Banner_Il Sabato del Timone_14 dic 24_1920x280

13.12.2024

/
Il Magistero chiede rispetto
31 Gennaio 2014

Il Magistero chiede rispetto



 

 

Come conciliare capacità comunicativa e fedeltà alla verità? come impedire che i media “stravolgano” i documenti del magistero? Una importante e autorevole relazione del segretario dell’ex santo Uffizio.

 

Il Magistero evidentemente non esaurisce la Rivelazione, ma la serve, essendo appunto un’opportunità che il Signore ha voluto offrire ai fedeli per guidarli, nella Chiesa, alla felicità eterna. Servizio prezioso e delicato, il Magistero viene promosso da uomini, il Papa e i vescovi in comunione con il successore di Pietro, che si esprimono con le modalità degli uomini (encicliche, discorsi, omelie, ecc) seppure assistiti dallo Spirito Santo.
Il Magistero della Chiesa è oggetto di una particolare attenzione critica e maliziosa da parte di quei mezzi di comunicazione che non lo amano (perché non amano la Chiesa); ma se questo fatto non stupisce, invece colpisce come venga accolto con irresponsabile superficialità dai media cattolici, i cui giornalisti amano (o dovrebbero amare la Chiesa) ma spesso non capiscono la funzione del Magistero.
Sulla difficoltà di rapporto fra il Magistero e i mezzi di comunicazione ha svolto recentemente una importante relazione il segretario della Congregazione della Fede, mons. Angelo Amato. Desidererei veramente che ciascuno di voi potesse leggerla direttamente e integralmente perché riguarda uno dei punti di maggiore difficoltà per la “nuova evangelizzazione”, il problema di come comunicare l’insegnamento magisteriale del successore di Pietro.

Vi sono anzitutto i due elementi ricordati: la malizia di chi sui giornali o alla TV o radio non perde occasione per mettere in cattiva luce la Chiesa e il suo insegnamento; la superficialità di chi fra i cattolici parla o scrive a proposito di testi del Magistero senza averli letti integralmente, rischiando così fraintendimenti o comunque di fornire indicazioni troppo superficiali. Vi è però anche un atteggiamento altrettanto sbagliato da parte dei battezzati (a cominciare da parroci e anche da vescovi), che concepiscono il magistero come una delle tan-te cose che si dicono nella Chiesa (come se fosse paragonabile per esempio a una circolare di curia o al “fervorino” di un parroco) e non si preoccupano di presentarne e spiegarne il contenuto ai fedeli, mettendolo a loro disposizione. Non si creda che i fedeli non ascolterebbero con entusiasmo l’insegnamento dei Papi se solo venisse loro proposto (vedi l’esempio di Radio Maria e anche del Timone). Di più, mons. Amato invita a fare di ogni atto del Magistero un evento ecclesiale, non soltanto intellettuale; per esempio, sarebbe così complicato, quando esce un’enciclica, presentarla in parrocchia, invitando qualcuno competente, ma anche facendo precedere la presentazione da una santa messa o da una celebrazione liturgica, da un tempo di adorazione eucaristica e quindi anche da un momento di festa?

Mons. Amato porta alcuni esempi di disinformazione a proposito del Magistero, come quando la pubblicazione della dichiarazione Dominus Jesus (2000) venne liquidata come “antiecumenica” o quando la presentatrice televisiva parlò dell’esortazione Ecclesia in Oceania (2001) in questi termini: «il Papa chiede perdono per gli errori dei missionari e per gli abusi sessuali commessi dai sacerdoti». Recentemente è ripresa la storia della contrapposizione di un Pontefice con i suoi predecessori, come è stato fatto dividendo la storia della Chiesa fra un prima e un dopo il Concilio Vaticano II, oppure con Paolo VI che ha “fermato” le innovazioni del predecessore Giovanni XXIII; adesso anche Benedetto XVI avrebbe corretto Giovanni Paolo II. Tuttavia, oggi come ieri, i documenti non vengono letti interamente e così vengono fraintesi, magari basandosi sulle anticipazioni (parziali e sempre alla ricerca della frase sensazionale, anche quando appare come una forzatura) delle agenzie, per la fretta di scrivere. Il danno prodotto sulla mentalità dei fedeli però è reale, spesso con gravi ripercussioni. Proprio per impedire che i suoi documenti vengano “stravolti” dalla stampa, Benedetto XVI ha cominciato a fornire l’interpretazione autentica della sua enciclica prima della pubblicazione, anticipando così i commenti dei vaticanisti e la stessa conferenza stampa di presentazione della Santa Sede.

