Il Timone n. 79 – anno 2009 –
«Di fronte al venir meno della bellezza, del decoro e della sacralità della liturgia (via il latino, via il gregoriano, via l’incenso, via certi paramenti, via l’organo, via il silenzio, ecc. e quindi via libera a tutte le trovate e le novità secondo i gusti e i capricci), come si possono condannare coloro che hanno ritenuto che se avessero continuato a celebrare come si era fatto per più di quattro secoli, sicuramente non avrebbero sbagliato? Quanto ne dovette soffrire Paolo VI, che in più occasioni intervenne per richiamare al rispetto, al decoro e al senso del sacro nelle celebrazioni liturgiche!».
(Francesco Cupello, La Messa Antica. Nessun ritorno, è sempre rimasta a casa. Risposta a Paolo Farinella, p. 14).
****
«Fare il volere di Dio (sempre, nelle gioie come nelle avversità) è il naturale cibo dell’anima, nessuna cosa la nutre tranne questo. L’anima cresce e si santifica nella misura in cui si ciba della volontà del Padre, entra in intima unione con Lui e, in questo modo, sviluppando tutte le sue facoltà, riesce ad innalzarsi per glorificarlo come si conviene. Quella serenità, quella pacatezza, che traspare dai visi e dagli occhi di alcune figure cristiane, pur tra mille traversie e persecuzioni, denota appunto questa condizione. Che cosa mi potrà turbare se so che dietro ogni avvenimento, felice o triste che sia, c’è la volontà di Dio?».
(Crescenzo Marzano, L’eclissi e la grazia. La vita cristiana secondo Oom François de Sales Pollien, p. 161).
****
«Per una buona fetta del XIX e del XX secolo, certi settori della cultura “alta” occidentale hanno avuto verso la religione un atteggiamento che può essere definito sprezzante, in parte a causa dell’ascesa della scienza e della tecnologia e in parte per l’influenza delle psicologie naturalistiche come il freudismo, che classifica la religione come un’illusione nevrotica.
Questa visione è andata di pari passo con una condanna acritica del passato religioso della razza umana, giudicata fonte di grandi mali. Per i più schierati, il futuro di questa particolare illusione sembrava segnato. Con la diffusione dell’Illuminismo e della razionalità la religione si sarebbe indebolita per poi scomparire. Le donne e gli uomini maturi si sarebbero sempre più riconciliati, nelle parole di Freud, con “l’ordinaria infelicità”, abbandonando la religione come le altre screditate pratiche del passato, quali l’astrologia e la magia. Questa previsione però non si è verificata, e pare proprio che non si verificherà. La religione resiste in maniera radicata e diffusa, nella sorpresa e nell’irritazione di coloro che sostenevano di aver messo da parte ogni illusione, e di saper leggere il futuro».
(Robert Royal, Il Dio che non ha fallito. Come la religione ha costruito e sostenuto l’Occidente, pp. 4-5).
****
«Maria infonde il suo coraggio in coloro che combattono per Lei. La battaglia “non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Efesini 6,12). Quale uomo potrebbe affrontare l’esercito del male senza tremare di spavento? I piccoli di Maria non esitano ad affrontarlo rivestiti della sua forza e della sua intrepidezza. Maria è la corazza invincibile che li ricopre. Il suo cuore materno è la trincea insuperabile che resiste ad ogni attacco del nemico. Il coraggio, con il quale la Madonna ha affrontato le potenza del male, si perpetuerà lungo il corso dei secoli, fino alla grande battaglia finale».
(Padre Livio Fanzaga, Maria dolce Madre, p. 43).
****
«In particolare, Gesù ci ha rivelato che l’uomo è essenzialmente “figlio”, creatura che vive nella relazione con Dio Padre, e così in relazione con tutti i suoi fratelli e sorelle. L’uomo non si realizza in un’autonomia assoluta, illudendosi di essere Dio, ma, al contrario, riconoscendosi quale figlio, creatura aperta, protesa verso Dio e verso i fratelli, nei cui volti ritrova l’immagine di Dio. Si vede bene che questa concezione di Dio e dell’uomo sta alla base di un corrispondente modello di comunità umana, e quindi di società. È un modello che sta prima di ogni regolamentazione normativa, giuridica, istituzionale, ma direi anche prima delle specificazioni culturali; un modello di umanità come famiglia, trasversale a tutte le civiltà, che noi cristiani esprimiamo affermando che gli uomini sono tutti figli di Dio e quindi tutti fratelli».
(Omelie. L’anno liturgico narrato da Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI, p. 169).
IL TIMONE N. 79 – ANNO XI – Gennaio 2009 – pag. 34