L’influenza del demonio e degli Angeli ribelli sugli uomini: la possessione diabolica, l’ossessione, le tentazioni, i disturbi. La distinzione fra malattia e influenza demoniaca. L’esorcismo
«Il discepolo di Cristo, alla luce del Vangelo e dell’insegnamento della Chiesa, crede che il Maligno e i demoni esistono e agiscono nella storia personale e comunitaria degli uomini»: così leggiamo nel Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari (Libreria Editrice Vaticana, 2001, Presentazione CEI, p. 10, par. 5). Essi, in odio a Dio e all’uomo, cercano di propagare anche nel mondo umano la loro stessa scelta per il male e per fare questo sfruttano la possibilità che hanno d’interferire con la vita dell’uomo ad un duplice livello: con un’azione ordinaria – tentando, cioè, l’uomo al male – e con un’azione che è definita straordinaria, perché più rara e perché si manifesta talvolta con effetti visibili e percepibili.
Essa, a seconda del grado del suo influsso, assume modalità diverse. La più grave è la possessione diabolica, che è quella condizione in cui una o più entità demoniache subentrano con dominio dispotico, brutale e violento, servendosi del corpo della loro vittima, costretta a parlare e a muoversi come quelle entità vogliono, senza poter loro resistere. Tra le possibili cause, che possono predisporre e favorire l’azione straordinaria di Satana, vi sono la pratica dell’esoterismo, dell’occultismo e della magia nelle sue diverse forme e la pratica di culti satanici. Gli stessi peccati gravi non confessati e una vita morale dissoluta possono diventare terreno idoneo per una grave presenza diabolica. Queste cause derivano da imprudenza e da una oggettiva responsabilità personale; si conoscono tuttavia circostanze in cui Dio ha chiamato alcuni a offrirgli generosamente le sofferenze derivanti da una possessione diabolica non conseguente a una propria responsabilità. Tale offerta diventa occasione di una particolare unione con la Passione di Cristo per la salvezza delle anime. Sin dai primi tempi del cristianesimo, l’esorcismo si è sviluppato in due direzioni: 1) per liberare coloro che sono posseduti fisicamente dal demonio: nella liturgia della Chiesa questo rito è stato denominato «esorcismo solenne» o anche «esorcismo maggiore» o «grande esorcismo»; 2) come parte integrante del cammino di catecumenato e del battesimo: nella liturgia della Chiesa questo rito ha preso il nome di «esorcismo semplice » o «esorcismo minore».
La Chiesa, dunque, per preciso comando di Cristo stesso, interviene attraverso l’esorcismo cosiddetto “solenne” contro l’azione straordinaria del mondo demoniaco sull’uomo. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) afferma al numero 1673: «… L’esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dall’influenza demoniaca, e ciò mediante l’autorità spirituale che Gesù Cristo ha affidato alla sua Chiesa…».
Il rituale degli esorcismi afferma: «Secondo una prassi consolidata vanno ritenuti segni di possessione diabolica: – parlare correntemente lingue sconosciute o capire chi le parla – rivelare cose occulte e lontane – manifestare forze superiori all’età o alla condizione fisica». Poi il rituale aggiunge: «Si tratta però di segni che possono costituire dei semplici indizi e, quindi, non vanno necessariamente considerati come provenienti dal demonio». Fenomeni del genere, infatti, possono anche essere originati da altre cause; tuttavia, se essi si presentano associati al quarto segno, che il rituale sta per citare – la violenta avversione al sacro – possono verosimilmente rivelare la presenza diabolica. Il rituale degli esorcismi pertanto così prosegue: «Occorre perciò fare attenzione anche ad altri segni, soprattutto di ordine morale e spirituale, che rivelano, sotto forma diversa, l’intervento diabolico. Possono essere una forte avversione a Dio, alla Santissima Persona di Gesù, alla Beata Vergine Maria, ai Santi, alla Chiesa, alla Parola di Dio, alle realtà sacre, soprattutto ai sacramenti, alle immagini sacre. Occorre fare attenzione al rapporto tra tutti questi segni con la fede e l’impegno spirituale nella vita cristiana: il Maligno infatti è soprattutto nemico di Dio e di quanto mette in contatto i fedeli con l’agire salvifico divino» (p. 10, par. 5).
