Pubblichiamo il testo della conversazione che Gianpaolo Barra, direttore de “il Timone”, ha tenuto a Radio Maria il 9 settembre 1999, durante la “Serata Sacerdotale”, condotta da don Tino Rolfi. Conserviamo lo stile colloquiale e la divisione in paragrafi numerati, utilizzata per i suoi appunti dall’autore.
1. In questa conversazione tenteremo di “ragionare” sull’Eucaristia, verità centrale della fede cattolica, che è, però, nella sua essenza un mistero. La ragione dell’uomo, imperfetta, non è in grado di comprendere l’essenza di questo Mistero.
2. Crediamo, anche se non ci è dato di comprendere tutto. Abbiamo fede!
3. Questa situazione può sembrare paradossale. Da un lato le nostre sono conversazioni di apologetica, e l’apologetica utilizza la ragione per verificare la credibilità del Cristianesimo; d’altro lato cerchiamo di ragionare sul Mistero centrale e fondamentale del Cristianesimo, l’Eucaristia, che – proprio perché è Mistero – sfugge alla ragione umana.
4. Tuttavia, qualcosa dal punto di vista apologetico sull’Eucaristia siamo in grado di dire.
5. Nulla vieta di verificare se il contenuto della fede cattolica, se ciò che la Chiesa ci propone a credere in merito all’Eucaristia abbia un riscontro nel campo della storia.
6. E allora cominciamo ricordando ciò che insegna la Fede cattolica. Alla domanda: “Che cos’è l’Eucaristia?”, noi bambini, che studiavamo sul Catechismo di san Pio X, imparavamo a rispondere: “L’Eucaristia è il sacramento che, sotto le apparenze del pane e del vino, contiene realmente Corpo, Sangue, Anima e Divinità del Nostro Signor Gesù Cristo per nutrimento delle anime” (N. 316).
7. Era una formula da imparare a memoria, che svelava una verità fondamentale: l’Ostia e il Vino consacrati sono realmente il Corpo di Cristo.
8. L’Ostia e il Vino consacrati conservano le specie del pane e del vino (il colore, la forma, il sapore, il peso), ma nella loro sostanza “sono” veramente Gesù Cristo. “Sono”, non nel senso che “rappresentano”, che “simboleggiano”, che “richiamano alla mente”, ma nel senso che sono proprio il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità del Nostro Signore Gesù Cristo.
9. E’ una Verità misteriosa, ma assolutamente certa e vera.
10. Imparavamo da quel catechismo che: “Nell’Eucaristia c’è lo stesso Gesù Cristo che è in cielo, e che nacque in terra da Maria Vergine”. Dunque, nell’Ostia consacrata, nel Vino consacrato c’è lo stesso Gesù di Nazareth. Questo è ciò che noi cattolici crediamo.
11. Questa verità è ricordata dal recente Catechismo della Chiesa Cattolica. Sentiamolo: “… nella Santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo…” (n. 1323).
12. Ora, noi cattolici crediamo a questa verità perché è una verità rivelata da Gesù Cristo ed insegnata dalla Chiesa.
13. Tutti ricordiamo le parole pronunciate dal Signore durante l’Ultima Cena: “Questo è il mio Corpo che è dato per voi”, si legge nel Vangelo di Luca. “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”, si legge nel Vangelo di Matteo (26,26) e poi ancora: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza” (26,27-28).
14. Questo straordinario Mistero della Fede Cattolica è negato da molti credenti in Dio, che pur si definiscono cristiani.
15. I Protestanti, per esempio, credono alla divinità di Nostro Signore Gesù Cristo, ma non credono al Mistero eucaristico, negano che l’Ostia e il Vino consacrati siano realmente il Corpo e il Sangue di Cristo.
16. I Testimoni di Geova, a differenza dei Protestanti negano la divinità di Cristo, ma come i protestanti negano la presenza reale, vera, del Corpo, del Sangue, dell’Anima e della Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo nell’Ostia consacrata.
