Il Timone n. 102 – anno 2011 –
«La gente non sa più chi è Gesù, qual è la vera missione della Chiesa, cosa sono i sacramenti, i precetti morali che scaturiscono dalla fede, non sa più nulla del Mistero di Dio. Però plaude ai centri per immigrati, per i tossicodipendenti, per le fondazioni tenute da ecclesiastici. Una Chiesa del genere può far comodo perché dà soluzione a tanti problemi che lo Stato non riesce a risolvere. Il volontariato ha sostituito la carità. Non è che la Chiesa viene scambiata per una benemerita associazione filantropica? Non è che viene ritenuta una concorrente della Croce Rossa? Se tornassero i martiri dei primi secoli e quelli del XX secolo, dovrebbero ancora morire per la verità di Gesù Cristo? Il Concilio certo non immaginava che proprio dall’interno della Chiesa sarebbe venuto un formidabile appoggio al relativismo».
(Nicola Bux, in AA.VV, Passione della Chiesa. Amerio e altre vigili sentinelle, p. 14). .
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«Tutte le agenzie educative possono partecipare al rinnovamento sociale: famiglia, scuole, parrocchie, partiti, club ricreativi. La stessa religione può favorire questo cambiamento, se la cultura dominate le riserva spazio e credibilità. La Chiesa, attraverso i secoli, è sempre stata maestra di umanesimo sociale. Ora il laicismo più bieco storce il naso, taccia i vescovi di ingerenze politiche e così si diffonde quel qualunquismo culturale che è substrato per il permissivismo più squallido. Il laicismo imperante, invece di avviare i giovani verso progetti di solidarietà, di disponibilità verso gli altri, li “sfilaccia” e li abbandona a un vuoto esistenziale difficile da riempire. Le carenze interiori non si colmeranno di certo con le scenate in Tv. La società cambia, diventa più solidale e umana, se le persone si cercano e trasmettono ai ragazzi il concetto che è “bello e piacevole vivere insieme”».
(Chino Pezzoli, Come canne al vento. La fragile gioventù, p. 93).
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«Occorre un maggior impulso alla Liturgia nella Forma Straordinaria del Rito Romano per elevare e perfezionare la Liturgia nella Forma Ordinaria del Rito Romano. Il Vetus Ordo Missae aiuta a celebrare in maniera più decorosa, devota, attenta (in maniera più liturgica) il Novus Ordo Missae. I diritti liturgici di Dio (dunque il culto, l’adorazione) precedono i “diritti” liturgici del popolo (partecipazione, comprensione, comunione, agape…). Se si rispettano i primi, i secondi sono garantiti. Il culto a Dio, il senso del Mistero precedono e supportano la dimensione assembleare e comunionale della celebrazione liturgica. L’universalità della lingua latina, il silenzio, il raccoglimento, l’adorazione, la consapevolezza di stare ai piedi della Croce nel Sacrificio Eucaristico promuovono una comunione più profonda, più stabile e fanno sperimentare l’autentica festa della Fede».
(P. Paolo M. Siano, Alcuni personaggi, fatti e influssi al Concilio Vaticano II, in Fides catholica, anno V, n. 2 [2010], pp. 69-70).
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«Non si può sfuggire a Dio. Ti fa un pressing asfissiante, di solito doloroso, fino a quando non cedi. Ed è una benedizione, dicono, perché è segno di predilezione (se così posso esprimermi). Se però, dài e dài (cosa che può durare anche a lungo), ti dimostri ostinato nel seguire la tua, di volontà, e non la Sua, ci sta che Dio rinunci all’assedio e ti lasci ai tuoi desideri. È per questo, pare, che a certuni sembra arridere la fortuna mentre ad altri, pur pii, no. Vi dico come l’ho capita io, questa faccenda: quelli con i quali, secondo una prospettiva di fede, non c’è niente da fare, quelli, insomma, che scelgono pervicacemente la via della perdizione, costoro – per giustizia, visto che si dirigono a tutta birra verso l’aldilà sbagliato – hanno qui la loro parte di “consolazione” (come dice il Vangelo – Lc 16,20 – nella parabola del povero Lazzaro e del ricco Epulone). Gli altri, quelli che si convertono e si sforzano di vivere da cristiani, hanno qui la croce perché, avendo scelto bene, avranno la “consolazione” (eterna) Lassù».
(Rino Cammilleri, Come fu che divenni C.C.P. [cattolico credente praticante], p. 131).
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«Tuttavia, spiace di dover deludere certi avvoltoi, ma, nonostante tutto, nonostante le martellanti campagne mediatiche e l’alimentazione degli scandali, spesso gonfiati, quei credenti in Cristo che sono i cattolici dal 2000 stanno aumentando e dal 2008 al 2009 (anno a cui si riferiscono gli ultimi dati) sono cresciuti di quindici milioni, corrispondenti ad un aumento del 1,3 %, arrivando così a quota un miliardo e 181 milioni. A volte si tratta di bambini piccoli che vengono battezzati, e che ovviamente poi possono rinnegare il battesimo. Ma in diversi luoghi questi battesimi riguardano anche gli adulti. Soprattutto – questo è il dato che più conta perché riguarda solo adulti consapevoli –, nonostante il leitmotiv planetario della pedofilia nella Chiesa, Odifreddi sappia che il numero dei sacerdoti cattolici è cresciuto dell’1,34 %, passando da 405mila a 410mila».
(Giacomo Samek Lodovici, Avete sentito l’ultima di Odifreddi?, in La Bussola Quotidiana, 2/3/2011).
IL TIMONE N. 102 – ANNO XIII – Aprile 2011 – pag. 30