I quattro figli di Katie Elder

Regia di Henry Hathaway.

1965 – 120 minuti – colore

Western godibile

Ci sono film a cui si è legati per i più svariati motivi: associo indissolubilmente “I quattro figli di Katie Elder” alla morte di John Wayne. Fu infatti la pellicola che la RAI trasmise in occasione della scomparsa del grande attore. Ricordo anche la delusione, dettata dalla mia ignoranza, quando appresi che sarebbe stato messo in onda un titolo a me completamente sconosciuto, rispetto ad alternative di ben altra notorietà. Mi bastò poco, vedendolo, per capire invece che si trattava di un grandissimo film.
La storia è quella di quattro fratelli che si ritrovano dopo tanto tempo per assistere al funerale della madre. I quattro non si capacitano nello scoprire che i genitori sono morti nella miseria più completa e che la fattoria che possedevano l’avevano in qualche modo persa. La voglia di far luce su tutto quello che in realtà è successo sarà l’occasione per rinsaldare quei legami familiari che erano venuti a deteriorarsi.
Bisogna subito dire che il film è un western d’impianto classico, dove i buoni sono buoni e i cattivi, cattivi. Precisazione necessaria perché ai tempi in cui fu girata questa pellicola, 1965, in campo cinematografico ma non solo c’erano già quei prodromi di ribaltamento dei valori che da lì a poco avrebbero reso nefasta qualsiasi aria di ambiente culturale. In questo film non solo vengono rispettati i giusti ruoli, dove giustizia e verità, un po’ a fatica e con non pochi sacrifici, riescono ad emergere, ma il tutto viene mostrato nel più classico film western d’avventura che si possa realizzare. Il merito, oltre al già citato John Wayne, che è sempre una garanzia, è di Henry Hathaway: straordinario regista forse non apprezzato come invece si meriterebbe. Il risultato finale è una pellicola bella, godibile e perché no, emozionante: da vedere!