17. Chi si occupa di apologetica non può evitare di domandarsi: “Dove sta la verità?”
18. A proposito dei Testimoni di Geova, si può ricordare che per negare la verità dell’Eucaristia i loro capi hanno dovuto cambiare le parole della Bibbia.
19. Nella loro cosiddetta bibbia, invece di leggere “Questo è il mio Corpo” e “Questo è il mio sangue” si legge: “Questo significa il mio corpo… questo significa il mio sangue” e cambiando la bibbia (un “è” che si trasforma in “significa”), essi ritengono che l’Eucaristia è solo un simbolo e possono negare che sia il corpo di Cristo.
20. La disputa interessa in primo luogo la teologia. Il Magistero della Chiesa insegna che cosa intendeva dire Gesù con quelle sua famosissime parole: “Questo è il mio Corpo… questo è il mio sangue”.
21. Ma il nostro campo di indagine è diverso. Noi ci domandiamo: “Esistono tracce nella storia che dimostrano la verità della fede cattolica riguardo l’Eucaristia?”.
22. Anticipiamo la risposta “SI”. Nella storia si sono verificati fatti che concordano con la verità cattolica. Ne esamineremo tre.
23. Cominciamo da un fatto accaduto a Lanciano, in provincia di Chieti. Verso l’anno 750, accade un fatto straordinario. Nella piccola chiesa di san Legonziano, un monaco sta celebrando la Santa Messa.
24. Era un monaco – si legge in un documento del 1631 – istruito nelle cose del mondo ma dubbioso sulle cose di Dio. Dubitava, per esempio, che l’Eucaristia fosse realmente il Corpo e il Sangue del Signore.
25. Mentre celebrava la Messa, al momento della consacrazione, il pane e il vino consacrati si trasformano in vera Carne e vero Sangue. Un autentico prodigio, che il monaco, spaventato e stupito, fa notare ai fedeli presenti alla celebrazione liturgica.
26. Il sangue, inoltre, si raggruma in cinque pezzi diversi tra loro per dimensione. Vengono raccolti, conservati e ancora oggi chi si reca a Lanciano può vedere quella Carne e quei cinque grumi di Sangue custoditi nella Chiesa di san Francesco, dai Frati Minori Conventuali.
27. Dunque, nella storia è accaduto un fatto che testimonia come l’Ostia e il Vino consacrati siano realmente il Corpo e il Sangue di Cristo. Sorge una domanda: “Chi ha esaminato questo miracolo eucaristico?”.
28. Poco tempo fa, i Frati Minori Conventuali hanno fatto esaminare queste preziosissime testimonianze dalla scienza moderna.
29. Nel biennio 1970-71 e poi nel 1981, indagini scientifiche rigorose sono state svolte dal professor Odoardo Linoli, libero docente in Anatomia e Istologia Patologica e in Chimica e Microscopia Clinica, coadiuvato dal professor Ruggero Bertelli dell’università di Siena.
30. Che cosa ha detto la scienza? Quell’Ostia trasformata in Carne e conservata è sostanzialmente un cuore, un cuore umano. Le analisi scientifiche hanno mostrato che “Nella carne sono presenti, in sezione, il miocardio, l’endocardio, il nervo vago e, per il rilevante spessore del miocardio, il ventricolo cardiaco sinistro”.
31. Ma ciò che impressiona è che questa Ostia-Cuore era certamente viva al momento in cui è stata conservata. Infatti si è successivamente contratta, tant’è che i monaci di allora l’hanno inchiodata ai bordi per impedire il rigor mortis. E ancora oggi si possono nota re i 14 chiodini utilizzati.
32. Prosegue il professor Linoli: “Nel sangue sono state ritrovate le proteine normalmente frazionate con i rapporti percentuali quali si hanno nel quadro sieroproteico del sangue fresco normale”.
