Uomo colto, dal carattere energico, Gregorio IX si considerava arbitro del mondo. Durissimo lo scontro con l’imperatore Federico II. Sotto il suo pontificato, viene regolata l’Inquisizione e sono promosse le Università e l’arte. Ha scritto una pagina importante nella storia della Chiesa
Aspetto praticamente ineludibile del ministero petrino è la relazione con il potere temporale. Un confronto che può trasformarsi in lotta aperta, se si contrappongono due personalità forti e volitive come papa Gregorio IX e l’imperatore Federico II di Svevia (1220-1250).
Ugolino dei ContidiSegni nasce ad Anagni intorno al 1170. È parente di Innocenzo III (1198- 1216). Approfondisce gli studi di diritto canonico e di teologia prima a Parigi e poi a Bologna. La sua carriera ecclesiastica inizia quando è papa Innocenzo III, che lo consacra diacono nel 1198 e nel 1206 lo nomina cardinale.
Data la vastissima preparazione in campo teologico e giuridico, riceve presto incarichi di diplomazia internazionale. Papa Onorio III (1216- 1227) lo invia come legato nel 1221 dal neoeletto imperatore Federico II e presso le turbolente città del nord Italia tra le quali serpeggia la malapianta dell’eresia. Autoritario, inflessibile e molto energico, il cardinale Ugolino è tuttavia più interessato alla religione che alla politica. Fonda con mezzi propri due conventi a Ninfa e ad Anagni e aiuta diverse congregazioni religiose. Contribuisce in maniera decisiva alla definizione della regola di vita dei Francescani, delle Clarisse e dei Domenicani. Amico fraterno di san Francesco, da Papa incarica il frate minore Tommaso da Celano di redigere una biografia del santo di Assisi (la “Vita prima”) per sottolinearne l’ortodossia rispetto alle numerose eresie di stampo pauperistico tipiche di quel periodo.
Il 19 marzo 1227, lo stesso giorno dei funerali di Onorio III, i cardinali lo eleggono Papa all’unanimità. È ultraottantenne (per questo non aveva mai prestato attenzione ai vaticini di san Francesco che più volte gli aveva predetto il pontificato), ma rimarrà a capo della Chiesa per ben 14 anni.
Appena eletto, rammenta all’Imperatore il dovere di realizzare la Crociata, che continuava a procrastinare contravvenendo all’impegno contratto con Onorio III. Federico dà così il via alla sesta crociata nell’agosto 1227, ma poco dopo la partenza l’esercito è falcidiato da diverse epidemie. Anche Federico si ammala e decide di abbandonare l’impresa per curarsi. Gregorio non gli crede: lo scomunica sciogliendo i sudditi dal vincolo del giuramento il 29 settembre 1227.
Gregorio mira, con una nuova condanna nel 1228, a intimidire Federico per contenerne la politica espansionistica in Sicilia, che creerebbe un pericoloso accerchiamento dello Stato della Chiesa, chiuso al nord dalla Germania. Una parte della nobiltà reagisce con violenza in difesa dell’Imperatore: durante la celebrazione della Messa del lunedì dell’Angelo, Gregorio IX è costretto alla fuga dagli “imperiali” che lo insultano minacciosi. Il Papa si rifugia prima a Viterbo e poi a Perugia; il 31 luglio 1228 scioglie i Siciliani dal vincolo del giuramento a Federico (il Regno di Sicilia è un feudo della Chiesa).
Tuttavia, Federico si decide a mantenere fede al suo impegno per ottenere l’annullamento della scomunica.
Il 28 giugno 1228 parte da Brindisi. Giunto a Gerusalemme, cerca immediatamente un accordo con il “signore” della città, il sultano al-Kamil, che si concretizza nel febbraio 1229 con la cessione a Federico per dieci anni di Gerusalemme, Betlemme e Nazaret, oltre alla corona che si cinge da sé (nessuna celebrazione giacché ancora scomunicato). A Roma, però, tutta l’operazione è vista come un tradimento.
