tracce dell'Ordine cristiano, II Cerchio, Rimini 1999, p. 108).
 

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“È stato detto – e a ragione – che la storia viene scritta dai vincitori; e il nostro Risorgimento non fa eccezione. I vincitori furono il liberalismo e la massoneria, i Savoia e gli anticlericali, i ricchi e gli arricchiti del tempo, le lobby protestanti straniere e gli italiani nostalgici di una Riforma protestante che in Italia non c'è stata, il laicismo e la secolarizzazione a tutti i costi, l'odio alla Chiesa e al prete. La storia, soprattutto per le nostre scuole, fu scritta perciò da storici asserviti a questi uomini e a queste ideologie. La storia risorgimentale che noi cerchiamo di ricostruire, invece, è vista dalla parte degli sconfitti: il federalismo e i federalisti, la Chiesa e i cattolici, i contadini e gli operai, il popolo e i poveri, la giustizia sociale e la tradizione cristiana e cattolica”. (Gerlando Lentini, La bugia risorgimentale. Il Risorgimento italiano dalla parte degli sconfitti, II Cerchio, Rimini 1999, pp. 5-6).

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“Uno storico francese, Pierre Chaunu, docente di storia moderna alla Sorbona, di religione protestante, precisa: «Storici di valore come Raymond Secher hanno lavorato sotto la mia direzione per riprendere in maniera scientifica un certo numero di dossier storici. Si tratta di documenti scottanti, che parlavano di sconvolgenti massacri di cattolici in Francia, particolarmente nell'Ovest e in Vandea. Fu quest'ultimo un massacro talmente evidente, talmente premeditato, atroce e sistematico – fu impartito l'ordine di liquidare le donne perché non potessero procreare, trucidare i bambini perché non divenissero futuri 'briganti' – che non capisco come si possa evitare di parlare di genocidio. La Vandea fu qualcosa di più di un orrendo massacro; fu il tentativo di sterminare definitivamente una popolazione»“.
(Francesco Mario Agnoli, Rivoluzione, cristianizzazione, insorgenze. Quattro saggi, Edizioni Krinon, Caltanissetta 1 991, p. 60).

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“La debolezza attuale della presenza cattolica, l'incapacità di leggere il vero bisogno degli uomini, sono forse dovute ad un'infiltrazione di protestantesimo nel cattolicesimo, per cui si considera la comunità cristiana come appendice di una società già al tramonto anziché fattore di una nuova evangelizzazione, di un nuovo annuncio: Cristo risorto, presente nel mistero della Chiesa, proposta di salvezza a tutti gli uomini”.
(don Luigi Negri, Controstoria. Una rilettura di mille anni di vita della Chiesa, San Paolo, Cinisello Bal.mo (MI) 2000, p. 59).

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“Da un punto di vista cristiano la vita è un grande cammino verso l'eternità. E un pellegrinaggio, di cui la morte è soltanto un passaggio: il più importante, perché ci consente di superare le frontiere del tempo per entrare nell'eternità. Questa concezione della vita è tipicamente cristiana: il cristianesimo è fondato sul mistero pasquale, cioè sulla morte e resurrezione di Cristo, e nessuna religione, neppure le più grandi (islamismo, buddismo, induismo), ha una affermazione così radicale come la resurrezione del suo fondatore; tanto che potremmo definire la religione cristiana una grande meditazione sulla morte e sulla vittoria riguardo la morte”.
(P. Livio Fanzaga, Sguardo sull'eternità. Morte, giudizio, inferno, paradiso, Sugarco, Milano 1998, p. 9).

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“Che cosa dunque desideri conoscere, prima che quest'ultima Alba abbia termine?”. “Desidero conoscere Dio”. […] “Ma per accedere alla Conoscenza di Dio, non basta la saggezza. Occorrerebbe anche che il tuo spirito diventasse più povero di quello di un bambino, così da poter passare come attraverso una porta strettissima, come attraverso la cruna di un ago. E questo ti sarebbe possibile?”. “Ciò che non è possibile a me è possibile a Dio”. (Stefano Biavaschi, II profeta del vento, San Paolo, Cinisello Bal.mo (MI) 1998, pp. 74 e 78).

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“I disinformati parlano sempre di “vittime dell'Inquisizione”, ma dimenticano tutti gli inquisitori uccisi dagli eretici. Questi ultimi, infatti, non erano per niente quei pacifici liberi pensatori che si crede. Veri e propri sovversivi dell'ordine costituito, erano ricercati attivamente dalle autorità laiche. La loro unica speranza era proprio l'Inquisizione. Quest'ultima, invitandoli a rientrare nei ranghi (spesso, a quei tempi, si finiva eretici per pura ignoranza; o per paura, nei luoghi dove l'ortodossia era minoritaria), offriva loro l'ultima possibilità di salvare il collo”.
(Rino Cammilleri, I santi di Milano, Rizzoli -Assessorato al Turismo del comune di Milano, Milano 2000, p. 48).

TIMONE – N. 7 – ANNO II – Maggio/Giugno 2000 – pag. 19

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