33. Ricordiamo che questi grumi di sangue hanno una età di circa 1250 anni. Eppure, analizzati scientificamente, presentano le stesse caratteristiche siero-proteiche del sangue fresco, del sangue vivo. E questo è assolutamente inspiegabile.
34. Andiamo avanti. Nella chiesa dove oggi si conserva questo miracolo è conservata una epigrafe. Risale all’anno 1574, quando avvenne un fatto, anch’esso strabiliante, che l’epigrafe ricorda.
35. I cinque grumi di sangue sono diversi tra loro per dimensione. Ebbene, in quell’anno 1574, su incarico del vescovo e alla presenza della autorità civili, i cinque grumi sono stati pesati.
36. Ebbene, avevano tutti lo stesso identico peso. Non solo: ciascuno di essi pesava esattamente come tutti e cinque messi insieme. E questo esorbita completamente dalla nostra ragione; è un vero miracolo.
37. Come non vedere in questo miracolo a conferma, documentata, nella storia, della verità cattolica riguardo l’Eucaristia? E come non vedere la conferma, nella storia, di quella verità di fede secondo la quale Cristo è tutto presente nell’Ostia intera quanto in ciascuno dei frammenti?
38. Veniamo a un altro fatto storicamente accertato, studiato scientificamente e certamente miracoloso. E’ accaduto a Siena e trovo un bel racconto di questo miracolo nel libro scritto da Vittorio Messori, intitolato “Pensare la storia”.
39. Il 14 agosto 1730, alcuni ladri rimasti per sempre sconosciuti si introducono nella chiesa di san Francesco a Siena e rubano 351 particole consacrate. Un sacrilegio gravissimo, che colpisce tutta la città, tant’è che si decide persino di sospendere il Palio dell’Assunta.
40. Tre giorni dopo, il 17 agosto, le particole vengono tutte ritrovate nella cassetta per le elemosine della Collegiata di S. Maria in Provenzano. Vengono riportate in processione solenne nella chiesa da dove erano state rubate e, nonostante il diritto canonico prevedesse che fossero consumate, sono state conservate e incredibilmente dimenticate per 50 anni.
41. Forse non vennero consumate subito anche per ragioni igieniche. Quella cassetta per le elemosine dove erano state ritrovate si apriva una sola volta all’anno, era piena di polvere e ragnatele e le particole, ovviamente, erano a state a contatto con questa sporcizia.
42. Dimenticate per 50 anni, si scopre che dopo tutto quel tempo erano ancora perfettamente intatte. Non avevano nemmeno cambiato il colore da quando erano state fabbricate.
43. Siamo nel 1999. Sono passati 269 anni dal furto. Le particole rimaste sono ora 253, perché molte sono state appositamente consumate per verificare, durante le innumerevole prove alle quali è stato sottoposto questo miracolo, se avessero conservato anche il sapore.
44. Nel 1914, le Ostie sono state sottoposte ad esami di carattere scientifico, affidati al professor Siro Grimaldi, chimico universitario stimatissimo. Nella sua relazione, stilata ben 184 anni dopo la fabbricazione delle particole e il loro furto, il professor Grimaldi scriveva di aver trovato le particole: “lucide e lisce, con bordi netti, non sfrangiati né smussati. Prive di tarli, di acari, di ragnatele, di muffe e di qualsiasi altro parassita animale e vegetale propri di quella farina di frumento con cui sono composte”.
45. E aggiunge: “Le particole di Siena sono pertanto in perfetto stato di conservazione, contro ogni legge fisica e chimica e nonostante le condizioni del tutto sfavorevoli in cui si sono venute a trovare. Un fenomeno assolutamente anormale: le leggi della natura si sono invertite”.
46. Il professore, nella sua relazione scientifica, spiega perché le leggi della natura si sono invertite: “// vetro della pisside in cui sono conservate è diventato sede di muffe, mentre la deperibilissima farina si è rivelata più refrattaria del cristallo”.
