Pubblicata a cura del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) l’Enciclopedia delle religioni in Italia. Oltre 600 sigle religiose, cui aderisce più di un milione di italiani. Una “sfida” alla Chiesa Cattolica che si può vincere solo con una nuova evangelizzazione del Bel Paese.
Fin dalla sua fondazione, nel 1988, il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) ha subito indicato fra i suoi scopi la costruzione di una mappa delle religioni – e delle vie spirituali non religiose – in Italia. Risultato finale di una ricerca durata oltre dodici anni e costantemente aggiornata è oggi l’Enciclopedia delle religioni in Italia (Elledici, Leumann -Torino, 2001, pp. 1050), che in più di mille pagine presenta ampie introduzioni storiche, dati statistici finalmente attendibili, indirizzi, numeri di telefono, collegamenti Internet e analisi dottrinali di oltre seicento – per la precisione seicentosedici – realtà religiose e spirituali presenti in Italia, suddivise in quaranta categorie. Su molte di queste, poco note o piuttosto discrete, l’opera getta una luce nuova e addirittura di alcune si parla per la prima volta in un lavoro di taglio scientifico.
Autori e coordinatori dell’opera sono Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli, rispettivamente direttore e vicedirettore del CESNUR, coautrici Nelly Ippolito Macrina (direttrice della Divisione affari dei culti diversi dal cattolico presso la Direzione Generale degli affari dei culti del Ministero dell’Interno e responsabile dell’Osservatorio sulle Libertà Religiose presso la medesima Direzione Generale) e Verònica Roldàn (sociologa argentina che collabora con l’Università di Roma 3), mentre autori di alcune voci sono diversi studiosi italiani e stranieri, fra cui pure l’estensore della presente recensione. L’ampio volume congeda il dato – molte volte ripetuto, ma che almeno dagli anni 1980 non è mai stato vero – secondo cui le minoranze religiose in Italia rappresentano globalmente l’uno per cento della popolazione. In molti casi le statistiche sono difficoltose, tuttavia l’Encidopedia delle religioni in Italia giunge ad affermare che, fissati in 57.440.000 il numero totale dei cittadini italiani, la percentuale di coloro che manifestano una identità religiosa diversa dalla cattolica è dell’1,92 per cento (corrispondente a circa 1.100.000 cittadini italiani); se invece si considerano i residenti sul territorio (e quindi anche gli immigrati non cittadini italiani) – valutati tra i cinquantanove e i sessanta milioni, cifra comunque più incerta a causa del fenomeno dell’immigrazione clandestina – la percentuale di appartenenti a minoranze religiose sale intorno al 3,50 per cento, corrispondente a poco meno di due milioni di unità.
A scanso di equivoci, nella Introduzione gli autori informano il lettore che “della più grande ‘religione’ italiana – utilizziamo qui il termine in modo volutamente paradossale – non si troverà peraltro traccia, se non in questa introduzione, nell’enciclopedia” (p.M). I sociologi hanno ormai concluso che in tutto l’Occidente la vera religione di maggioranza relativa è quella di coloro che “credono senza appartenere” (“believing without belonging”, secondo l’espressione coniata dalla socioIoga anglosassone Grace Davie). Pur tenendo conto di una serie di precisazioni relative ai fedeli di alcune religioni che non comportano l’obbligo di frequenza settimanale, anche in Italia si nota un grosso scarto fra il 40 per cento che dichiara di essere praticante – con una percentuale di atei che si aggira intorno al 6 per cento e di agnostici intorno al 5 per cento – e l’ottantotto per cento che dichiara di essere credente. Il relativismo appare allora come la vera e grande “nuova religione” degli italiani e corrisponde a quel fenomeno che la sociologa francese Daniele Hervieu-Léger chiama “disistituzionalizzazione della religione”. Nonostante ciò, la conoscenza delle minoranze religiose, a cui sono dedicate la maggior parte di pagine della Enciclopedia delle religioni in Italia, rimane importante sia perché esse hanno dimensioni minoritarie ma non per questo irrilevanti, sia perché le stesse minoranze, con le loro credenze, possono influenzare cerchie molto più vaste della popolazione rispetto a coloro che decidono di abbracciare in toto la dottrina e la pratica di una minoranza religiosa. In tal senso le minoranze religiose si configurano come “termometri” che rivelano quali credenze sono più calde e hanno più successo nel vasto “Far West della religione dove abitano coloro che ‘credono senza appartenere’ ” (P- 18).
I dati che emergono dall’opera non solo sembrano confermare la tesi del “mercato simbolico aperto”, proposta recentemente dalla stessa Daniele Hervieu-Léger, ma permettono di muoversi in un ambito piuttosto ampio di considerazioni, che aiutano a cogliere in pienezza l’importanza del contributo – evidentemente non solo editoriale – che l’Enciclopedia delle religioni in Italia fornisce. Come fanno notare gli autori nella Introduzione, per una vasta serie di motivi, “documentare il pluralismo è un gesto a suo modo ‘politico’” (p. 9), un gesto che può contribuire certamente alla più efficace comprensione del clima culturale e religioso che ha caratterizzato il mondo occidentale – e dunque anche ‘Italia – alla fine del secondo millennio e che, con ogni probabilità, continuerà a segnare in maniera determinante il primo scorcio del terzo millennio. La comprensione di questo clima è evidentemente la condizione fondamentale affinché sia pienamente compresa in tutta la sua attualità e rilevanza la “sfida” culturale, sociale e politica di cui il pluralismo è latore. E tale “sfida”, vista in una prospettiva cattolica, ha già una strategia ed una – l’unica – soluzione: la Nuova Evangelizzazione a cui instancabilmente il Santo Padre Giovanni Paolo II richiama i cattolici.
Minoranze religiose fra i cittadini italiani
Cattolici “di frangia” e dissidenti |
20.000 |
Ortodossi |
20.000 |
Protestanti |
363.000 |
Ebrei |
35.000 |
Testimoni di Geova (e assimilati) |
400.00 |
Altri gruppi di origine cristiana |
24.000 |
Musulmani |
10.000 |
Bahà’f e altri gruppi di matrice islamica |
3.000 |
Induisti e neo-induisti |
15.000 |
Buddisti |
74.000 |
Gruppi di Osho e derivati |
4.000 |
Sikh, radhasoami e derivazioni |
1.500 |
Altri gruppi di origine orientale |
800 |
Nuove religioni giapponesi |
2.500 |
Area esoterica e della “antica sapienza” |
13.500 |
Movimenti del potenziale umano |
100.000 |
Movimenti organizzati New Age e Next Age |
20.000 |
Altri |
40.00 |
Totale |
1.110.300 |
IL TIMONE N. 15 – ANNO III – Settembre/Ottobre 2001 – pag. 14-15