L’avversione al Sacro, dovuta a una azione straordinaria del demonio, si esprime con parole e gesti pieni di odio e di furore nei confronti di Dio, della Madonna, dei Santi, e degli elementi (acqua o oggetti benedetti, reliquie, Sacramenti e sacramentali in genere) e delle immagini sacre. Tale avversione ha caratteristiche differenti da quella di origine psicologica o ideologica. Quest’ultima è costante, continua e non esprime necessariamente violenza; quella invece inizia improvvisamente, è limitata a un certo spazio di tempo, è furente e si conclude bruscamente. Inoltre, spesso la persona al termine di tale manifestazione non ricorda più nulla delle reazioni avute, dimostrandosi anzi assai stupita: «Ma come, sono io che ho buttato via il Crocifisso? Io ho distrutto il quadro della Madonna? Io ho sputato sulla sua immagine?». E ritiene impossibile aver fatto una cosa simile; nei casi invece in cui ne ha coscienza, si mostra sinceramente e profondamente addolorata e afferma di essersi sentita costretta da una forza estranea, invincibile, a cui era costretta a cedere. Nel corso di queste manifestazioni, l’aspersione con l’acqua santa provoca forti reazioni, urla, contorsioni, talvolta persino scottature (fenomeni non riscontrabili in caso di disturbo psichico).
Quando si manifesta una autentica possessione, oltre ai segni sin qui esaminati, se ne possono associare altri, che la comune esperienza degli esorcisti ha verificato nei seguenti: la persona cade come in una specie di sonno profondo, a cui fa seguito talvolta una serie di risate perfide, alternate a tossi convulse; contemporaneamente, sul suo volto comincia ad apparire l’espressione della collera: i lineamenti si stravolgono e gli occhi fissano l’esorcista e i presenti con una espressione piena di odio. Il demonio si manifesta quindi apertamente: pieno di rabbia, reagisce violentemente, minacciando, con espressioni che rivelano una grande lucidità, la distruzione fisica e spirituale della sua vittima. Quegli sguardi si alternano a momenti in cui le palpebre si chiudono in maniera serrata e, se si aprono (con grande fatica), si vedono le pupille completamente rivoltate in giù o in su nella cavità orbitale, che appare totalmente bianca. Il timbro di voce può alternarsi da un istante all’altro in cupo, cavernoso, rauco, oppure baritonale; altre volte stridulo o metallico. Alcuni sibilano come un serpente e ne assumono persino i movimenti; altri ringhiano o abbaiano come un cane, oppure ruggiscono come un leone. IL TIMONE – Settembre-Ottobre 2011 40 Esorcismo praticato su Eudossia, moglie dell’imperatore Teodosio II. Esorcismo, Museo Condé, Chantilly.
Un fenomeno che può verificarsi durante una possessione diabolica è quello della materializzazione di oggetti. Dalla bocca della persona possono comparire oggetti come aghi, chiodi, pezzi di catene, sassi, ciocche di capelli, vetri, pezzi di stoffa, carne, fiori, corde, anelli, orecchini e altre cose, tra le più varie. Essi, ordinariamente, fuoriescono dalla bocca, ma non sempre provengono dallo stomaco della persona; questo spiega perché il posseduto non subisce mai danni fisici, anche quando, ad esempio, escono grossi pezzi di vetro. Altre volte questi oggetti compaiono sul corpo o in prossimità della persona. In genere questo fenomeno è segno della progressiva liberazione della persona, che, tuttavia, non è legata necessariamente a queste manifestazioni.
Un altro fenomeno che può verificarsi nei posseduti, ma molto raro, è quello della “levitazione”. Esso, come sappiamo, si verifica anche nella vita di vari mistici; questo fenomeno, però, quando è associato alla conoscenza di cose occulte e all’avversione al sacro, non può essere certamente attribuito a Dio o agli angeli, ma va riconosciuto come segno d’intervento diabolico. Il problema «possessione diabolica» è estremamente serio. Se, per negligenza, per superficialità, per scarsità di discernimento o, peggio ancora, per nostra prevenzione intellettuale, dovessimo abbandonare alla loro sofferenza coloro che hanno realmente bisogno del ministero dell’esorcismo, noi ci assumeremmo una tremenda responsabilità nei confronti di Dio, che ci aveva invitati a soccorrere quei nostri fratelli. Il demonio è animato da un insopprimibile desiderio di nuocere alla sua vittima. Là, dove si riscontra una sua reale “azione straordinaria”, più si ritarda nel porre ostacoli alla sua opera e più egli può provocare gravi danni, sino alle estreme conseguenze, che possono arrivare addirittura al suicidio.
