Regia: Jean-Françoise Pouliot
con Raynond Bouchard, David Boutin.
2004 – 110 minuti – colore
Bello… senza pretese
Che bello. È bello quando ci si trova ancora a sorprendersi di fronte ad un film che, senza nessuna “pretesa”, riesce a stupirti per una completezza che ormai sempre più raramente si riscontra nelle pellicole di recente produzione. Purtroppo è molto frequente che l’aspettativa di un film sia direttamente proporzionata alla campagna pubblicitaria che ne anticipa l’uscita nelle sale, arrivando al paradosso che si punti quasi di più sulla quantità della promozione che alla effettiva qualità del prodotto finale. Così, quando ci si imbatte in qualche cosa che colpisce per ricchezza, sia di contenuti che di narrazione, si è particolarmente contenti. “La grande seduzione” è un film che all’apparenza è fatto di nulla, ma la freschezza della sceneggiatura e l’ottima costruzione lo rendono molto di più che un gradevole prodotto.
In una sperduta isola di pescatori si punta a sopravvivere in qualsiasi modo, visto che il lavoro manca e poco a poco gli abitanti decidono di partire per cercare altrove condizioni migliori. Tutto sembra cambiare quando degli imprenditori decidono di aprire una fabbrica. La condizione fondamentale è che sull’isola ci sia un medico che, ovviamente, al momento manca. Per vie traverse ne arriverà uno e tutto il villaggio si adopererà, anche attraverso la menzogna, per convincere il dottore a rimanere. Sarà la verità a sistemare ogni cosa.
Sono almeno due gli aspetti davvero notevoli di questo film. Il primo è la necessità del rapporto umano in tutte le sue forme e le sue sfaccettature, che però non può prescindere dalla lealtà (se sembra banale quello che dico è vero, ma ricordarlo di tanto in tanto non fa male). L’altro aspetto molto interessante è la dignità dell’uomo legata al lavoro, qualsiasi esso sia, purché onesto. Un piccolo film che risulterà una grande sorpresa.
IL TIMONE – N.77 – ANNO X – Novembre 2008 – pag. 63