Tu sei, lo so, la persona più incapace, debole e peccatrice; ma proprio perché tu sei così, desidero usarti per la mia gloria!”. Sono le parole con cui Gesù si sarebbe rivolto a Madre Teresa di Calcutta, nel corso di una serie di “locuzioni” o colloqui interiori, avvenuti a partire dal 10 settembre 1946 e poi per buona parte del 1947,nel periodo in cui la religiosa, che aveva 36 anni, si accingeva a fondare un suo ordine, votato a soccorrere e confortare i poveri, i diseredati, i moribondi.
“Desidero suore indiane”, proseguiva la “Voce”, spronando Madre Teresa a portare a compimento la sua vocazione.
“Desidero suore libere, rivestite della mia povertà della Croce; desidero suore obbedienti, rivestite della mia obbedienza della Croce; desidero suore piene di amore, rivestite della carità della Croce”.
E aggiungeva: “Rifiuterai di fare questo per me?”.
Cristo si “manifesta” alla suora di origine albanese chiedendole la disponibilità a “lasciare tutto”, suggerendole il nome della nuova Congregazione, “Missionarie della Carità”, e indicando persino come sarà l’abito che lei e le sue sorelle indosseranno: “Ti vestirai con semplici abiti indiani, o piuttosto come si vestiva mia Madre, semplice e povera”.
Che la religiosa più celebre del XX secolo, morta a 87 anni, il 5 settembre 1997, fosse una donna di azione, dinamica, generosa, era noto a tutti.
È una vera sorpresa invece scoprire oggi, alla vigilia della beatificazione, che viveva pure una profonda esperienza mistica, che si esprimeva in “colloqui” misteriosi con Gesù e anche attraverso visioni.
È alla luce dei documenti che fanno parte del processo di beatificazione che emergono particolari inediti sulla vita della “santa dei poveri”. Li rivela il libro scritto dal giornalista Saverio Gaeta, “Il segreto di Madre Teresa” (Piemme), una biografia basata sul diario e su una serie di lettere inedite, carte straordinarie tenute scrupolosamente nascoste perfino alle più strette collaboratrici.
L’esistenza di questa piccola-grande donna di Dio, premio Nobel per la pace, che varcò le soglie dei più esclusivi palazzi e delle più importanti istituzioni internazionali, e che calpestò la polvere e il fango delle bidonvilles, riceve nuova luce da pagine che testimoniano un itinerario umano dal quale è impossibile non farsi coinvolgere.
Finora si era sempre creduto che l’inaspettata decisione di lasciare il convento di Nostra Signora di Loreto, dove risiedeva svolgendo attività di insegnamento e assistenza infermieristica, per recarsi a vivere, con pochi spiccioli in tasca, fra i diseredati dei bassifondi di Calcutta, scaturisse da un’improvvisa intuizione personale, nobile e profetica. Ora sappiamo che non andò così. Quella scelta radicale e coraggiosa fu ispirata dalle “parole” di Gesù, che la spinse così a intraprendere una straordinaria avventura di condivisione e solidarietà.
La sconvolgente scoperta, raccontata nel libro di Gaeta, è emersa dalle lettere inviate all’allora arcivescovo di Calcutta, il gesuita Ferdinand Périer, tramite il proprio direttore spirituale padre Celeste Van Exem, e che fortunatamente quest’ultimo non distrusse, come invece costantemente gli chiedeva Madre Teresa. La suorina “sentì” nel proprio cuore la voce di Cristo che la sollecitava, dolcemente ma con fermezza, a dar vita a una nuova Congregazione di suore, che si dedicasse con amore gratuito al servizio dei più poveri dei poveri.
Gesù non le nascose le difficoltà, invitandola nel contempo ad affidarsi a Lui. “Anche se tutto il mondo ti è contro e ride di te, se le tue compagne e le superiore ti guardano dall’alto in basso, non temere. Ci sono io in te, con te, per te.
Soffrirai, soffrirai moltissimo.
Ma ricorda, io sono con te, anche se il mondo intero ti respinge. Ricorda che tu sei soltanto mia e io sono tuo. Non avere paura. Ci sono io. Obbedisci soltanto, obbedisci con molta allegria e prontezza… lo non ti lascerò, se tu obbedirai”
Seguirà, negli anni a venire, come per tutte le grandi esperienze mistiche, la “notte oscura”, che spingerà Madre Teresa persino a dubitare dell’esistenza di Dio, ma ormai la sua strada è segnata. E un giorno, a un sacerdote incaricato di predicare gli esercizi spirituali alle sue suorine, che le chiedeva consiglio su che cosa dire, rispose con semplicità: “Le renda pazzamente innamorate di Gesù”.
IL TIMONE N. 23 – ANNO V – Gennaio/Febbraio 2003 – pag. 10