La nostra esperienza, relativa a persone veramente possedute, pone noi esorcisti davanti a soggetti perfettamente sani di mente, esposti, però, a un tale livello di sofferenza, di cui spesso neppure si sospetterebbe l’esistenza. In questi casi, né il medico, né lo psicologo, né lo psichiatra né lo psicoterapeuta possono efficacemente intervenire. La sofferenza, conseguente a un’autentica possessione diabolica, può essere lenita o eliminata solo attraverso il ministero pastorale degli esorcismi, nel nome di Cristo, che ha conferito ai suoi discepoli il potere di cacciare i demoni. Trascurare questo mandato vorrebbe dire abbandonare nelle mani dei loro “carnefici” i nostri fratelli e le nostre sorelle che subiscono questa azione crudele e che possono essere aiutati solo da questo ministero, che Cristo ha affidato alla sua Chiesa. L’esorcismo è una forma di carità, a beneficio di persone che soffrono; rientra, senza dubbio, tra le opere di misericordia corporale e spirituale. La Conferenza Episcopale Italiana, al n. 16 della Presentazione del Rito degli esorcismi, dice che il fedele che riceve l’esorcismo «è un membro della comunità, uno di quei membri che la comunità deve amare di un amore preferenziale: quando è in potere del maligno, infatti, egli è il più povero dei poveri, bisognoso di aiuto, di comprensione e di consolazione» (Premesse Generali a cura della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; p. 24, par. 16).
Oltre alla possessione, Satana può agire con la cosiddetta vessazione che è un’azione tesa ad aggredire e a tormentare fisicamente (con tagli, oppure scottature, graffi, punture, morsi, bastonate, colpi che lasciano lividi, tumefazioni e piaghe a sangue, frattura di ossa, incisioni nella pelle di lettere, parole o segni che persistono per un certo tempo e poi scompaiono); con l’ossessione, con la quale il tormento è rivolto alla sfera interiore; con l’infestazione, che riguarda luoghi e oggetti presi di mira dall’azione diabolica.
Concludo questa sintetica esposizione con la distinzione tra possessione diabolica e malattia. I posseduti non sono ammalati. Nei Vangeli vediamo che, in caso di infermità, Gesù si rivolge direttamente e benignamente al malato; quando, invece, si trova davanti a una persona posseduta dal demonio, egli si rivolge a qualcun altro – che mostra di ben distinguere dalla persona stessa – a cui ordina con comando imperativo di uscire (cfr Mc 5,8; Mc 1,25; Mc 9,25). Tale distinzione è indicata anche dal comportamento che la persona stessa assume nei confronti di Gesù. A differenza dei semplici ammalati, qualcuno, con voce rabbiosa, chiede di non essere mandato via; allo stesso tempo manifesta terrore; cade a terra prostrato da una forza a lui superiore, contro la quale è impotente. Se interrogato da Gesù circa il suo nome, è costretto a rispondere: «Il mio nome è Legione [– gli rispose –] perché siamo in molti» (Mc 5,9). Inoltre, dimostra di conoscere la dignità soprannaturale del Messia e teme di essere abbattuto da lui (cfr Lc 4,3; Mc 1,24; Lc 8,28). I posseduti non sono ammalati con patologie psichiche, perché questi non possiedono cognizioni e capacità maggiori di quelle proprie dell’uomo. Inoltre l’avversione alla santità da parte di quel qualcun altro che conosce cose occulte e parla attraverso la persona svela chiaramente l’azione di un essere diverso dalla persona stessa, appartenente al mondo demoniaco.
Francesco Bamonte, Possessioni diaboliche ed esorcismo. Come riconoscere l’astuto ingannatore, Paoline, 2006.
Padre Amorth intervistato da Marco Tosatti, Memorie di un esorcista. La mia vita in lotta contro Satana, Piemme, 2010.
Don Emilio Reghenzi, Satana, come liberarsene, Fede & Cultura, 2009. Cfr. anche: www.dannioccultismo.it.
Dossier: L'ESORCISMO CONTRO SATANA E GLI ANGELI RIBELLI
IL TIMONE N. 106 – ANNO XIII – Settembre/Ottobre 2011 – pag. 39 – 41
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