Il Timone n. 88 – anno 2009 –
«La chiesa cattolica, nella sua dottrina, è ferma lì, da duemila anni, e resiste: le innumerevoli confessioni protestanti, spinte dall’urgenza dei tempi, mutano e adattano la verità, ma alla fine si svuotano di credibilità e di fedeli. La Verità non tollera diminuzioni o amputazioni. La chiesa anglicana ha continuato a mutare, prima a seconda dei capricci dei suoi re, poi per adeguarsi alla modernità: ma non rimane di essa, oggi, che un simulacro. Detto questo, è veramente consolante vedere che cinquecento anni dopo Enrico VIII ci siano uomini di fede anglicana che ritornano alla comunione con Roma. Non deve essere facile».
(Francesco Agnoli, Il Foglio, 12 novembre 2009).
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«Comprendere che noi siamo l’opera di Dio è facile; quello che è incomprensibile è che la crocifissione di Dio sia opera nostra!».
(Marcello Stanzione, 365 giorni con il Santo Curato d’Ars. Pensieri scelti e preghiere, Gribaudi, Milano 2009, p. 104).
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«Cherchez la femme! Cercate la donna! È una frase antica, resa tuttavia celebre da Alessandro Dumas padre, rinomato scrittore francese dell’Ottocento, nel dramma I moicani di Parigi, che è una specie di giallo. Egli pone questa frase in bocca a un poliziotto
parigino, Jackal, che se ne è fatta una massima fondamentale nella sua professione investigativa: “In tutte le vicende – egli dice – c’è immancabilmente una donna. Non appena mi fanno un rapporto, io dico: Cherchez la femme!, cercate la donna. Allora la si cerca: e quando la si è trovata, si trova pure e subito l’uomo. E così la vicenda, anche più ingarbugliata, si chiarisce”. Questa norma poliziesca è così importante e vera, che la si può applicare perfino alla Rivelazione biblica, alle vicende dell’umanità che in essa vengono narrate: Cerchez la femme! Bisogna cercare la donna per capire non solo il mistero del male, che ci travaglia e ci sovrasta, ma anche del bene che è la parte preponderante nelle umane vicende. (…) Ed allora scopriremo non una, ma due donne: all’inizio della creazione e della nostra rovina, Eva; all’inizio della salvezza del peccato, Maria».
(Gerlando Lentini, La donna è nuda. Storia di una battaglia perduta, pp. 43-44).
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«Dirò solo, senza tema di smentite e con la consapevolezza di render un servizio alla fede di tutti, che l’impegno ecumenico della Chiesa cattolica è legittimo solo nella misura in cui salvaguarda la specificità della sua fede e della sua morale. Deve perciò proclamare e difendere l’unità/unicità della Chiesa; l’identità della Chiesa di Cristo e della Chiesa cattolica; il possesso da parte di essa di tutta la rivelazione cristiana; la confluenza nella Chiesa cattolica delle Chiese particolari, come Chiese sorelle, solo se collegate con essa dalla piena comunione di fede, di sacramenti e di ministero; l’esistenza del sacerdozio ministeriale, tripartito nell’episcopato, nel presbiterato e nel diaconato; la possibilità della salvezza per grazia, cioè per la redenzione di Cristo mediata e resa ad ognuno accessibile, in via ordinaria, dalla sua Chiesa; il primato, non soltanto d’onore ma anche di giurisdizione e di magistero, del Romano pontefice sulla Chiesa universale; la presenza reale del Signore Gesù, Corpo Sangue Anima e Divinità, nelle specie eucaristiche, tanto nella celebrazione del memoriale della sua morte e risurrezione gloriosa, quanto nella riserva eucaristica sugli altari; il sacramento eucaristico come presenza sacramentale di Cristo, sacrificio e comunione; i sette sacramenti come mezzi sensibili ed efficaci della grazia; la morale evangelica, il primato di Dio, la speranza della vita eterna».
(Brunero Gherardini, Ecumene tradita. Il dialogo ecumenico tra equivoci e passi falsi, pp. 30-31).
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«Uno osserva le bacheche delle parrocchie e delle scuole cattoliche, delle congregazioni religiose e delle curie, e le scopre tappezzate di cicli di conferenze tenute da filosofi atei, rabbini capi, pastori valdesi, teologi luterani, pretesse anglicane, imam musulmani. Il tutto condito da filosofi, teologi e sacerdoti formalmente cattolici, ma espressioni di una teologia che perfino Martin Lutero non esiterebbe a considerare eretica. È come se il mandato di Cristo agli apostoli fosse stato: “Andate, e trasformate tutta la terra in un colossale talk show”».
(Alessandro Gnocchi – Mario Palmaro, Cattivi maestri. Inchiesta sui nemici della Verità, p. 173).
IL TIMONE N. 88 – ANNO XI – Dicembre 2009 – pag. 34