Il Timone n. 73 – anno 2008 –
«È importante ribadire questa verità fondamentale della nostra fede, la cui verità storica è ampiamente documentata, anche se oggi, come in passato, non manca chi in modi diversi la pone in dubbio o addirittura la nega. L’affievolirsi della fede nella risurrezione di Gesù rende di conseguenza debole la testimonianza dei credenti. Se infatti viene meno nella Chiesa la fede nella risurrezione, tutto si ferma, tutto si sfalda. AI contrario, l’adesione del cuore e della mente a Cristo morto e risuscitato cambia la vita e illumina l’intera esistenza delle persone e dei popoli. Non è forse la certezza che Cristo è risorto a imprimere coraggio, audacia profetica e perseveranza ai martiri di ogni epoca?»
(Benedetto XVI, Udienza di mercoledì 26 marzo 2008, in L’Osservatore Romano, 27/03/08).
****
«Il miglior modo per esprimere il nostro senso di riverenza verso il Signore Eucaristico era quello di seguire l’esempio di Pietro che, come racconta il Vangelo, si gettò in ginocchio davanti al Signore e disse “Signore, allontanati da me che sono un peccatore” (Le 5,8). Ora, si nota come in alcune chiese, tale prassi viene sempre meno e i responsabili non solo impongono i fedeli a ricevere la Santissima Eucaristia in piedi, ma hanno persino eliminati tutti gli inginocchiatoi costringendo i loro fedeli a stare seduti, o in piedi, anche durante l’elevazione delle specie Eucaristiche presentate per l’adorazione. È strano che tali provvedimenti siano stati presi nelle diocesi, dai responsabili della liturgia, o nelle chiese, dai parroci, senza una pur minima consultazione dei fedeli, anche se oggi più che mai si parla in molti ambienti di democrazia nella Chiesa».
(Malcom Ranjith, Prefazione a Athanasius Schneider, Dominus Est, pp. 5-6).
****
«Lo scempio di bambini uccisi nel grembo materno, uccisione premeditata e volontaria di innocenti, clandestina o legale che sia, mi addolora e mi spaventa per l’aspetto di esercizio abusivo del potere di vita e di morte da parte del più forte sul più debole ed esso mi richiama alla mente il sopruso di regimi dittatoriali passati e recenti che sopprimono arbitrariamente e brutalmente con la vita la libertà di quanti con la loro esistenza risultano in qualche modo scomodi. Arrogarsi da parte dell’uomo il diritto di vita e di morte su un uomo innocente con l’avallo della legge è un abuso smaccato del potere pubblico, arrogante e vile prevaricazione, violenza inammissibile di una società che intende essere civile» (Giancarlo Bertolotti).
(Angelo Comini, Una vita per la vita. Il ginecologo Giancarlo Bertolotti, pp. 48-49).
****
«Al centro della riflessione laicista sul mondo c’è solo l’uomo. O meglio: l’uomo solo. Senza Dio. L’uomo misura di se stesso e di tutto ciò che lo circonda. Questo inizio è anche una conclusione: è il risultato della negazione di Dio. Non c’è nulla oltre il caso e in questo caso, sempre più compreso dalla scienza alla ricerca di un ordine privo di senso, l’uomo è padrone e arbitro. Non potrebbe essere diversamente. Come afferma l’Inquisitore di Dostoevskij “se Dio non c’è tutto è lecito”. Non esistono dunque bene e male se non nella felicità dell’uomo.
Il quale deve, e può fare, tutto ciò che vuole per perseguire ciò che lo rende soddisfatto e che gli permette di dare compimento al proprio piacere. L’essenza del pensiero liberai, che trae le sue origini dalla rivoluzione illuminista e dal marxismo è tutta qui».
(Paolo Pugni, Fede, ragione, politica, p. 15).
****
«La nostra è un’epoca in cui i cattolici sono stati indotti a credere che il mondo, con tutta la sua erudizione ed esperienza, sia pronto ad abbracciarli, a condizione che essi lo riscoprano per loro stessi.
I cattolici, anzi la Chiesa stessa, si sono spinti più e più volte ben fuori dalla propria strada per incontrare quel mondo ben più che a mezza via. E molto spesso sono stai non solo non accettati, ma anche aspramente rimproverati»
(Stanley L. Jaky, Arcipelago Chiesa. A quarant’anni dal Concilio, p. 49).
IL TIMONE N. 73 – ANNO X – Maggio 2008 – pag. 34