Indiana Jones

Spesso i film d’avventura sono considerati solo come film di puro svago, la maggior parte delle volte privi di contenuti, fracassoni e via dicendo. Fermo restando che il cinema è un mezzo per lo svago, mi sembra che [ parlando della serie di Indiana Jones si possa tranquillamente sfatare questo “mito”.
Il cofanetto dei 3 DVD della saga – più un quarto, bellissimo, di contenuti ( extra – danno perfettamente l’idea. Il primo Indiana Jones è commedia e avventura allo stato puro, il secondo diventa un po’ più “cervellotico” ed è senz’altro il meno riuscito. Il terzo – Indiana Jones l’ultima crociata – unisce contenuti e spettacolarità in egual misura. Sorvolando su tutto l’aspetto tecnico – la perfetta regia, il magnifico cast e così via – bisogna senz’altro ammirare lo splendido lavoro che è stato fatto a livello di sceneggiatura. Gli spunti di riflessione in questo film sono tanti e notevoli, e hanno il loro culmine quando, in un momento di altissima concitazione, il papà di Indiana (Sean Connery) chiede un estremo gesto di umiltà al figlio chiamandolo con il nome che si era sempre rifiutato di usare nella sua vita da padre. Saper incastonare una scena così fortemente drammatica e allo stesso tempo altamente “movimentata” dimostra che Spielberg, come regista, non solo sa usare perfettamente la macchina ( da presa, ma ha un perfetto senso dello spettacolo. Questo è cinema!

IL TIMONE – N. 31 – ANNO VI – Marzo 2004 – pag. 63