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11.12.2024

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Hanno scritto… hanno detto…
31 Gennaio 2014

Hanno scritto… hanno detto…

Il Timone n. 107 – anno 2011 –

«Sappiamo che il demonio esercita una duplice azione sugli uomini. Una ordinaria e una straordinaria. La prima, quella che a lui preme di più, è la tentazione. In odio a Dio, i demoni tentano l’uomo al male, ossia cercano di allontanare gli uomini da Dio portandoli a vivere in una stato di peccato, in modo poi da trascinarli dove loro si trovano: all’inferno. È una vendetta che essi fanno contro Colui che ha creato tutti gli uomini per il Paradiso. (…) Il demonio può anche esercitare un’azione straordinaria sugli uomini. Questa sua attività è più rara, e dipende in parte dalla colpa dell’uomo che, andando contro il volere di Dio, abbandona il Creatore per darsi alle varie forme di occultismo: magia, cartomanzia, maledizione, vudù, macumba, sedute spiritiche, sette sataniche, ecc… Così facendo è l’uomo che si allontana da Dio per darsi a Satana».
(P. Gabriele Amorth, in AA.VV, L’azione del maligno. Come riconoscerla e liberarsene, pp. 6-7).

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«E il messaggio di Benedetto XVI è molto chiaro: il problema vero è la mancanza di fede, bisogna chiederla a Dio e renderla trasparente, annunciarla a tutti perché è questa la luce capace di illuminare il buio dei nostri tempi e dei nostri problemi quotidiani. È ciò che ha anche affermato con forza il cardinale Angelo Scola nella sua prima omelia da arcivescovo di Milano, citando Giovanni Battista Montini: il problema è la fede separata dalla vita, la fede che non è più capace di generare cultura. È da qui che si deve ricominciare, dalla testimonianza che il cristianesimo è umanamente conveniente. Altrimenti si fa solo del moralismo. Se oggi in Italia c’è una “questione morale” è anche perché i cattolici da decenni non testimoniano più questa “convenienza”, ma al massimo un moralismo».
(Riccardo Cascioli, in La Bussola Quotidiana, 27/9/2011).

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«La purezza del cuore rappresenta la più radicale riforma religiosa. Senza di essa le religioni collassano su se stesse. Il cristianesimo, come per miracolo, trova sempre la forza di rinnovarsi perché attinge alla sorgente di eterna purezza del cuore di Gesù. Gesù colloca la religione nel suo centro naturale, che è il cuore dell’uomo. È nel suo cuore che l’uomo si apre a Dio, crede e si affida a lui e decide di amarlo e di servirlo. È nel suo cuore che l’uomo sente montare i fermenti del male, che tendono a inquinarlo, facendone una sentina di vizi. È nel suo cuore che l’uomo combatte ogni giorno la battaglia perché il bene prevalga sul male. L’uomo, in ultima istanza, è ciò che è il suo cuore. Non può essere meritevole di stima un uomo che ha il cuore corrotto. La rispettabilità esterna non potrebbe a lungo impedire che il fetore interiore si diffonda. Gesù al riguardo ha detto parole che non si trovano altrove. Nessuno come lui ha provato nausea per la doppiezza dei falsi santi, dei falsi maestri, dei falsi profeti.».
(Padre Livio Fanzaga, Gesù ci insegna a vivere, p. 54).

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«Senza Dio, senza la vittoria del Signore Gesù, certamente la morte avrebbe trionfato, sarebbe stato l’annullamento di tutto. Ed è proprio questo lo stato di disperazione esistenziale con cui si trovano ad aver a che fare tutti coloro che, come dice san Paolo, vaneggiano nei loro ragionamenti (Rm 1,21) pensando che i cristiani credano alle favole, mentre essi trovano forse più logico e più plausibile credere che siano un banale frutto della casualità, di un assurdo bigbang senza nessun ordine prestabilito, o una mera evoluzione di una scimmia. Tolto infatti Dio dall’orizzonte della nostra esistenza, non considerato più il soffio divino che ci abita, non resta che pensare l’assurdità di una condizione di vita destinata inesorabilmente all’annientamento finale della morte, un finale davvero deludente per una vita così bella e promettente».
(Padre Rocco Camillò, Cose dell’Altro mondo. I Novissimi e dintorni, pp. 16-17).

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«Il politicamente corretto erode poco alla volta gli spazi di libertà della Chiesa, e i cattolici stessi si autolimitano per non disturbare il manovratore: uno alla volta, scompaiono dallo stesso linguaggio teologico il peccato contro natura, la dannazione eterna, le fiamme dell’Inferno, il giudizio particolare e quello universale, i castighi di Dio. Si tenta, con risultati talora grotteschi, di tenere in piedi l’antica dottrina attraverso operazioni di maquillage semantico: così, ad esempio, Dio non castiga più gli uomini, ma manda loro degli “avvertimenti”. E l’eretico non è, appunto, un eretico, ma un cristiano che “non è in piena comunione con la Chiesa”, ma che comunque va nella giusta direzione. Ed è così che gli eretici sono scomparsi dal linguaggio cattolico. Ed è sempre così che le parrocchie organizzano pellegrinaggi sui luoghi dove visse e predicò Martin Lutero. Come si dovrebbe fare con i santi».
(Alessandro Gnocchi – Mario Palmaro, La Bella addormentata. Perché dopo il Vaticano II la Chiesa è entrata in crisi. Perché si risveglierà, p. 194).


IL TIMONE N. 107 – ANNO XIII – Novembre 2011 – pag. 34

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