Posso aggiungere ancora un altro esempio, recente. È uscito un documento del Pontificio Consiglio per la Famiglia sul tema “Famiglia e procreazione umana”. Lo si legga e studi prima di giudicarlo negativamente. Non fa altro che ribadire l’insegnamento dei Papi sul punto e offre una preziosa ricostruzione storico-culturale di come sia venuta crescendo, nel mondo moderno, l’avversione ideologica alla famiglia e poi al diritto alla vita e quindi al diritto di manipolarla in tutti i sensi possibili. Anche le recenti affermazioni del presidente del Pontifico Consiglio della Famiglia, card. Alfonso López Trujillo, con le quali ricorda che incorre nella scomunica colui che attenta alla vita manipolando gli embrioni o uccidendo con l’aborto, non fanno altro che ribadire l’insegnamento della Chiesa. Inoltre, giova ricordare, che i provvedimenti canonici riguardano i fedeli, battezzati e praticanti, non coloro che non hanno la fede e non vivono l’appartenenza ecclesiale, che evidentemente non si preoccupano di una eventuale scomunica. Proprio per questo, ricordare questi aspetti canonici è un’opera di misericordia, al contrario di quanto è stato dichiarato a proposito delle dichiarazioni del prelato, perché può far desistere da un peccato gravissimo chi tiene in qualche conto il giudizio e le sanzioni morali della Chiesa.
Il documento è utile anche perché può costituire la base di un possibile corso di formazione sulla famiglia e sulle aggressioni contro di essa e contro la vita in atto da parte dei governi occidentali, impregnati di una cultura relativista e nichilista che nasce con l’illuminismo, nel XVIII secolo. Invece una presentazione “gridata” e fuorviante del documento, una modesta pubblicizzazione e distribuzione dello stesso nelle librerie, ne hanno compromesso la visibilità e quindi la possibilità di utilizzarlo. Ancora una volta una pessima comunicazione ha rovinato un buon prodotto. 

Il Pontificio Consiglio per la famiglia è stato istituito da Giovanni Paolo II nel 1981 al posto del Comitato per la Famiglia voluto da papa Paolo VI nel 1973.
Si occupa di promuovere la pastorale e l'apostolato della famiglia, contribuendo a calare nella vita quotidiana l'insegnamento della Chiesa. Oltre a comunicare quanto riguarda le famiglie, Il Pontificio Consiglio si occupa della promozione e del coordinamento degli sforzi pastorali relativi alla procreazione responsabile e in generale di tutto quanto concerne il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale.
Il Presidente del dicastero è il cardinale Alfonso Lopez Trujillo; membri del dicastero sono anche 19 coppie di coniugi di tutto il mondo, oltre a 15 cardinali e 12 arcivescovi e vescovi,che fanno parte del Comitato di presidenza.

 
 
 
 
 
 
 
RICORDA
 
«A questa sfida culturale postmoderna si aggiunge ancora l’affievolimento nei fe-deli di quel senso ecclesiale, che i santi qualificavano come “amare Ecclesiam et sentire cum Ecclesia”. Il Magistero, invece di essere considerato comunicazione della verità di Dio sull’uomo e sulla sua salvezza, viene non rare volte considerato come semplice opinione e come tale arbitrariamente disatteso, contrastato, rifiutato. Viene a mancare l’obbedienza della fede e la fiducia nella efficacia della Parola di Dio per illuminare la nostra storia personale e comunitaria. Alla verità di Dio si preferisce l’opinione dell’io. Questo appare chiaramente nei dibattiti televisivi, quando su un argomento intervengono molti interlocutori, tra cui anche, ad esempio, un sacerdote. L’opinione del sacerdote cattolico – dal mio punto di vista preferirei un laico cattolico, ben preparato – viene livellata a quella di tutti gli altri, perché il dibattito non intende puntare al-la verità, ma solo enunciare opinioni, senza una loro adeguata valutazione». (mons. Angelo Amato, relazione del 28 aprile 2006).

 
 
 
 
 
 
N. 57 – ANNO VIII – Novembre 2006 – pag. 58 – 59

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Per leggere l’articolo integrale, acquista il Timone

Acquista una copia de il Timone in formato cartaceo.
Acquista una copia de il Timone in formato digitale.

Acquista il Timone

Acquista la versione cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Acquista la versione digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Resta sempre aggiornato, scarica la nostra App:

Abbonati alla rivista