47. Il fatto è inspiegabile. Sono state fatte prove con ostie non consacrate, appena fatte e messe in un recipiente accanto a quelle consacrate. Dopo sei mesi la farina azzima si rovina gravemente e, nel giro massimo di un paio di anni, si riduce a poltiglia e poi a polvere.
48. Invece, per le Ostie di Siena, pur essendo passati ben 269 anni, il tempo non ha provocato neppure un ingiallimento, malgrado non siano state custodite proteggendole dagli agenti atmosferici o dai germi che si sono depositati toccandole innumerevoli volte.
49. Vittorio Messori, nel suo “Pensare la storia”, dal quale ho tratto questo episodio, si spinge a dire che si tratta di “un segno […] di quella trasformazione della materia in cui la fede crede”. I teologi parlano di transustanziazione.
50. Ancora una volta la fede cattolica trova una conferma nei fatti.
51. Un terzo fatto, che riguarda l’Eucaristia, è accaduto in Francia ad un personaggio notissimo, recentemente scomparso: lo scrittore André Frossard.
52. Era uno degli uomini più conosciuti in Francia ed in Europa. Ogni mattina scriveva sulla prima pagina di un importante giornale d’Oltralpe e il suo corsivo era letto da tutti gli uomini che contano.
53. Chi era Frossard? La nonna era ebrea; il nonno era “capo dei rossi” e, dice Frossard “non parlava mai di religione, neppure per prendere in giro i preti”; la mamma era protestante ma non nascondeva tutta la sua simpatia per il marxismo ateo; ma soprattutto è interessante la figura del padre: era il fondatore del Partito Comunista Francese di cui fu anche il Primo segretario generale. Divenne anche Ministro per 11 volte nei Governi della Terza repubblica.
54. Ovviamente André non era nemmeno battezzato, era ateo convinto e straconvinto e nelle sue bellissime memorie, raccolte in un volumetto intitolato “Dio esiste: io l’ho incontrato”, Frossard racconta che nella sua famiglia non si nominava mai il nome di Dio.
55. All’età di vent’anni, mentre aspettava un amico che era entrato in una chiesa, decise di entrare per “mettergli fretta”. Doveva, infatti, andare ad un appuntamento galante e lo aspettava una fanciulla.
56. Entrato, vide sull’altare un ostensorio, ma lui non sapeva che cosa fosse, né sapeva che cosa fosse quell’Ostia che vi era contenuta.
57. Eppure, in un istante, improvvisamente, fissando lo sguardo sull’altare dove era esposta l’Eucaristia, l’ateo marxista, comunista Frossard racconta di avere avuto la certezza della esistenza di Dio.
58. Entrato in quella chiesa ateo, ne uscirà dopo pochi minuti “cattolico, apostolico e romano”, con grande stupore del suo amico. Siamo di fronte ad una conversione istantanea, immediata, alla accettazione totale e incondizionata di tutte le verità della fede cattolica avvenuta in un uomo che non era certamente preparato a questo evento.
59. Quello che abbiamo ora sommariamente raccontato, è un fatto accaduto, una esperienza capitata ad una persona certamente non suggestionabile, non malata, non esaltata.
60. Dobbiamo concludere questa conversazione. Resta fermo il fatto che noi crediamo certissimamente alla presenza reale del Corpo, del Sangue, dell’Anima e della Divinità di Cristo nell’Eucaristia per l’autorità di Dio, perché sta scritto nel Vangelo ed è insegnato dalla Chiesa.
61. Ma Dio ha voluto dare segni visibili che confermano la verità della fede cattolica riguardo l’Eucaristia.
62. Questo ci spinge a ringraziarlo per il dono dell’Eucaristia. E ad adorarLo.
IL TIMONE N. 13 – ANNO III – Maggio/Giugno 2001 – pag. 64-66