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13.12.2024

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Il “Vangelo” fasullo
31 Gennaio 2014

Il “Vangelo” fasullo

 

 

 

Il “Vangelo segreto di Marco”. Un altro falso dopo il Codice da Vinci.
Smontato il tentativo di inventare un Cristo esoterico e omosessuale sulla base di una presunta lettera di Clemente alessandrino.

C’è un gruppo di teologi che si è arrabbiato con il Codice da Vinci per ragioni diverse da quelle che hanno portato il lettore de il Timone a sentirsi infastidito e offeso dal bestseller dello scrittore americano Dan Brown. Il Codice sostiene – sulla base di presunti “documenti” noti da vent’anni come falsi confezionati da avventurieri del XX secolo – che Gesù Cristo era sposato con la Maddalena e che discendenti fisici di Gesù sono dapprima saliti sul trono di Francia nel Medioevo con il nome di Merovingi, quindi sono riusciti a sopravvivere segretamente fino ai giorni nostri. Questi teologi – più presenti negli Stati Uniti, ma con qualche nipotino anche da noi – sono i seguaci di Morton Smith (1911-1991), il famoso e controverso storico della Chiesa, docente alla Columbia University di New York, secondo cui Gesù Cristo era il capo di una conventicola esoterica in cui si entrava con un rituale di iniziazione segreto che comprendeva elementi chiaramente omosessuali. Evidentemente il Gesù eterosessuale, sposato alla Maddalena e con figli di Dan Brown, non poteva piacere agli smithiani.
Morton diventa famoso annunciando nel 1958 di avere scoperto nella biblioteca del monastero di Mar Saba, in Palestina, inserita in un libro del 1646, la copia scritta a mano da un monaco circa un secolo dopo di un frammento di una lettera scritta da san Clemente di Alessandria (?-215) a un certo Teodoro. Nella lettera si fa stato dell’esistenza di una versione segreta del Vangelo di Marco e se ne cita in particolare un brano parallelo al noto episodio della resurrezione di Lazzaro. «Il giovane che Gesù amava», un personaggio che assomiglia a Lazzaro, qui non è morto (tanto che «un grande grido si ode dalla sua tomba») ma solo malato. Gesù lo riaccompagna a casa, e «dopo sei giorni Lazzaro gli si presenta con un panno di lino sul corpo nudo». Gesù «rimase con lui quella notte» e «gli insegnò i misteri del Regno di Dio». Secondo Morton Smith si ha qui la prova di cerimonie iniziatiche in cui i discepoli sperimentano una «esperienza allucinatoria» e ottengono una «libertà dalla Legge (ebraica)» che li porta a una strettissima unione spirituale con Gesù, «completata da un’unione fisica». Detto in termini meno accademici, Gesù è il capo di una setta esoterica che pratica rituali di magia omosessuale. Per alcuni anni un buon numero di studiosi ha creduto all’esistenza del Vangelo Segreto di Marco sulla base della testimonianza di Morton Smith, delle fotografie da lui scattate della lettera del monaco settecentesco, e delle autentiche di una serie di specialisti greci cui Smith mostrò a suo tempo le fotografie. Che il monaco del Settecento avesse copiato davvero un testo perduto di san Clemente non si poteva provare direttamente, ma Smith assicurava che lo stile era così tipicamente di Clemente da rendere la tesi dell’autenticità praticamente certa. Dal momento che molte ipotesi di Morton Smith su insegnamenti esoterici di Gesù Cristo erano piuttosto spericolate, molti storici e teologi si rifiutavano di seguirlo fino in fondo. Ma fino a qualche anno fa si limitavano a sostenere che il Vangelo Segreto di Marco citato da Clemente era in realtà un testo gnostico posteriore al Vangelo di Marco che tutti conosciamo, da collocare nella categoria dei Vangeli apocrifi. Ora, però, tutta la storia si è sgonfiata come una mongolfiera bucata da una freccia lanciata con perizia e la freccia è il libro di Stephen C. Carlson The Gospel Hoax. Morton Smith’s Invention of Secret Mark (“La truffa del Vangelo. Morton Smith e l’invenzione del Vangelo Segreto di Marco”), pubblicato nel 2005 negli Stati Uniti dalla Baylor University Press. Stephen C. Carlson è un avvocato specializzato in contraffazioni e documenti falsi, non uno studioso di scienze religiose, ma è l’editore – legato a un’università autorevole e che pubblica riviste scientifiche fra le più importanti degli Stati Uniti – a dare prestigio al volume.
Il libro di Carlson presenta il caso del Vangelo Segreto di Marco sotto una luce completamente diversa. Afferma che le fotografie sono più che sufficienti. Applicando tecniche di investigazione forense non note negli anni 1950 Carlson dimostra persuasivamente – tanto da avere convinto tutti i recensori specializzati in criminologia – che è possibile provare non solo che il testo è stato prodotto nel XX secolo, non nel XVIII, ma anche che l’autore dello scritto è lo stesso Morton Smith. Le prove calligrafiche, estremamente tecniche, sono di per sé sufficienti. Ma – come molti falsari – Smith non ha resistito alla tentazione di lasciare una firma e ha inserito un’allusione a un metodo di produzione del sale assolutamente ignoto nel XVIII secolo – per non parlare dell’epoca di san Clemente – noto come “metodo Morton”, e riferimenti alla parola “Smith”. Inoltre la famosa prova costituita dall’“inconfondibile” stile di Clemente tradisce ancora il falsario, perché esagera. Ci sono modi di esprimersi unici utilizzati da Clemente, ma nelle sue opere ricorrono una volta ogni due o tre frasi. Qui in un solo breve testo ce ne sono decine.
Come hanno scritto recensori del libro di Carlson che insegnano storia del cristianesimo antico, come Bart D. Ehrman, tra un certo tipo di teologi si crede al Vangelo Segreto di Marco perché ci si vuole credere. Non solo perché è “politicamente corretto” ritrovare l’omosessualità fra i primi cristiani, ma perché – quand’anche non fosse valido come prova di iniziazioni omosessuali – dovrebbe provare un punto centrale (ma falso) dell’esegesi biblica più ostinatamente “progressista”: l’instabilità della tradizione apostolica e la coesistenza di tradizioni molto differenti ancora nel secondo secolo se non addirittura nel terzo. La scoperta che anche il Vangelo Segreto di Marco, come i documenti invocati dal Codice da Vinci, è un falso del XX secolo dovrebbe indurre i teologi progressisti a stare un poco più attenti.
 
 
 
 
 
 
RICORDA
 
«La santa madre Chiesa ha ritenuto e ritiene con fermezza e con la più grande costanza che i quattro suindicati Vangeli [Marco, Matteo, Luca, Giovanni], di cui afferma senza esitazione la storicità, trasmettono fedelmente quanto Gesù Figlio di Dio, durante la sua vita tra gli uomini, effettivamente operò e insegnò per la loro eterna salvezza, fino al giorno in cui fu assunto in cielo (cfr At 1,1-2)».
(Concilio Vaticano II, Costituzione Dei Verbum,n. 19)
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 
IL TIMONE – N.51 – ANNO VIII – Marzo 2006 – pag. 16-17
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