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11.12.2024

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Il dono della musica
31 Gennaio 2014

Il dono della musica

 

 



Può una canzone essere apertura al Mistero? Svelarsi come dono di Dio? Fare innamorare del dono della vita e di Chi lo ha dato? L’esperienza di un noto cantautore che non cela la sua fede
Forse sarà perché quando sono nato (un chilo e seicentocinquanta grammi, settimino durante il passaggio del fronte alla fine della seconda guerra mondiale, in un vecchio mulino dove i miei erano sfollati) la prima cosa che ho sentito sono state le canzoni dei i soldati americani che festeggiavano la mia nascita, mentre mia madre e mio padre mi facevano battezzare in tutta fretta perché temevano che morissi anch’io come quegli altri prima di me, forse perché la Musica è stato il primo regalo che ho ricevuto appena in vita, ma io ho sempre considerato la Musica un Dono.
E un Dono è qualcosa che ti interroga, qualcosa per cui ti devi chiedere per forza “ma chi lo ha messo proprio lì sul davanzale della mia finestra?”, perché qualcuno deve avercelo messo visto che io non sono stato. E Chi?
Ma è meglio procedere con calma in questa storia, perché rischia di apparire confusa, mentre confusa non è, anzi, col passare del tempo, diventa sempre più chiara.
Devo confessare innanzitutto che io la musica non la conosco, non la so, non l’ho mai studiata… anche perché, quando io avevo 15/16 anni non si usava, non era considerata un lavoro, una cosa dignitosa, e così, quando io chiesi a mio padre se potevo andare al Conservatorio, lui mi rispose che potevo andare, ma che dovevo tornare per l’ora di cena e tutto finì così.
Ma io la Musica me la sentivo dentro e quando mi accadeva qualcosa di bello (o di brutto) lo sentivo e lo vivevo “in musica” e così, quando mi affacciai al Mistero, incontrando per la prima volta Cristo e la Chiesa nel volto di un amico, tutta la musica che fino ad allora avevo riversato in stupide canzonette, mi esplose nel cuore come un fuoco benefico e purificatore.
Se c’era una Cosa per cui valeva la pena vivere non era la musica, ma con la Musica poteva essere detta.
È una premessa lunga, ma necessaria, perché, anche se molte cose sono cambiate in questi (tanti) anni, la consapevolezza che la Musica sia un Dono è cresciuta e si è intrecciata con la mia vita fino a farla diventare una storia dentro una Storia molto più grande di me, ma in cui c’è posto anche per me.
Immagino che chi non mi conosce starà pensando: “Ma che musica scriverà costui? Sarà sicuramente un classico”.
No, scrivo, anzi neanche scrivo, invento, forse, canzoni, canzonette insomma, perché anche una cosa piccola come una canzone può essere una finestra aperta sull’Infinito, sul Mistero .
Ci ‘sono delle canzoni dei miei colleghi più famosi e conosciuti in cui è così evidente la Presenza del Mistero che non riesco a pensare che loro non se ne siano accorti e non ne siano rimasti stupiti e stravolti, anche se poi “lo spettacolo deve andare avanti” e quelli sono rimasti solo momenti eccezionali e non sono forse diventati un metodo di vita. Voglio citare solo tre esempi, ma ce ne sono tanti altri, di tre grandi della musica italiana: “Anche per te” di Battisti-Mogol, “Khorakhané” di De Andrè, “Quando sarò capace di amare” di Gaber.
Ebbene, c’è in queste canzoni, così lontane tra loro nel tempo (si va dal 1971 al 2001) e nei modi (tanto diversi tra loro Battisti, De Andrè e Gaber) un comune bisogno di un Amore più grande di tutti gli aneliti umani, un desiderio di condivisione di persone, storie, situazioni che si trasforma in preghiera vera, nell’impetuosità di Battisti, nella sconsolatezza di De Andrè, nella dolce e apparentemente disincantata malinconia di Gaber.
lo sono grato a questi “amici” perché chi ascolta (non sente: ascolta) queste canzoni non può non interrogarsi sulla presenza di Dio, non può non desiderare la Bellezza, non può che appassionarsi all’Infinito, e tutto questo in una canzone! Certo che se uno sente il sapore del Vero non è più disposto a barattarlo con nulla e allora comincia ad ingegnarsi di incontrare persone vere o momenti di fulgore del Vero nella vita di queste persone anche nel mondo della musica per cercare di crescere, per cercare di vivere e non si rassegna al disgustoso “sottofondo musicale” che normalmente viene propinato senza alcun criterio, se non quello di riempire un vuoto.
Da quel ragazzino che voleva andare al Conservatorio ad ora sono passati un milione e mezzo di chilometri, più di cento canzoni, migliaia di concerti in tutto il mondo, 10 ed, ed è cresciuta la voglia di raccontare a tutti la Grazia di un Dio che ti cambia la vita e te la innesta nell’Infinita Bellezza.
E così ogni volta che mi sento nascere dentro al cuore una canzone (e giuro che il momento preciso è inequivocabile, anche se poi è necessario un lavoro ed un impegno che possono durare tanto perché questa veda la luce) mi accompagna sempre più lo stupore di fronte alla gratuità di un fatto così piccolo e grande e un tremore di fronte alla responsabilità che anche un cantastorie ha e deve sentire: quella di aiutare gli altri e se stesso ad essere veri, ad innamorarsi sempre più del Dono della Vita e di Chi lo ha fatto.
Non posso fare progetti su una canzone che nasce; in un certo senso è come un figlio, ha un destino suo, se ne volerà da qualche parte del mondo che io forse non vedrò mai (molte mie canzoni lo stanno facendo e lo hanno già fatto), ma so che se io mi lascio toccare il cuore e sono disposto a soffrire perché questa nasca, certamente potrà toccare il cuore ad altri, a diecimila chilometri o a dieci metri da me e potrà essere per ognuno, e proprio per questo per un popolo, quella finestra aperta sul Mistero che deve essere e che io desidero che sia una canzone.
Chi l’avrebbe detto eh? che dietro una canzone…
Eppure è così, se ci si accorge che la Musica (come la Vita) è un Dono.
Devi solo accoglierlo e ridonarlo, questo Dono, anche quando passa tra le nude note di quei quattro accordi che mi sforzo di fare sulla chitarra…
Ma questo è solo l’inizio di un discorso che mi piacerebbe continuare.
DISCOGRAFIA DI CLAUDIO CHIEFFO
1971 LP “L’amore vero” ED. AGAPE
1977 LP “La casa” ED. I DISCHI DELL’IPPOPOTAMO
1982 LP “Claudio Chieffo” ED. I DISCHI DELL’IPPOPOTAMO
1987 LP “Chieffo & Piano” ED. I DISCHI DELL’IPPOPOTAMO (dal 1998 in CD per ED.ITACA)
1992 CD “Voglio che tutti conoscano il mio Capitano” ED. ITACA
1996 CD “Di più” ED. ITACA
1998 CD “Claudio Chieffo/Remastered” ED. ITACA
1999 CD “I cieli” ED. ITACA
2000 CD “Liberazione” ED. ITACA
2001 CD “Come la rosa” ED. ITACA

 

 

 

IL TIMONE N. 21 – ANNO IV – Settembre/Ottobre 2002 – pag. 14 – 15

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