L’imperatore non approfitta del vantaggio acquisito dopo aver recuperato alcuni territori dell’Italia meridionale che in sua assenza il Papa aveva conquistato con l’esercito. Favorisce invece un primo tentativo di pacificazione. Il 28 agosto 1230 viene stipulato il trattato di S. Germano- Ceprano vantaggioso per entrambi: la Chiesa ottiene notevoli concessioni da Federico circa l’elezione dei vescovi e l’amministrazione delle diocesi; Federico ottiene l’anelato annullamento della scomunica, fondamentale per svolgere efficacemente e legittimamente la sua opera egemonica sull’Europa, in particolare nel nord Italia. Seguiranno nove anni di difficile collaborazione, soprattutto riguardo all’organizzazione politica del Regno di Sicilia, che il Papa vuole mantenere come vassallo di Roma, mentre Federico vorrebbe uno Stato centralizzato subordinato all’imperatore (Costituzione di Melfi).
La Domenica delle palme del 24 marzo 1239 va in scena il secondo grande scontro, quando Gregorio IX scomunica nuovamente Federico II per i soprusi nei riguardi del clero siciliano e per la minaccia di trascinare Roma all’interno dell’Impero (la dura sconfitta inflitta da Federico nella battaglia di Cortenuova del 1237 ai comuni del nord, alleati del Papa contro la comune minaccia imperiale, è un chiaro preavviso). Gregorio, informato della ventilata possibilità che Federico convochi un Concilio per incolparlo di eresia e di indebito “colonialismo” verso le coscienze dei monarchi europei, risponde definendo il re “Bestia” in una delle più dure lettere che siano mai state scritte da un Pontefice.
È scontro aperto: dopo varie scaramucce, Federico arma un esercito con l’intento di invadere lo Stato Pontificio. Gregorio indice un Concilio per la Pasqua del 1241 per giudicare l’imperatore ma, Federico, presso l’Elba, arresta oltre cento ecclesiastici che avrebbero dovuto parteciparvi.
Tutto si risolve solo perché il Papa muore il 22 agosto 1241.
Tuttavia, il pontificato di Gregorio non è solo il conflitto con Federico. Al Concilio di Tolosa del 1229 stabilisce il potenziamento del tribunale dell’Inquisizione, rielaborando, con la bolla Excommunicamus et anathematisamus del 1231, la costituzione dello stesso Federico del 1224 che stabilisce per gli eretici la pena di morte al rogo.
Durante questo riassetto in cui l’Inquisizione si radica sul territorio con un preciso metodo processuale, Gregorio, con l’ausilio dei Francescani e dei Domenicani, ottiene l’appoggio del re francese Luigi IX per ricercare, stanare e punire gli eretici, servendosi della stretta collaborazione tra gli ordini dei predicatori e il clero secolare. Lo stesso avverrà in Italia e in Germania.
Importanti decisioni Gregorio IX assume per il rinnovamento del clero, soprattutto riguardo alla castità.
Riorganizza le decretali, le risposte che i papi hanno prodotto sulla base delle istanze giunte dalla vita della Chiesa nel corso della storia. Oltre a conferirgli un corpo organico unitario codificandole, Gregorio per la prima volta attribuisce loro l’ufficialità e l’autorevolezza della legge. Affida questo obiettivo a Raimondo di Penafort che dopo tre anni di lavoro le raccoglie in una “summa” di cinque libri che poi costituiranno il Corpus iuris canonici di Pio X e Benedetto XV.
Gregorio IX, da persona di profonda cultura, favorisce e accompagna la grande crescita intellettuale di quel periodo nel diritto, nella liturgia, nella teologia, negli studi filosofici, nella letteratura e nell’architettura (cattedrali), appoggiando le giovani università che sorgono in Italia, in Germania in Francia. Un pontificato movimentato, il suo, ma che scriverà una pagina importante nella bimillenaria storia della Chiesa.
IL TIMONE N. 114 – ANNO XIV – Giugno 2012 – pag. 54 – 55
Riceverai direttamente a casa tua il Timone
Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone
© Copyright 2017 – I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l’adattamento totale o parziale.
Realizzazione siti web e Web Marketing: Netycom Srl